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Attualità

Il finanziamento pubblico ai partiti abolito nel 2013 RITORNA A fronte della proposta del Pd. Forza Italia ( CON LE CASSE IN ROSSO E DEBITO VERSO BERLUSCONI DI MILIONI) è d’accordo con il ritorno a forme di finanziamento pubblico.

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IL NUOVO FRONTE

“Ridare i soldi ai partiti”: l’asse tra Pd e Forza Italia spacca la maggioranza

GOVERNO IN DIFFICOLTÀ – In copia. FI vuole un ddl per ripristinare i fondi partendo dalla proposta dei dem sul 2xmille non distribuito. No di FdI

DI GIA.SAL.
6 FEBBRAIO 2023

Il prossimo fronte di scontro della maggioranza che sostiene il governo Meloni riguarda un tema di cui non si parla più da tempo: il finanziamento pubblico ai partiti abolito nel 2013 dal governo Letta. Al momento il dissidio nella destra si sta materializzando in Parlamento ma presto arriverà anche ai vertici del governo, dice un esponente dell’esecutivo. In commissione Affari Costituzionali del Senato, infatti, è stato incardinato un disegno di legge del Pd a prima firma Andrea Giorgis che propone di aumentare il finanziamento pubblico ai partiti, con il meccanismo del 2×1000, da 25,1 a 45 milioni l’anno e allo stesso tempo dimezzare da 100 mila a 50 mila euro il tetto alle donazioni private per ridurre il potere di influenza delle lobby. Potrebbe sembrare una proposta di legge parlamentare come tante altre ma non è così: è stata incardinata lo scorso 6 dicembre e sta provocando una forte spaccatura nella maggioranza. A fronte della proposta del Pd, infatti, Forza Italia è d’accordo con il ritorno a forme di finanziamento pubblico.

Il primo esponente azzurro che ha apertamente detto “sì” al ritorno ai soldi pubblici ai partiti è stato il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Nazario Pagano: “L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è stata sbagliata – ha spiegato martedì a una tavola rotonda sui partiti politici della fondazione Magna Carta dell’ex senatore Gaetano Quagliariello – Viene da chiedersi se il finanziamento pubblico non debba essere reintrodotto, svincolando i partiti dai finanziamenti privati”. Parlando con Il Fatto, Pagano conferma la sua posizione spiegando che i partiti italiani devono “svincolarsi dal finanziamento privato perché non siamo ancora maturi per questo sistema” e quindi “bisogna tornare al vecchio finanziamento pubblico, seppur con forme di maggior controllo e trasparenza”. Una dichiarazione a cui seguirà presto un provvedimento legislativo: Forza Italia, attraverso il senatore ed ex sindaco di Brescia Adriano Paroli, sta preparando una proposta di legge che vada in questa direzione da discutere insieme a quella del Pd. Paroli nel 2019 fu uno dei 64 parlamentari che firmarono per chiedere il referendum confermativo sulla riforma che tagliava il numero degli eletti.

Ma Forza Italia dovrà affrontare la contrarietà di Fratelli d’Italia e Lega. I vertici del partito di Meloni hanno già fatto sapere ai colleghi di essere contrari al ritorno al finanziamento pubblico perché “si darebbe un messaggio sbagliato al Paese in un momento di difficoltà”. Un concetto che il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Alberto Balboni, ha più volte ribadito ai colleghi di maggioranza. La Lega invece sta nel mezzo: avrebbe un gran bisogno economico del finanziamento pubblico ma sa che appoggiare la proposta sarebbe un boomerang in termini di consenso. In commissione Affari Costituzionali sono emerse le prime posizioni politiche. Fratelli d’Italia – tramite i senatori Marco Lisei e Costanzo Della Porta – ha chiesto di non limitare i finanziamenti privati. Il governo, con la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, invece si è limitato a chiedere più trasparenza. Lo scontro ha fatto slittare più volte la discussione del disegno di legge dem: dopo l’approvazione del decreto Milleproroghe sarà un tema caldo. Le posizioni politiche ricalcano (in parte) gli incassi recenti. Secondo i dati del ministero dell’Economia, nel 2022 il partito che ha ricevuto più risorse dal 2×1000 è il Pd con 7,3 milioni di euro, poi FdI con 3,1 milioni di euro e a seguire la Lega per 1,6 milioni di euro. Terzultima – davanti solo a Possibile e Italexit – Forza Italia.

Lo stato del partito azzurro è pessimo: il bilancio del 2021 ha chiuso con un rosso di 340 mila euro mentre il partito ha un debito nei confronti di Berlusconi pari a circa 100 milioni. Il motivo delle casse vuote sono anche i molti parlamentari morosi: secondo quanto risulta al Fatto, circa il 30% degli eletti non è in regola coi pagamenti al partito. “Berlusconi sa che siamo in difficoltà e non ne può più di salvare i conti del partito – ammette Alfredo Messina, tesoriere di Forza Italia – per questo va ripristinato il finanziamento pubblico e devono essere d’accordo tutti. Non come quello di prima ma sul modello tedesco: i soldi vengono distribuiti non in base ai voti presi ma ai fondi spesi”. Sistema che, conclude Messina, permette di “stare attenti a non spendere soldi che non si hanno e una vera trasparenza”.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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