Il 2023 celebra 50 anni di Picasso
L’anno 2023 sarà ricordato come l’anno di Picasso. Nel cinquantesimo della sua scomparsa l’artista andaluso torna protagonista in oltre 50 mostre dall’Europa agli Stati Uniti. Una rilevante opportunità per conoscere e comprendere un maestro che ha profondamente segnato l’arte del XX secolo con il suo spirito rivoluzionario immerso negli eventi civili della contemporaneità e nelle suggestioni magiche, non ancora del tutto esplorate, del primitivismo.
Molte opere viaggeranno in sedi lontane e alcune, sconosciute al grande pubblico, troveranno finalmente luce e notorietà mettendo in rilievo caratteristiche poco note del grande artista.
Le tappe del suo percorso europeo saranno improntate ad una duplice dimensione: la sua ferma volontà di stile con la forza emozionale del colore accesso e luminoso che caratterizza i toni malinconico-sentimentali dei dipinti risalenti al periodo blu e la finezza nella ricerca delle forme classiche afferenti al periodo rosa.
“A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta la vita per imparare a dipingere come un bambino”, una frase che sintetizza appieno la sua arte; con Picasso la pittura non solo rappresenta la realtà, ma anche i contenuti intellettuali che riguardano la realtà stessa che diventa un racconto attraverso le immagini. La pittura dunque non è più un ideale che incarna la bellezza formale ma diventa narrazione oggettiva dell’idea.
“Les Demoiselles d’Avignon” inaugurano una nuova stagione artistica non riguardante il colore quanto la forma, strutturata in maniera dinamica e plastica che ingloba lo spazio circostante, un approdo al cubismo di cui diviene insieme a Braque l’interprete principale.
Attraverso la scomposizione dei piani e la volontà di rendere la natura un insieme di forme geometriche, Picasso si pone, con l’aiuto della lezione cézanniana, come innovatore di una nuova sensibilità artistica volta a modellare e scomporre le forme. Il cubismo così come viene percepito da Braque e Picasso rappresenta secondo molti critici d’arte il momento più innovativo dopo il Rinascimento italiano, con fulcro nella Parigi innervata dai Boulevard di Haussmann.
Un’occasione quella offerta dall’itinerario cubista da non perdere, che toccherà le principali città italiane, partendo da Brescia, Padova, Trento, Rovigo, procedendo per Ravenna, Modena Arezzo e Pisa sino a giungere nella Capitale, continuando per Napoli, Foggia, Enna.
“I miei quadri, finiti o no, sono le pagine del mio diario e sono validi in quanto tali. Il futuro sceglierà le pagine che preferirà. Non spetta a me di farlo. Io ho sempre operato per il presente” affermava Picasso, la cui arte certamente sopravvive alla prova del tempo, continuando ad ispirare artisti di tutto il mondo.
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