Eugenio Landino: uomo di cultura e di pace
Eugenio Landino, nasce il 12 settembre 1953 a Piedimonte Matese e risiede a Caserta. Scrivere è la sua grande passione, da sempre. Dopo le scuole superiori e il successivo percorso universitario presso la facoltà di Giurisprudenza, intraprende la carriera militare nell’Esercito Italiano, cui dedica quarant’anni di servizio. Quel tempo non gli consente di dedicarsi compiutamente alla scrittura, ma, con solerzia e impegno, affronta i temi a lui cari, come la guerra, l’infanzia, l’immigrazione, il razzismo e il femminicidio. Il suo tempo libero lo impegna scrivendo riflessioni che lasciano emergere la sua forza interiore e l’indagine profonda diretta alla scoperta dell’io personale e sociale. I suoi scritti più recenti assumono i titoli di: Vibrazioni “Appunti di un viaggio interiore, edizioni Artetetra, 2018”; Basta una mano, edizioni, Il Saggio 2020: Il giardino delle assenze, edizioni Dialoghi 2022. La sua attività professionale è stata una scelta di vita, andata ben oltre il semplice impegno lavorativo, che gli consente di raggiungere il grado di Brigadiere Generale.
Anni intensi e stipati d’insegnamenti, che arricchiscono il suo aspetto esperienziale e umano. Partecipa al processo di pace in territorio libanese, sotto egida ONU, in un paese ricco di meraviglie naturali, ma lacerato dalla guerra. Quei giorni di forte emozioni, hanno costituito un piccolo tassello d’amore e di solidarietà verso la difficile via della pace. Ha avuto modo di approfondire la conoscenza del Popolo Libanese, in quella loro terra martoriata, arsa dal sole e battuta dal vento. Il cammino di quel popolo ha conosciuto, e ancora adesso conosce, difficoltà e lacrime. È stato bello contribuire ad accrescere i loro significati della vita, attraverso la costruzione di nuove scuole e di nuove strade. La difficoltà, maggiore, oltre al mantenimento degli equilibri di pace, è stata lo sforzo per bonificare il territorio dalle mine inesplose. Il suo contributo per la rinascita civile di quel popolo non ha conosciuto mai soste, anche al rischio della vita. Dopo alcuni mesi di servizio, rientra in Italia e viene collocato in ausiliaria. Dal 2011, ancor prima del congedo, consapevole di aver compiuto un percorso di crescita e di ricerca interiore, diviene Missionario Francescano del Santo Spirito, portando la preghiera agli ammalati nei luoghi di cura. Per lui la “missione dell’uomo è stare accanto”, toccare con mano il paradosso di chi vive una vita povera, ma è in cammino verso la felicità.
Nell’ascolto percepisce quanto la gente soffra per le proprie mancanze, ma anche le croci che provengono da altri. L’ascolto di così tanta sofferenza per prepotenze, violenze, sopraffazioni, può spingere allo scoraggiamento e a domandarsi come mai Dio permette queste situazioni. È anche così che s’impegna per lenire quei dolori e asciugare quelle lacrime. Ha scelto, dunque, di vivere nella semplicità francescana evangelizzando, attraverso la preghiera del Rosario nei luoghi della sofferenza. Con profonda umiltà e senso profondo di Dio, attraverso la sua presenza e i suoi scritti, concorre a mostrare la strada di una nuova evangelizzazione, nello sforzo di contribuire, insieme a tanti altri, a dare nuova speranza a un mondo sovrastato dalle guerre, dall’invidia e dall’avarizia.
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