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Taralli e tè freddo

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Vite che si intrecciano, relazioni malate e amicizie sopravvalutate: Taralli e tè freddo di Shada P. Conley riserva un finale sorprendente …

PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Negli spazi della Libreria Vocali in via Roma sabato 15 ottobre alle ore 18 verrà presentato l’ultimo romanzo di Shada P. Conley Taralli e tè freddo, Vocali Editrice.

Il dibattito con l’autrice sarà moderato da Maria Cristina Orga.

Le vite di Alessandro, Anna, Lora, Maurizio e Renato raccontate su piani diversi si sfiorano e si accavallano, legate da una linea solo apparentemente isobara …

Sinossi. Alessandro è un quarantenne introverso che traduce documenti tecnici nel nido sicuro del suo appartamento, dove i fantasmi del passato (un padre amorevole che lo ha lasciato troppo presto in balia di una madre anaffettiva e autoritaria, resa ormai innocua dagli anni e dalla demenza che l’ha consegnata a una casa di riposo) gli danzano intorno.

Lora, bellissima e dolente, ha chiuso il cuore a tutti da quando, bambina amatissima, ha perso entrambi i genitori in un tragico incidente stradale. Riceve selezionatissimi clienti su appuntamento nel suo appartamento arredato con i preziosi mobili antichi della nonna, unica testimonianza di quel passato doloroso che le ha strappato il sorriso e con cui non riesce ancora a fare i conti. Vende a caro prezzo i suoi favori per punirsi e nuota nel gin tonic per dimenticare, in una greve routine che viene bruscamente sconvolta quando alla porta bussa, inaspettato, un uomo che non ha il tempo di vedere in faccia e la travolge di calci e pugni fino a lasciarla priva di sensi.

È nello specchio socchiuso della porta che Alessandro, che voleva solo concedersi un incontro “altamente soddisfacente e senza impegno”, come gli aveva promesso l’ex compagno di scuola incontrato ad una reunion, la raccoglie e decide senza darsi il tempo di pensare, di proteggerla dal mostro che l’ha ridotta in quello stato.  

Da quel momento le loro strade si intrecciano e si separano bruscamente più volte, dando a ciascuno il tempo di attraversare i corridoi bui della propria anima e sciogliere i nodi più intricati nei quali si erano impigliate le loro esistenze.

Maurizio e Renato sono gli amici del cuore di Alessandro, fin dai tempo del liceo, quando tutti li conoscevano come I Tre Moschettieri.

Psicoterapeuta sulle orme di un padre ingombrante che non manca di manifestargli in ogni occasione il proprio malcelato disprezzo umano e professionale, sposato e padre di un ragazzino per ostentare a quella società da cui si sente perennemente giudicato attraverso gli occhi paterni, una rassicurante, borghese rispettabilità, si rifugia nell’amore idealizzato e mai rivelato per Anna, amica di sempre, che vive altrove e sente solo al telefono. Quando la donna torna in città per un breve periodo, lui la va a prendere alla stazione; sono entrambi felici di rivedersi, ma ciascuno a suo modo. Quando lui la porta a colazione in un locale fuori mano per evitare incontri indesiderati che lo costringerebbero a dare spiegazioni che non vuole concedere, lei comprende che i sentimenti di Maurizio sono cambiati e distorti e lo affronta con determinazione costringendolo a guardarsi nello specchio della sua ipocrisia borghese e girandogli le spalle per sempre.

Renato, figlio unico amatissimo, ha assistito impotente da adolescente al disfacimento della madre divorata dal cancro e nel giorno dei suoi funerali, il più brutto della sua vita, ha vissuto l’abbandono più grave e inaspettato: il suicidio del padre, incapace di sopravvivere alla perdita della compagna di vita e di farsi carico anche del dolore del figlio e del suo raddoppiato bisogno di amore. Devastato, Renato non si riprenderà più e solo l’amicizia dei Moschettieri e successivamente i farmaci e le sedute di ascolto di Maurizio, divenuto il suo terapeuta, riusciranno a tenerlo in equilibrio sul filo di una vita costantemente border line, fino a quando, raccolte in uno zainetto le poche cose ritenute indispensabili, non trova il coraggio di abbandonare la casa di famiglia in cui si è confinato per anni e provare a lasciarsi il passato alle spalle.

Quando l’aggressione a Lora si ripete, Alessandro la convince a denunciare il crimine e l’accompagna al commissariato, dove li accoglie l’ispettore Aldo Tondi che prende a cuore la vicenda e si impegna a fare il possibile per scoprire e punire il criminale. Lora racconta all’investigatore quello che ricorda delle aggressioni, ma non è in grado di dare un volto all’uomo che la perseguita.

Nella sua deposizione, però, alcuni dettagli colpiscono Alessandro che, profondamente turbato e agghiacciato dall’idea che di conoscere il colpevole fin troppo bene, va a fondo dei propri sospetti senza rivelarli né a Lora, né alla polizia, fin quando, dopo essere caduto in un depistaggio ben dissimulato, non costringe il colpevole a confessare e, per quanto gli costi, consegnarlo alle manette di Tondi. Sollevato per aver liberato Lora dal suo persecutore e devastato dal tradimento affettivo di colui al quale ha strappato la maschera di rispettabilità, Alessandro riesce in qualche modo a riconciliarsi con l’anziana madre, a perdonarla e a perdonarsi. Immagina finalmente una vita con Lora, che sembra ricambiare i suoi sentimenti, ma ancora una volta gli eventi prendono una piega diversa da quella sperata e ancora una volta deve fare i conti con l’impossibilità di prendere le redini del proprio destino. Solo il tempo, che passa veloce nell’alternarsi delle stagioni, riuscirà a lenire le delusioni di Alessandro, che si è arreso all’ineluttabilità di vivere con il cuore imbavagliato, fino al giorno in cui il suo telefono squillerà di nuovo e dall’altro capo lo raggiungerà la voce calda di Lora, incrinata dall’emozione e dall’imbarazzo, che lo invita a raggiungerla nel paese di montagna in cui anni prima si è rifugiata dopo l’ultima definitiva fuga. Alessandro ha l’occasione di uscire dal suo bozzolo. Tentato dal respingere l’invito, cede all’urgenza che gli brucia nel petto e la raggiunge. Più di una sorpresa lo attendono all’arrivo: all’indirizzo che Lora gli ha dato non c’è una casa, bensì una graziosa trattoria sulla cui porta di legno dipinto si legge “Taralli e tè freddo”.  E quando Lora gli va incontro con il più bello e disarmante dei suoi sorrisi, Alessandro, per quanto tentato dal negarlo a se stesso, si arrende all’ineluttabilità di un amore nel quale, nonostante l’apparente, abissale incompatibilità esistenziale, si sono riconosciuti fin dalla prima occhiata. E le sorprese sono solo all’inizio. (Maria Cristina Orga)

 

L’articolo Taralli e tè freddo proviene da Lo Speakers Corner.

(Fonte: Lo Speakers Corner – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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