Napoli – Torino 3 a 1 – Gli azzurri dominano il Toro nel primo tempo con un incontenibile Anguissa
Napoli – Torino 3 a 1 – Gli azzurri dominano il Toro nel primo tempo con un incontenibile Anguissa
Marcatori: 6′ p.t. 12′ p.t. Anguissa (N), 37′ p.t. Kvaratskhelia (N), 44′ p.t. Sanabria (T).
Il Torino di Ivan Juric, è stato un ottimo banco di prova per il futuro prossimo oltre che la conferma di una squadra che può giocarsela fino alla fine
Neanche Luis Miguel Dominguín nella serata migliore, avrebbe domato così bene un toro, come hanno fatto gli azzurri ieir al Maradona, anche se non erano las cinco de la tarde e i partenopei, hanno da subito fatto intendere ai granata, che non avevano di certo l’idea di vestire i panni del povero Ignazio Sanchez Mejias, anzi in poco più di mezzora la pratica Juric, è stata catalogata è messa in archivio.
Le squadre di Ivan Juric si sa quando incontrano formazioni tecniche, che prediligono le triangolazioni, e che sono poco inclini al dribbling e soprattutto ai repentini cambi di campo, trovano la soluzione migliore per il loro “uno contro uno”, situazioni tattiche che vanno a nozze per il loro modo di giocare, ce ne ricordiamo bene, visto le recenti lezioni che proprio al Maradona già San Paolo, il tecnico croato a inferto spesso da queste parti, per l’occasione aveva l’opportunità di non dover fare i conti con Osimhen, che è una costante impazzita, per i suoi accorgimenti tattici, ma questa volta ha trovato di fronte un allenatore ancora più acuto di lui, la partita l’ha vinta Spalletti, già prima di scendere in campo, con i suoi accorgimenti, che hanno dato esiti insperati e bellissimi.
Il Napoli ha dovuto affrontare una partita non certo facile,contro un avversario “fisico”, che nonostante la batosta dei tre gol presi in poco più di 40 minuti, proprio come un toro, nonostante le tre “banderillas”, a continuato a attaccare a testa bassa, un Torino ostico mai domo, che sul finire del primo tempo e all’inizio della ripresa ha fatto temere per il peggio, anche se di parate importanti di Meret, ne contiamo appena due, una di Vlasic nella prima parte di gara e l’altra nella ripresa a opera di Radonjic, in altri tempi e con l’ex allenatore dei partenopei, questa partita non si sarebbe vinta, ma con questi calciatori, dediti alla sofferenza e al gesto tecnico superiore, si è notata la differenza che c’è tra una buona squadra e una squadra ottima.
Gli azzurri hanno pescato, nel giro di qualche anno, calciatori misconosciuti ai più ma che hanno nelle loro corde la qualità del campione, spero di non fare peccato se a oggi, personalmente paragono il centrocampo del Napoli a quello del Barcellona di Guardiola quello con Sergio Busquets, Xavi e Iniesta, e all’altro ancora più leggendario del Real Madrid degli ultimi tempi, cioè Casimiro, Modric e Tony Kroos, forse un accostamento un tantinello azzardato ma che a mio avviso ci può stare. Ieri Lobotka, Anguissa e Zielinsky con il supporto nella ripresa di un Ndombele sempre più integrato, hanno dato bella prova di se, con il camerunense una spanna sopra tutti.
Se c’è da muore qualche critica, in questo momento di grazia, forse difensivamente il Napoli ha qualche carenza sulle fasce esterne basse, dove i terzini hanno qualità superiori quando devono impostare, ma non la stessa propensione, quando c’è da stare attenti, in difesa, dove invece di un rinvio, si tenta un colpo di tacco, cosa poco comprensibile e altamente rischiosa, come accaduto ieri, un movimento che ha consentito agli avversari di andare in rete, ma sono dettagli che alla fine ci possono pure stare, in 90 minuti di gioco, la perfezione è lontana un poco in tutte le attuali squadra, che militano nel campionato italiano.
Bravissimi e diligenti i tre in avanti, con l’ennesima ciliegina di Kvaratskhelia, con una Raspadori preziosissimo in fase di costruzione e il solito, indomabile Politano.
Nella ripresa, un poco di stanchezza, post presenze nelle rispettive nazionali, per i troppi spostamenti, ha inciso su alcuni calciatori e forse anche il pensiero che tra tre giorni ci sarebbe stata la sfida europea con l’Ayax, squadra tosta, molto simile, dal punto di vista della fisicità al Torino di Ivan Juric, che è stato un ottimo banco di prova per il futuro prossimo oltre che la conferma di una squadra che può giocarsela fino alla fine, con tutti. Se sono rose..
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