Emiliano Manfredonia: “Il Rdc non va tagliato: è il lavoro povero che incentiva i divanisti”
“Il Rdc non va tagliato: è il lavoro povero che incentiva i divanisti”: esordisce cosìEmiliano Manfredonia, presidente ACLI, che rincara: “Meloni migliori la misura invece di fomentare una guerra fra ultimi per finanziare la mini flat tax.
Il riferimento è al sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.
Per il sottosegretario Durigon, il sussidio si dovrebbe perdere rifiutando anche una sola offerta congrua di lavoro. Ma non sa che la platea dei beneficiari del reddito è composto per i due terzi da persone inabili al lavoro come disabili, anziani, minorenni che da soli rappresentano 1,4 milioni di percettori? E poi, non parliamo della stessa persona che, sempre come sottosegretario, faceva parte di quel governo gialloverde che ha approvato il Reddito nel 2019?
Intanto il mantra della maggioranza di centrodestra resta lo stesso: la misura incentiva a stare sul divano.
Basta col dire che la colpa è del percettore che non va a lavorare perché ha il Reddito di cittadinanza. È il lavoro povero il vero incentivo a stare sul divano. Per il 20% dei percettori l’assegno rappresenta un’integrazione al reddito. Significa che ha un altro lavoro che, però, non gli consente una vita dignitosa. Serve maggiore flessibilità, maggiori investimenti e una riforma dei centri dell’impiego per riformare il Rdc e renderlo più efficiente. La stessa richiesta arrivata anche dalla Commissione presieduta dalla professoressa Chiara Saraceno e rimasta inascoltata.
In che modo va modificato il Reddito?
Ci deve essere un sostegno concreto alle persone in difficoltà e va incentivato il lavoro e la formazione. Si può fare attraverso un approccio multidisciplinare gestito dalle amministrazioni comunali affinché, attraverso Asl e Terzo settore, possano prendere in carico le famiglie in povertà. Il loro compito è capire le motivazioni e fare un progetto di uscita dalla povertà che in tanti casi può essere anche il lavoro con forme più flessibili, ma non lo è esclusivamente. Questa è la vera riforma del Reddito e non certamente scatenare una guerra tra poveri togliendo soldi a una misura necessaria per metterli su un’altra come la mini riforma delle pensioni o la flat tax. Il Rdc va reso più efficace e non sacrificato sull’altare della manovra.
A essere stati incolpati di aver fallito la loro missione – trovare lavoro – sono stati i navigator.
Non potevano essere poche migliaia di navigator a risolvere i problemi di povertà e di lavoro. Non avevano tutti gli strumenti necessari. Il problema è che le politiche attive sul lavoro in Italia non hanno mai funzionato. Ci sono solo quelle passive, come la Naspi, ad aiutare chi perde il lavoro. E ora vanno aiutati anche i navigator che non sono stati stabilizzati. Mi auguro che si trovi una soluzione. I Centri per l’impiego stanno assumendo molto e loro potrebbero avere una corsia preferenziale.
Sul tavolo, da risolvere, c’è anche la questione delle truffe.
È un problema che hanno tutti i Paesi che erogano questi sussidi. Non si può negare, ma ci sarebbe anche una soluzione: sfruttare Caf e patronati per aumentare i controlli. Noi oggi siamo dei passacarte quando inoltriamo le domande del Rdc, mentre potremmo verificare se i requisiti sono corretti.
(Di Patrizia De Rubertis – Fonti: Fatto Quotidiano – Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)