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AttualitàCaserta e Sannio

L’angolo del lettore/ Vincenzo Restivo consiglia “Chiamatemi Cassandra”

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Per il numero di febbraio della rubrica “L’angolo del lettore”, lo scrittore Vincenzo Restivo ci parla del romanzo di M. Gala “Chiamatemi Cassandra”, Sellerio.

Recensione

La operación Carlota vide, nel 1975 l’esercito Cubano , in piena guerra civile, combattere, in Angola, contro i movimenti politici rivali.
Marcial Gala ci prende per mano in questo viaggio nella storia che è anche e soprattutto un romanzo di formazione. Ci racconta di Rauli, che a diciotto anni si arruola nelle forze armate rivoluzionarie per andare incontro al suo destino già segnato dagli oracoli.
Perché Rauli è anche Cassandra, figlia di Ecuba, sacerdotessa del tempio di Apollo, Cassandra che prevede le disgrazie e la morte, che non parla per timore di essere schernita. Perché si è scomodi se si sa troppo, e chi sa troppo , in una realtà di apparenza, non sopravvive.
Attraverso un gioco di analessi e prolessi evolutive, Gala ci descrive una Cuba pre Periodo Especial, in piena rivoluzione castrista ,con addosso solo l’eco del dominio Batista che fu.
Ci parla di una nazione in rinascita economica ma soprattutto di una società maschilista e patriarcale, in cui lo stereotipo diventa pregiudizio se un uomo non assolve i giusti compiti di maschio che il retaggio sociale impone. Ma Rauli è un ragazzino glabro e smilzo, dai tratti femminei e dalla pelle chiara , che contrasta con quella scura e scottata dal sole caraibico dei sui coetanei. Resta in bilico tra questo continuo paradosso che è realtà e devozione verso un mito che lo accompagna sin da bambino, quello degli Dei Greci da cui proviene.
Gala ci presenta un doppio sincretismo, quello degli Orisha Africani e degli Dei Olimpici, né denota le similitudini, ne sottolinea le caratteristiche neutrali, il cui genere è in continuo equilibrio precario, relativo agli eventi e alle situazioni e mai statico.
Rauli non è omosessuale né eterosessuale. Semplicemente Rauli non è, o è solo qualcosa rispetto a ciò che sostiene di essere: una sacerdotessa vissuta secoli addietro.
In poche pagine Gala mette su un tavolo inquisitorio parecchie argomentazioni e ne sviscera le motivazioni attraverso una narrazione astuta e persuasiva. Le violenze fisiche e verbali che Rauli subisce nel suo battaglione sono il riflesso di un machismo malsano e involuto.
Rauli è Cassandra ma anche Nancy, quando sua madre gli chiede di vestire i panni di sua sorella morta di cancro ed è anche Wendy, quando esce in strada avvinghiato in abiti femminili per sottrarsi a tutta l’oppressione di un’immagine di ragazzo che non gli si addice.
Il travestitismo è al centro della novella , e diventa ( in parte) espediente di sopravvivenza durante i giorni in Africa, quando il capitano del suo esercito gli ordina di danzare per lui prima di abusare del suo corpo e rinnegarlo a coito avvenuto.
Così Rauli non è solo Cassandra, Nancy o Wendy ma anche Marilyn e Olivia. Rauli è tutto e anche niente, perché una non definizione resta , agli occhi chi chi non guarda al di là, un corpo senza coscienza, da eliminare quando ha smesso di assolvere i suoi compiti
Con una prosa incalzante, Gala dimostra un patrimonio linguistico importante. La lingua diventa testimone dei luoghi e delle azioni (l’eco del portoghese in Angola è strumento descrittivo così come i versi dei boleros lasciati in lingua originale dalla traduttrice ).
C’è tanto materiale dentro le pagine di questa vita che ci entra dentro come un’anima. E resta.

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