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Nella Chiesa S.Francesco di Paola la celebrazione della messa in ricordo di Luigi Vanvitelli

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Di Ilenia Liguori

Caserta.Nella settecentesca Chiesa di San Francesco di Paola di Caserta, al confine con il comune di Casagiove, mercoledì 1° marzo si è svolta la celebrazione del 250esimo anniversario della morte di Luigi Vanvitelli.

Ad introdurre la mattinata commemorativa è stato il reverendo Biagio Seiano, da poco insignito della medaglia di rappresentanza da parte della Presidenza della Repubblica, riconoscimento che viene attribuito, usualmente, dal Capo dello Stato ad iniziative ritenute di particolare interesse culturale, scientifico, artistico, sportivo o sociale.

L’iniziativa è senza dubbio di importante valore storico-culturalese si considera che in pochi sono a conoscenza del fatto che le spoglie del regio architetto, Luigi Vanvitelli, riposino nell’ipogeo della chiesa sopra menzionata, motivo per cui – il Reverendo Seiano – già da un paio d’anni, si spende con grande passione nella promozione di iniziative culturali, volte a valorizzare e a far conoscere maggiormente il posto in cui, il genio dell’architettura mondiale riposa, ormai, da 250 anni.

Presenti alla commemorazione sia il Sindaco del capoluogo di provincia, Carlo Marino, che il sindaco di Casagiove, Giuseppe Vozza.

Presenti entrambi in virtù della peculiare posizione della chiesa di San Francesco, ufficialmente ubicata in territorio casertano ma vicinissima al confinante comune di Casagiove.

Momento particolarmente toccante, durante la commemorazione, è stata la lettura enfatica e appassionante – da parte del ProfessoreMassimo Santorodi alcune epistole, sulla vita personale e spirituale del fu Vanvitelli., interpretazione avvenuta sulle delicatissime note di Ludovica Buzzanca del “Laboratorio Teatro Classico” del Liceo A.Manzoni di Caserta – che – hanno reso il contenuto delle lettere, ancora più intimo e appassionante.

Va ricordato che, il genio artistico, era noto anche per la sua fortissima fede cattolica che, soprattutto, nei momenti di forte scoramento negli ultimi anni della sua vita fu, per lui, un forte e solido pilastro.

Fede rispettata anche a distanza di 250 anni dalla sua dipartita, considerato che, la solenne celebrazione eucaristica in suo suffragio, è stata officiata dal Vescovo di Caserta Pietro Lagnese, come segno di ulteriore riguardo, rispetto e memoria, nei confronti dell’artista olandese.

Le celebrazioni del 250° anniversario della morte di Vanvitelli sono proseguite all’interno della Reggia di Caserta, dove sono state inaugurate alcune stanze adiacenti al corridoio iniziale degli appartamenti reali, nelle quali il visitatore potrà addentrarsi nella storia dell’Architetto e dell’uomo Vanvitelli .

Non poteva mancare, all’interno del teatro di corte, l’esibizionedella Soprano, accompagnata dal clavicembalo di Maria TeresaRoncone, sulle musiche di Galuppi, Gluck, Paisiello e Cimarosa, coevi e molto amati da Luigi Vanvitelli.

Infine, ma non meno importante, va dato merito all’impronta decisiva, da parte della Direttrice della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei, nell’organizzazione di queste celebrazioni storiche.

Tiene a precisare che il merito non sia stato solo suo, ma dell’intero staff museale di cui si avvale, non prima di ricordare che, nel corso dell’anno, ci saranno ancora tanti appuntamenti dedicati all’artista olandese.

“ Non una celebrazione autoreferenziale ma progettata per stimolare alla conoscenza” così chiosa la Direttrice Maffei e – va detto – non si può non essere d’accordo con lei se si considera che Vanvitelli sembra esser conosciuto “solo” per la Reggia di Caserta, ma quasi del tutto ignorato come dominus ex machina di moltissime altre grandi opere italiane come: il Lazzaretto di Ancona, l’Arco Clementino o anche la facciata della chiesa di San Giovanni in Laterano, la meravigliosa trasformazione della basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, entrambe quest’ultime site in Roma.

Tanto per citarne alcune, ma, ce ne sarebbero molte di più.

Per cui, meno autoreferenzialità più spirito di curiosità, per dirla alla maniera della Direttrice Maffei.

 

 

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