Aziende e contribuenti a rischio ‘default’: appello sindacale al Governo
L’Italia nel contesto internazionale, politiche energetiche, edilizia, riforma delle banche, internazionalizzazione delle imprese e riforma fiscale: sono queste le urgenze per Confedercontribuenti; Carmelo Finocchiaro (nella foto): «Il nuovo Governo prenda subito impegni a favore delle aziende e dei contribuenti del Paese».
In attesa della formazione ufficiale del nuovo Governo nazionale, guidato da Giorgia Meloni, diverse sono le tematiche che in Italia necessitano urgentemente una presa di posizione e un cambiamento di rotta immediato, per consentire al Paese, martoriato da due anni di pandemia e dalle conseguenze economiche della guerra in Ucraina, la ripresa in settori fondamentali dell’economia italiana.
A richiamare subito l’attenzione del nuovo Governo sulle urgenze del Paese ci pensa Carmelo Finocchiaro, presidente di Confedercontribuenti, che pone l’accento sulla posizione dell’Italia nel contesto internazionale, sulle politiche energetiche italiane, sulle misure a salvaguardia del settore dell’edilizia, sulla riforma delle banche, l’internazionalizzazione delle imprese, su una necessaria riforma fiscale.
«In prima battuta – esordisce Finocchiaro guardando alla posizione dell’Italia nel contesto internazionale – il Paese deve rimanere ancorato all’UE. Non possiamo rischiare che vengano messi in discussione tutti i trattati che hanno portato al PNRR.
L’Italia ha bisogno di poter usufruire di tali misure e questo è il momento in cui il nuovo Governo lavori affinché si raggiungano gli obbiettivi che i cittadini attendevano già da prima delle elezioni».
Le difficoltà che esercenti e cittadini percepiscono in termini di costi dell’energia non possono far passare in secondo piano le politiche energetiche.
«Non possiamo continuare ad andare avanti di bonus in bonus – continua il presidente di Confedercontribuenti – oggi e non domani è il momento in cui è necessario acquistare altri due rigassificatori.
È inoltre necessario un piano immediato per la nascita delle nuove centrali nucleari di ultima generazione».
Sempre in materia di energia l’attenzione di Finocchiaro è rivolta anche alle rinnovabili.
«Bisogna lavorare per promuovere le energie rinnovabili, e ciò non può essere fatto se per ottenere un’autorizzazione per la realizzazione di nuovi impianti di energia alternativa passano mesi se non anche anni. Sono necessari incentivi e tempi certi, massimo 90 giorni.
L’Italia su questo fronte non può rimanere indietro».
Traino dell’economia nella ripresa postpandemica è stato il settore dell’edilizia. «Mi auguro – prosegue Carmelo Finocchiaro – che questo Paese non sia costretto a rinunciare a quelle che in questi anni hanno rappresentato una leva di sviluppo, come gli Ecobonus, che hanno consentito un aumento del prodotto interno lordo di oltre il 6%, annullando la disoccupazione nel settore dell’edilizia.
Ecobonus, superbonus 110 ed i vari bonus edili nel momento in cui il Governo Draghi li ha messi in discussione hanno creato un rischio concreto di fallimento per oltre 50mila imprese, con conseguente perdita di milioni di posti di lavoro».
Ed infine, ma non ultimi in termini di importanza, sono il tema della riforma delle banche, dell’internazionalizzazione delle imprese e della riforma fiscale:
«Il rapporto tra banche e clienti – spiega Carmelo Finocchiaro – non può più essere squilibrato.
Le banche devono anche valutare cosa rappresenti un cliente nel territorio.
A tal proposito serve una politica di allentamento delle misure restrittive della concessione del credito, in modo da agevolare lo sviluppo delle imprese, che equivale a sostenere i posti di lavoro e a dare maggiore competitività all’estero delle nostre imprese italiane.
L’internazionalizzazione delle imprese italiane rappresenta un aspetto fondamentale, anche alla luce del caro carburante.
Le nostre imprese rischiano di rimanere strozzate. Urgono misure strutturali che siano capaci di supportare il made in Italy all’estero.
Imprese e cittadini – conclude Finocchiaro – devono essere supportati da una necessaria e non più rimandabile riforma fiscale, che con l’ultimo Governo in carica non si è fatta.
L’abbassamento del cuneo fiscale e l’abbassamento delle aliquote sono cambiamenti che cittadini e imprese attendono e per i quali hanno forse sostenuto la proposta della coalizione di centrodestra, affinché venga ristabilito un rapporto di parità tra i contribuenti e fisco.
Oggi tutto è ribaltato a favore del fisco. Anche l’onere della prova è a carico del contribuente.
Il fisco ha subito una involuzione che ha caricato sulle spalle dei contribuenti anche gli strumenti di deflazione del contezioso tributario.
È necessaria anche la riapertura della rottamazione per le cartelle fino al 2021, con piani di rientro che non eccedano del reddito del contribuente o utile di impresa. Questi sono segnali che devono arrivare subito».
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)