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Ecco Mia, la ‘riforma’ del Reddito di Cittadianza. Ma in realtà è un taglio del 30%

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Ecco Mia, la “riforma” del Rdc.

Ma in realtà è un taglio del 30%

IL NUOVO DECRETO

Il governo cambia il Reddito a caccia di soldi: per risparmiare 3 miliardi. Giù l’assegno medio e via oltre un terzo della platea

Da ieri gli italiani poveri sanno a grandi linee cosa li aspetta. È circolata la bozza del decreto con cui si interverrà sul Rdc a partire dal nome: si chiamerà Mia, ovvero “Misura di inclusione attiva”. Le novità confermano l’ossessione della destra nel voler distinguere i percettori occupabili e i non occupabili, anche se ha accettato di non poter eliminare del tutto i primi. A loro l’assegno potrà essere di massimo 375 euro al mese e lo si potrà percepire per un anno, poi si ridurrà a sei mesi e potrà essere richiesto ancora solo dopo un anno e mezzo.
Per quelli non avviabili al lavoro, invece, la somma massima non potrà superare i 500 euro, che oggi è l’importo medio per nucleo (a fronte però di un limite individuale di 780 euro). Insomma, l’assegno medio calerà e potrebbe arrivare anche una sforbiciata al contributo per l’affitto (oggi massimo 280 euro). Dopo il secondo ciclo da 18 mesi, il sussidio durerà un anno anche per loro. In ogni caso, il tetto di Isee passerà per tutti dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro e questo restringerà molto la platea dei beneficiari.
Vale la pena di ricordare che già con i requisiti attuali, il Reddito di cittadinanza ha raggiunto massimo 4 milioni di persone l’anno, a fronte di 5,6 milioni di poveri assoluti certificati dall’Istat. Secondo i calcoli circolati al ministero, il risparmio di spesa sarà di tre miliardi, sugli otto totali del Rdc (grosso modo il costo lordo dei condoni in manovra). Il taglio Isee sembra cucito su misura: farà fuori un terzo della platea, a cui aggiungere buona parte dei 140 mila che oggi percepiscono la pensione di cittadinanza (massimo 214 euro) visto che la soglia sarà così bassa da rientrare nell’assegno sociale. Gli addetti ai lavori ipotizzano che alla fine i beneficiari non supereranno il milione, contro gli attuali 2,7 milioni.
Alcune migliorie ci sono. Il requisito minimo di residenza in Italia passerà da 10 a 5 anni, ma è imposto dall’Ue che ha aperto una procedura di infrazione e viene inserito solo per evitare la bocciatura del Quirinale.Viene poi consentito ai beneficiari di cumulare l’assegno con il reddito da lavoro fino a 3 mila euro senza subire decurtazioni. Tuttavia sarà peggiorata la scala di equivalenza, cioè il meccanismo per cui il beneficio aumenta al crescere dei componenti famigliari e che oggi penalizza i nuclei più numerosi. Finora ha previsto 100 euro per ogni minore, e già era considerato insufficiente per aiutare i nuclei numerosi: ora la cifra si ridurrà a 50. Una madre single con due bambini, per fare un esempio, oggi prende 700 euro, domani ne prenderà 600. L’impostazione insomma resta improntata sul colpire gli occupabili.“Definizione che non esiste altrove – spiega Cristiano Gori, ordinario di Sociologia all’Università di Trento – e sarà disfunzionale usarla per stabilire chi ha diritto a un sussidio più alto e duraturo. Alcune modifiche sono positive, ma c’è un significativo taglio negli importi e nella durata che ridurrà di parecchio la platea. Così sembra più che altro una malriuscita politica di protezione della famiglia”. Tra l’altro l’individuazione degli occupabili sarà legata al semplice fatto di non avere minori, disabili o anziani nel nucleo. Un paradosso per cui una persona senza figli ma con problemi a entrare nel mercato del lavoro avrà un aiuto inferiore e obblighi più stringenti rispetto a chi ha figli ma un curriculum più spendibile. Secondo Andrea Morniroli del Forum Disuguaglianze Diversità “ci sono tre aspetti molto negativi: l’approccio punitivo per cui i poveri sono colpevoli della loro condizione, il fatto di continuare a confondere sostegni al reddito con le politiche del lavoro e la divisione tra occupabili e non occupabili in un Paese con molto lavoro povero”. Critici anche l’alleanza contro la povertà, Cgil e Uil. L’opposizione annuncia battaglia.

Marco Travaglio, Direttore del Fatto Quotidiano

Mia Culpa

Siccome c’è una logica in ogni follia di questo sgoverno, l’unica che viene in mente è che devono fare altra cassa sui deboli, dopo il blocco dell’indicizzazione delle pensioni. Tagliando un terzo dei percettori, risparmiano quasi 3 miliardi l’anno per finanziare i 12 condoni fiscali che – unici nella storia – costano 3,6 miliardi anziché portare gettito. Rubano ai poveri per dare ai ricchi e ai ladri. Perchè i ladri corrono troppo veloci e i ricchi sono troppo pochi, mentre i poveri e gli anziani sono tanti, corrono più lenti e non finanziano i partiti. Intanto l’Europa va in direzione ostinata e contraria. Tipo la Germania, che aumenta il Reddito, abbassa le pene per chi froda, ha il salario minimo legale a 12 euro l’ora e 110mila addetti ai centri per l’impiego (noi, dopo la cacciata dei navigator, 8mila). Ma questi tedeschi, com’è noto, sono tutti grillini. Anzi, comunisti.

(DI CARLO DI FOGGIA E ROBERTO ROTUNNO  – Fonti: Fatto Quotidiano – Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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