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Essere veramente un cuor solo e un’anima sola intorno al Papa

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Stiamo sperimentando in questi giorni il silenzio in Dio. È un’opportunità che il Signore ci offre, attraverso la morte del Papa emerito Benedetto XVI, per tacitare i fiumi di parole altisonanti o rimuginate nella propria storia, per ascoltare il Mistero che ci abita, si relaziona con noi, ci avvolge, ci prende per mano, ci guida e ci protegge. È un tempo di grazia per far memoria della fede testimoniata dal Papa emerito che costantemente ha richiamato nel cuore dei credenti l’amore di Dio e ha ricordato che Egli attende di essere amato, poiché tutto viene da Dio e tutto a Lui ritorna.

La sua vita trascorsa in questi anni nel monastero, mettendo al centro la preghiera, ci interpella come cristiani, soprattutto perché abbiamo chiuso, a volte, il cuore alla dimensione divina e ci siamo buttati nelle cose da fare, nella difesa del solipsismo, nel racchiudere la nostra esistenza su un piano orizzontale senza porci domande esistenziali che potrebbero aprire la ricerca di un senso da dare alla vita. Anche noi battezzati spesso ci lasciamo pendere da mille cose e trascuriamo la relazione costante con il Signore risorto che segue con amore il cammino di ogni vivente.

Abbiamo bisogno di riscoprire la preghiera che apre il cuore sino ai confini del mondo: “Nell’amicizia profonda con Gesù e vivendo in Lui e con Lui la relazione filiale con il Padre, attraverso la nostra preghiera fedele e costante, possiamo aprire finestre verso il Cielo di Dio. Anzi, nel percorrere la via della preghiera, senza riguardo umano, possiamo aiutare altri a percorrerla: anche per la preghiera cristiana è vero che, camminando, si aprono cammini” (Benedetto XVI).
È il tempo di rivisitare la nostra relazione con il Signore risorto, per essere testimoni di una vita che sia espressione di una dimensione profondamente umana abitata dallo Spirito. Papa Francesco a questo proposito invita tutti i credenti ad aprire il cuore a Dio, per rendere la Sua presenza vivente: “Proviamo tutti a pregare così, entrando nel mistero dell’Alleanza. A metterci nella preghiera tra le braccia misericordiose di Dio, a sentirci avvolti da quel mistero di felicità che è la vita trinitaria, a sentirci come degli invitati che non meritavano tanto onore. E a ripetere a Dio, nello stupore della preghiera: possibile che Tu conosci solo amore? Lui non conosce l’odio. Lui è odiato, ma non conosce l’odio. Conosce solo amore. Questo è il Dio al quale preghiamo. Questo è il nucleo incandescente di ogni preghiera cristiana. Il Dio di amore, il nostro Padre che ci aspetta e ci accompagna” (Papa Francesco).

Il Santo Padre ci chiede di metterci sempre in ascolto della presenza di Dio nella quotidianità, coltivando costantemente la relazione con il Signore attraverso cui impariamo a rimanere sempre in relazione con ogni persona vicina o lontana. È l’incontro con Lui che ci apre alla speranza, che ci aiuta a cogliere la Sua presenza nella Chiesa, in noi, in ogni creatura. Egli ci dona un cuore contemplativo che permette di vedere tutto il bene esistente anche negli ambienti lontani dalla nostra fede. Ci consente di rivitalizzare con l’azione dello Spirito e con la vita evangelica ciò che sembra destinato a finire, perché crediamo che ogni esperienza può essere trasformata in bene dall’amore di Dio.

La preghiera autentica che sale all’Altissimo, ritorna a noi con il dono della comunione. Nessuno vive per sé stesso: nella preghiera impariamo ad essere sempre rivolti verso le persone che incontriamo, per sostenerle: “Così l’orante prega per il mondo intero, portando sulle sue spalle dolori e peccati. Prega per tutti e per ciascuno: è come se fosse un’“antenna” di Dio in questo mondo. In ogni povero che bussa alla porta, in ogni persona che ha perso il senso delle cose, chi prega vede il volto di Cristo” (Papa Francesco).
Radicati in Cristo, possiamo superare i particolarismi che portano alla divisione o alla contrapposizione, e sperimentare come battezzati di essere veramente un cuor solo e un’anima sola (cfr. At 2, 42) intorno a Papa Francesco. Lasciamoci guidare da Lui nella consapevolezza che la Chiesa è credibile se insieme ci adoperiamo a sostenerci nel cammino della vita, seguendo Gesù Cristo senza compromessi e nel continuo dono della nostra esistenza.
Sorretto dalla nostra continua preghiera, Papa Francesco ci aiuti, con la Sua passione per il Regno e attraverso la Parola, il suo insegnamento, il costante riferimento al Signore, a credere all’amore infinito di Dio. Ci guidi ad essere in ogni luogo testimoni autentici della presenza di Cristo, capaci di diffondere l’amore scambievole e senza fine, perché altri credano o si mettano a cercare il volto del Signore.
Cristo conceda a tutti noi, che facciamo parte del popolo di Dio, di essere docili alla parola del S. Padre, perché vivendo tra noi e con Lui la comunione che è dono dello Spirito, possiamo annunciare con la vita il Vangelo del Signore.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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