Il nuovo numero in edicola e online
da domenica 26 febbraio
a cura di Angiola Codacci-Pisanelli
Bende, trucco, ciglia finte. E occhi rigorosamente chiusi. La donna sulla copertina del nuovo numero de L’Espresso è il simbolo della “Metamorfosi” a cui tutti, chi più chi meno, ci sottoponiamo per rispondere alle aspettative di chi ci guarda. Perché, racconta l’inchiesta di Simone Alliva, per la nuova estetica il corpo è linguaggio. Che dice chi siamo, abbatte steccati e fa a pezzi cliché. Agli eccessi delle metamorfosi estetiche è dedicata anche la rassegna fotografica settimanale di Oliviero Toscani. Peccato che ormai, nota Alessandro Rossi nel suo editoriale, la corsa al cambiamento abbia invaso anche la politica, pericolosamente piena di mutanti.
Il voltafaccia politico più clamoroso è quello fatto dal governo con la cancellazione del superbonus: Vittorio Malagutti racconta effetti e retroscena della clamorosa decisione, mentre Carlo Tecce fa il conto delle truffe milionarie che hanno convinto Meloni a cancellare gli incentivi all’edilizia.
A due settimane dalle elezioni vinte dalla destra, intanto, tiene ancora banco la lite tra Calenda e Renzi che rischia di archiviare il progetto di terzo polo (ne scrive Susanna Turco). Mentre il governo, scrive Eugenio Occorsio, cerca invano il modo per far comprare ai cittadini titoli di Stato in quantità, per far sì che il debito pubblico sia in mani italiane.
Gloria Riva firma un’altra pagina del racconto della malasanità italiana: questa volta al centro dell’inchiesta c’è l’assistenza agli anziani, tra i maltrattamenti nelle Rsa e i tagli agli aiuti statali per le famiglie. Sergio Rizzo invece denuncia gli sprechi dell’Arera, l’authority che tutela i consumatori nel settore dell’energia.
Silvia Perdichizzi racconta come in Veneto una falda acquifera sia stata contaminata dagli Pfas. Sara Lucaroni intervista Carlo Parini, per dodici anni capo del gruppo interforze contro la tratta di clandestini. E Chiara Lalli ricorda Mino e Piera Welby e la loro lotta per un fine vita libero e dignitoso.
Si parla della Lukoil di Priolo (di Vittorio Malagutti), delle minacce di boicottaggio per le olimpiadi del 2024 (di Gigi Riva), delle trame dell’Arabia Saudita per aggiudicarsi i mondiali di calcio del 2030 (di Alberto Stabile) e degli investimenti di Elon Musk per conquistare lo spazio (di Patrizia Caraveo ed Emilio Cozzi). Tommaso Giagni invece torna sulla strage di Waco, l’assedio a una setta texana sfociato in una carneficina che dopo trent’anni è ancora piena di misteri.
E L’Espresso chiude con Eike Schmidt che spiega la formula con cui ha fatto degli Uffizi un fenomeno social (di Sabina Minardi), un reportage di Marta Bellingreri dal Teatro dell’Opera dell’Oman e un’intervista di Claudia Catalli a Olga Kurylenko. Caterina Bonvicini si interroga sull’amicizia femminile, Stefano Vastano racconta una mostra che riscrive la storia del Novecento chiedendosi: «Cosa sarebbe successo se…?». E Chiara Sgreccia incontra Sergio Caccamo, attore e docente, che all’avventura dell’insegnamento ha dedicato uno spettacolo. Tutto da ridere.