MA CHI NON E’ CRESCIUTO CON “PANE E NUTELLA?”, I TEDESCHI, INVIDIOSI, CI ATTACCANO: NOI DICHIAREREMO GUERRA CONTRO DI LORO E AVREMO IL MONDO CON NOI…”UN MONDO DI NUTELLA!!!”.
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Nutella di Roberto Giardina ItaliaOggi
Perché a Natale la stampa tedesca attacca il panettone e la Nutella Nell’ultimo numero dell’anno, apparso venerdì, Der Spiegel ha pubblicato una lunga inchiesta sulla Ferrero colpevole di sfruttare il lavoro minorile.
Il giorno dopo, sulla Süddeutsche Zeitung ho letto un articolo della collega Anne Goebel che ha attaccato il panettone. Non sono un complottista, non sospetto un’azione concertata contro la nostra industria dolciaria.
Tra il nordico settimanale di Amburgo e il meridionale quotidiano di Monaco non corre da sempre buon sangue.
E c’è poco che lega lo sfogo di Frau Anne, redattrice alla sezione costume e tempo libero, con il reportage di ben cinque pagine, fitte di dati, della rivista. È un caso, ma tradisce un malanimo contro l’Italia. E trovo in fondo più corretto il pezzo di costume della signora Anne dell’articolo dello Spiegel.
Sotto le feste, i giornali sono alla disperata ricerca di temi, per riempiere una pagina la giornalista ha rivelato che il panettone non le piace, ognuno ha il diritto di avere un proprio gusto. E ha preso in giro la mania italica di scambiarsi panettoni a Natale (io aggiungerei le colombe pasquali), ma ha aggiunto che la specialità milanese ha la consistenza di una pasta untuosa, che sa di stantio. Chissà, le avranno riciclato un panettone vecchio.
Più pericoloso il reportage dello Spiegel, intitolato Die Nutella Macher, coloro che fanno la Nutella, cioè i minorenni sfruttati dalla Turchia, alla Costa d’Avorio, all’isola di Sumatra. E secondo la vecchia regola giornalistica, si comincia da un singolo caso umano in Turchia: dal tredicenne Savas che sacrifica le vacanze estive, per raccogliere nocciole, a Ordu, paese sul Mar Nero. La spiaggia è a pochi chilometri ma non ha avuto il tempo di fare un bagno, lavora per 15 euro al giorno, il capoccia che l’ha assoldato si prende il 10%, un altro venti è trattenuto per coprire le spese di viaggio e il mantenimento. E i turchi trattano male Savas, che è curdo.
Colpa della Ferrero? Nella stessa pagina viene pubblicato un grafico: il bilancio della Ferrero è salito da 7,2 miliardi di euro nel 2010 a 12,7 miliardi nel 2020, in dieci anni un aumento del 76%. L’associazione tra profitto e lo sfruttamento di Savas è evidente.
Ma il ragazzo è stato intervistato l’ultima domenica di agosto, un’inchiesta richiede tempo, i redattori sono andati anche a Sumatra e in Costa d?Avorio. Quattro mesi per pubblicare un articolo proprio appena in tempo a Natale, quando è più dannoso per la società di Alba Posso pensare male?
Il lavoro minorile è vietato in Turchia, ma le autorità chiudono gli occhi. Nel 2019 hanno lavorato 720mila minorenni, dai 5 ai 18 anni, 400mila per raccogliere nocciole. La Turchia ne ha prodotte 700mila tonnellate, un terzo acquistate dalla Ferrero, che è la più grande azienda al mondo per la lavorazione delle nocciole, necessarie per 400 milioni di vasetti di Nutella venduti l’anno scorso.
È difficile seguire i vari passaggi dai coltivatori all’industria, ha ammesso il settimanale. Quanto paga la Ferrero e quanto giunge realmente ai produttori? Lo stesso avviene a Sumatra per l’olio di palma usato per la Nutella, e per il cacao che arriva dalla Costa d’Avorio. Ma, ha denunciato Der Spiegel, la Ferrero ha speso 450 milioni per acquistare cacao, e 674 milioni per la pubblicità quest’anno da gennaio a novembre.
Il lettore è indotto a chiedersi: i piemontesi non potrebbero rinunciare a uno spot tv e pagare di più i bambini africani?
Il lavoro minorile nei paesi in via di sviluppo è un problema grave, ma richiede interventi complessi. Vietarlo? Le famiglie sopravvivono anche grazie ai lavoro dei bambini, che fabbricano per una paga da fame i palloni di calcio, o tagliano e cuciono abiti venduti per migliaia di dollari nelle boutique di Parigi o di New York.
Der Spiegel non ha ricordato che la Ferrero aprì una fabbrica in Assia, che diede lavoro ai tedeschi quando la Germania era ancora in rovina dopo la guerra. Nonostante gli attacchi che si ripetono, agli ovetti Kinder, e ai Mon Chéri alcolici, la Nutella amata da Nanni Moretti piace sempre ai tedeschi, ai bambini e ai genitori.
FONTE:
QUARTA PAGINA
«Soffro».
«La smetta di confondere
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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