Autonomia. Pedicini (MET): ‘Tra Nord e Sud un divorzio consensuale’ (ma a condizioni)
L’europarlamentare e segretario del Movimento Equità Territoriale: “Saremo mediatori nella secessione: al Settentrione il debito pubblico, al Mezzogiorno le risorse sottratte.
Constatato che c’è un Nord bulimico che vuole continuare a nutrirsi a spese di un Sud, con cui non ha alcuna intenzione di convivere, resta solo una separazione consensuale.
E il nostro ruolo, come Movimento Equità Territoriale, vuole essere di mediatore tra le parti in una trattativa che preveda una stagione di ripianamento della spesa pubblica al Sud. Come dei buoni curatori matrimoniali, deve essere definito cosa spetta all’uno e cosa all’altro”.
Così l’europarlamentare Greens/Efa e segretario del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini, in un’intervista al quotidiano “La Notizia”.
“Con il criterio della spesa storica – ha aggiunto Pedicini – in venti anni sono stati sottratti al Meridione 46,7 miliardi l’anno. Mille miliardi letteralmente scippati, per essere destinati alle regioni del Nord.
La bozza Calderoli non ha nulla di nuovo rispetto allo storico disegno federalista. Non serve osservare il testo in controluce per intuire che non c’è volontà né di mettere mano ai Livelli essenziali di prestazione, dove si legge che vanno ‘definiti’ ma non che vanno ‘attuati’, né di cancellare di fatto il criterio della spesa storica o, ancora, di istituire un fondo di perequazione che ripiani efficacemente il divario tra Nord e Sud.
Nel passaggio in cui si parla di trasferimento di risorse dallo Stato alle Regioni – conclude il parlamentare Efa – il calcolo verrebbe infatti realizzato sulla base dei costi storici e, dunque, le maggiori risorse inizialmente continueranno ad andare al Nord, dove storicamente lo Stato ha speso molto di più”.
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