Alfredo Cospito, l’anarchico recluso nel carcere di Bancali a Sassari, è da cento giorni in sciopero della fame per protestare contro il regime di 41 bis al quale è sottoposto e le sue condizioni continuano ad aggravarsi. Proprio al caso Cospito potrebbero essere legati i due attacchi alle sedi diplomatiche italiane di Berlino e Barcellona. Gli inquirenti propendono per la pista anarchica, a poche settimane dall’attentato  contro Susanna Schlein, numero due dell’ambasciata italiana ad Atene, rivendicato dagli anarchici greci.

Due giorni fa, Cospito è stato visitato nell’infermeria del carcere dalla dottoressa Angelica Milia, che ha certificato il suo stato di salute precario: “Tutti i valori sono in calo e c’è rischio di edema cerebrale. Siamo in una situazione in discesa, una situazione rischiosa per la sua vita”, ha spiegato la cardiologa. “Ieri mentre faceva una doccia – ha aggiunto Milia – Cospito è caduto a terra e ha sbattuto la faccia, si è rotto il naso ed è stato portato al pronto soccorso”.

L’udienza anticipata

Viste le sue precarie condizioni di salute, ieri è stato deciso di anticipare di un mese e mezzo, al 7 marzo, l’udienza in Cassazione sul ricorso contro l’applicazione del carcere duro presentato dalla difesa di Cospito. Il suo avvocato difensore, Flavio Rossi Albertini, aveva depositato un’istanza, legata proprio alle condizioni di salute del detenuto, dopo che i Supremi giudici avevano inizialmente fissato l’udienza al 20 aprile, cioè tra quasi tre mesi. “Ma tra tre mesi – aveva detto la dottoressa Milia – l’anarchico sarà morto”.

Chi è Alfredo Cospito

Alfredo Cospito è detenuto da oltre 10 anni. Nel 2014 è stato condannato a 10 anni e 8 mesi per aver gambizzato nel 2012 l’ammistratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, atto rivendicato dalla sigla Nucleo Olga Fai-Fri, Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale. Cospito è accusato anche di aver piazzato due ordigni a basso potenziale vicino alla Scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo), nella notte tra il 2 e il 3 giugno del 2006. L’esplosione dei due ordigni non ha causato vittime né feriti.

Nato a Pescara nel 1967, Cospito è il primo caso di un anarchico al 41 bis, una disposizione introdotta nell’ordinamento penitenziario italiano con una legge nel 1986 come strumento di contrasto alle mafie. Dal 20 ottobre scorso è in sciopero della fame: dopo sei anni in regime di alta sicurezza, dall’aprile 2022 gli è stato applicato il 41 bis e la sua condizione carceraria è molto peggiorata.

I motivi del carcere duro

La decisione è motivata sulla base degli scambi epistolari che Cospito ha intrattenuto con altri anarchici durante la sua detenzione. I magistrati torinesi hanno ritenuto che, attraverso le lettere, Cospito mantenesse i legami con la sua organizzazione di riferimento.

I pm di Torino hanno avviato un’indagine che ha portato a un procedimento nei confronti degli appartenenti alla Fai per i reati compiuti tra il 2003 e il 2006. Cospito è stato identificato come “capo e organizzatore di un’associazione con finalità di terrorismo” e condannato a 20 anni di reclusione in primo e secondo grado. Lo scorso mese di luglio, la Cassazione ha riformulato le accuse nei suoi confronti: strage contro la sicurezza dello Stato, reato che prevede l’ergastolo ostativo, cioè il “fine pena mai”.

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