Una lettura del testo “Due vite”, vincitore del Festival di Sanremo
Dopo la fortissima acclamazione di questi giorni, era quasi scontato che Marco Mengoni si aggiudicasse la vittoria del Festival di Sanremo, proviamo qui a fornire un’interpretazione del testo
Interpretazione
Mengoni immagina una coppia (?) che rimane sveglia mentre il resto dell’universo dorme (forse l’essere desti allude ad una consapevolezza che altri non hanno? La consapevolezza di chi vuole sprofondare nel deserto dell’altro?). La coppia a cui si fa riferimento (forse un rapporto con sé stessi) è infatti immersa in una sorta di deserto che a quanto pare ne cela un altro (“e non conosco ancora il tuo deserto”, dove deserto dovrebbe significare vuoto, mancanza, inconsapevolezza). Il proiettarsi nel deserto dell’altro significa ingaggiare una vera e propria lotta, durante la quale “ci perde e ci si prende”, in una sorta di inafferrabilità perenne a cui tutti siamo condannati, nella consapevolezza che non si possiede mai nessuno completamente e che il bello dell’amore forse sta proprio in questo senso di misteriosa ineffabilità, che tiene desto e vivo il desiderio di ciò che ci manca. Il vero amante, infatti, sa trovare in sé le risorse per ricacciare l’altro/a dal suo deserto (ma io se voglio di prendo). Questo viaggio alla scoperta dell’altro e di sé può avvenire solo allontanandosi con l’immaginazione (siamo i mostri e le fate) dai rumores e dalle preoccupazioni della vita quotidianità, che ci fanno “divergere” da ciò che realmente conta (siamo fermi in un tempo così, che solleva le strade, con un cielo ad un passo da qui). Da soli, lontani con la mente da tante piccole e ipocrite scuse e senza più difese, (l’allusione al telefono intende riferirsi proprio alla comunicazione posticcia) ci si può finalmente parlare autenticamente e dirsi ciò che davvero si sente (Devo dirti le cose che sento, ma ho finito le scuse e non ho più difese). La coppia si sente come un libro in una casa vuota, cioè come un libro il cui contenuto non comprende nessuno, perché nessuno è disposto davvero a leggerlo (?). I tentativi di unione spirituale lasciano poi lo spazio a quella carnale, per cui da una situazione di calda familiarità (In una casa vuota
Che sembra la nostra, Il caffè col limone) si passa all’esterno di un locale dove si consuma un rapporto, allusione al lato carnale e passionale dell’amore, che unito alla vera conoscenza dell’altro rende tutto armonico come una bella melodia e fa esplodere tutto ciò che è intorno (?) (Se questa è l’ultima canzone, poi la luna esploderà). L’amore vissuto con grande intensità è in grado di far tutto, anche di liberarci dalle gabbie, che ci costruiamo ogni giorno (tutte le corse, gli sbagli, gli schiaffi) e dove nessuna musica arriva ad allietare il nostro cammino.
Testo
Siamo i soli svegli in tutto l’universo
E non conosco ancora bene il tuo deserto
Forse è in un posto del mio cuore
Dove il sole è sempre spento
Dove a volte ti perdo
Ma se voglio ti prendo
Siamo fermi in un tempo così
Che solleva le strade
Con il cielo ad un passo da qui
Siamo i mostri e le fate
Dovrei telefonarti
Dirti le cose che sento
Ma ho finito le scuse
E non ho più difese
Siamo un libro sul pavimento
In una casa vuota
Che sembra la nostra
Il caffè col limone
Contro l’hangover
Sembri una foto mossa
E ci siamo fottuti ancora una notte
Fuori un locale
E meno male
Se questa è l’ultima
Canzone e poi la luna esploderà
Sarò lì a dirti che sbagli ti sbagli e lo sai
Qui non arriva la musica
E tu non dormi
E dove sarai
Dove vai
Quando la vita poi esagera
Tutte le corse gli schiaffi gli sbagli che fai
Quando qualcosa ti agita
Tanto lo so che tu non dormi dormi dormi dormi dormi mai
Che giri fanno due vite
Siamo i soli svegli in tutto l’universo
A gridare un po’ di rabbia sopra un tetto
Che nessuno si sente così
Che nessuno li guarda più i film
I fiori nella tua camera
La mia maglia metallica
Siamo un libro sul pavimento
In una casa vuota
Che sembra la nostra
Persi tra le persone
Quante parole
Senza mai una risposta
E ci siamo fottuti ancora una notte
Fuori un locale
E meno male
Se questa è l’ultima
Canzone e poi la luna esploderà
Sarò lì a dirti che sbagli ti sbagli e lo sai
Qui non arriva la musica
E tu non dormi
E dove sarai
Dove vai
Quando la vita poi esagera
Tutte le corse e gli schiaffi gli sbagli che fai
Quando qualcosa ti agita
Tanto lo so che tu non dormi
Spegni la luce anche se non ti va
Restiamo al buio avvolti
Solo dal suono della voce
Al di là della follia che balla in tutte le cose
Due vite guarda che disordine
Se questa è l’ultima
Canzone e poi la luna esploderà
Sarò lì a dirti che sbagli ti sbagli e lo sai
Qui non arriva la musica
Tanto lo so che tu non dormi dormi dormi dormi dormi mai
Che giri fanno due vite
Due vite
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