Un premio per gli eredi di Renato Carosone
Un evento culturale di spessore: tradizione e contemporaneità nel premio intitolato a Renato Carosone
CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Il Premio Carosone entra nel vivo: anche nell’edizione 2022 porterà alla ribalta grandi protagonisti della musica nazionale. A ricevere il prestigioso premio, lunedì 21 novembre alle ore 21 al Teatro Trianon Viviani, saranno Enzo Avitabile, Clementino, Gigi D’Alessio, Rocco Hunt, Il Tesoro di San Gennaro, La Niña, Marisa Laurito, Peppe Servillo & Solis String Quartet, Alan Sorrenti.
L’evento sarà presentato da Noemi Gherrero, Maria Elena Fabi e Gianni Simioli.
Ideato e curato nella direzione artistica da Federico Vacalebre, giornalista e biografo ufficiale di Renato Carosone, il Premio Carosone 2022 è finanziato dalla Regione Campania (POC 2014-2020), prodotto e promosso dalla Scabec con Teta Pitteri, in collaborazione con il Teatro Trianon Viviani, dove si terrà la cerimonia di consegna.
L’evento è stato presentato lo scorso 14 novembre al Teatro Trianon Viviani. Hanno partecipato Pantaleone Annunziata, Amministratore unico della Scabec, Marisa Laurito, direttore artistico del Teatro Trianon Viviani, il cantautore Enzo Avitabile, Salvio Vassallo e Valentina Gaudini de Il Tesoro di San Gennaro, il pianista Lorenzo Hengeller, la conduttrice Noemi Gherrero e Federico Vacalebre, direttore artistico del Premio Carosone 2022.
Nato nel 2002, il Premio ha attratto negli anni 70.000 spettatori, difendendo, rilanciando e divulgando il canzoniere di Carosone e la sua lezione di una canzone armata di sorriso, attraverso grandi protagonisti della musica italiana e internazionale, tra cui Stefano Bollani, Giovanni Allevi, Noa, Massimo Ranieri, Renzo Arbore, Tonino Carotone, Planet Funk, Catherine Ringer, James Senese, Edoardo ed Eugenio Bennato, Peppe Barra, Lina Sastri, Nino D’Angelo, Peppino Di Capri, Tullio De Piscopo, Raiz, Gigi Finizio, Arisa, Alex Britti, Neri per caso, Vinicio Capossela, Enzo Jannacci, Daniele Silvestri, Carmen Consoli, Max Gazzè, Caparezza.
Visto che tutti vanno alla ricerca dei miei eredi perché non inventare un bel Premio Carosone in cui segnalare quei musicisti che piacciono a me, quelli che sento a me più affini e più vicini? (Renato Carosone)
E così è stato. Il Premio Carosone, guidato dalla direzione artistica di Federico Vacalebre, è divenuto nel tempo un evento culturale di spessore, che fonde tradizione e contemporaneità coinvolgendo i più grandi interpreti della musica con l’obiettivo di ricordare e diffondere l’infinito patrimonio artistico e culturale che Renato Carosone ci ha lasciato.
Al Premio Carosone ci sono presenze che ritornano e nuovi compagni di strada – ha raccontato Federico Vacalebre – Peppe Servillo ha già portato a casa il riconoscimento, addirittura nella prima edizione, quella del 2002, con i suoi Avion Travel. Ma potevamo non premiarlo nell’anno in cui ha dedicato all’americano di Napoli un intero album con i Solis String Quartet, che pure ricordiamo nell’edizione 2006 con Noa Enzo Avitabile è tra i pluripremiati, anzi il più premiato: 2006, 2020 e ora 2022. Ma potevamo non premiarlo dopo aver ascoltato l’emozione di “T’aspetto ’e nove”, raggelata sulle note della sua arpina e dopo aver ballato la sua “Caravan petrol” con il fondamentale supporto dei Bottari? Anche Marisa Laurito è stata con noi nell’edizione kolossal del 2020, quella del centenario; ma potevamo non premiarla, non tanto quanto padrona di casa del Trianon Viviani, ma negandoci il diritto di primogenitura su una deliziosa canzoncina postcarosoniana, divisa con un’altra nostra vecchia conoscenza come Lorenzo Hengeller? E potevamo mai non dire carosoniani Clementino, il black Pulcinella del rap, o Rocco Hunt, che “Tu vuo’ fa l’americano” l’ha portata persino in gara a Sanremo? E, nell’anno del grande rilancio, potevamo dimenticarci di Alan Sorrenti, rinnovatore in tempi scomodi della canzone napoletana con “Dicitencello vuje”? E, magari solo per far contento qualche snob, potevamo non mettere dietro il pianoforte Gigi D’Alessio, che a casa sua ha lo strumento appartenuto a maestro Renato, e che a lui ha dedicato anche una canzone, una lettera in musica E, come nostra abitudine, avendo premiato Checco Zalone e Stefano Bollani, Alessandro Siani e Giovanni Allevi prima che diventassero famosi, potevamo mai rinunciare a indicare il futuro (ma sarebbe più giusto dire il presente) della musica newpolitana in La Niña e il Tesoro di San Gennaro? No. Non potevamo. Siamo fatti così. Carosoniani dentro.
La Regione Campania, attraverso la Scabec, finanzia e produce questo importante evento per la città di Napoli e non solo – ha dichiarato Pantaleone Annunziata, Amministratore unico della Scabec – perché far rivivere la parola e la musica di Renato Carosone è qualcosa di necessario, per il semplice fatto che le innovazioni musicali e contenutistiche che ha introdotto nella musica italiana hanno permesso di far conoscere la nostra città in tutto il mondo.
Siamo felicissimi di ospitare il Premio Carosone – ha ricordato Marisa Laurito, direttore artistico del Teatro Trianon Viviani –. Carosone è una medaglia al petto degli italiani. Questo è un premio speciale dedicato a un protagonista della musica napoletana che ha reinventato la musicalità napoletana a suo modo, facendocela amare ancor più con l’ironia e la bellezza che ha rappresentato.
L’evento (trasmesso prossimamente da Canale 21) è a ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria a partire da mercoledì 16 novembre, ore 12, sui siti www.premiocarosone.it e www.scabec.it
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