Capua. Guerra ‘all’ultimo colpo’ tra due fratelli imprenditori e costruttori: eccezioni e condanne
Attraverso una serie di controlli mirati, la Guardia di Finanza di Capua scoprì un grosso giro di fatture false per operazioni inesistenti e denunciarono – dopo ancuni “input” anonimi – due imprenditori e un ingegnere di Santa Maria Capua Vetere per i quali il Pubblico Mnistero chiese e ottenne il loro rinvio a giudizio dinanzi al Tribunale sammaritano.
Sono pertanto finiti alla sbarra Pasquale Bonavolontà, difeso dall’avvocato Domenico De Sena), Gaetano Bonavolontà, difeso dagli avvocati Gaetano e Raffaele Crisileo – quest’ultimo nella foto), e l’ingegnere Biagio D’Amore, difeso dagli avvocati Mauro Iodice e Luigi Trocciola.
Mercoledì 28 settembre, nel corso dell’udienza dibattimentale decisiva, dinanzi alla Prima Sezione Penale del Tribunale sammaritano presieduta dalla dottoressa Patrizia Iorio, non è stata ammessa la costituzione di parte civile presentata dall’avvocato Gianluca Giordano nell’interesse di Antonio Mercorio che denuncio suo fratello Vincenzo, all’epoca socio e amministratore della Ecogem srl., per una serie di reati tra cui truffa, appropriazione indebita ed altro, perpetrati ai danni dei soci e in particolare ai propri danni.
Accolta in pieno la richiesta dei difensori degli imputati che alla scorsa udienza si opposero vibratamente con articolate eccezioni di diritto sulla mancanza di legittimazione a costituirsi parte civile in un reato tributario di quel tipo e la insussistenza del danno patito da Antonio Mercorio.
Essi ritennero che l’unica persona offesa dal reato era l’Agenzia delle Entrate e l’altro fratello, appunto Antonio Mercorio, non era assolutamente abilitato a entrare come parte eventuale nel processo penale.
Anche il fascicolo del dibattimento – come chiesto dalla difesa – era stato epurato in ogni sua parte da tante memorie e documenti che l’avvocato Giordano, nella qualità di costituenda parte civile, aveva fatto entrare o comunque tentato, di fuori udienza.
Come è noto il pubblico ministero titolare delle indagini scisse questo processo in due tronconi: il primo a carico del solo Vincenzo Mercorio, già condannato alla pena di 1 anno e 4 mesi di carcere nonché al risarcimento dei danni. da liquidarsi in sede civile. dalla terza sezione penale presieduta dalla dottoressa Luciana Crisci; il secondo troncone invece non superò la richiesta di archiviazione del pubblico ministero sammaritano.
Il procedimento attuale è conseguito a un accertamento della Guardia di Finanza di Capua, che puntò il suo obiettivo su diverse fatture emesse dall’ingegner D’Amore nei confronti della ditta dei Bonavolontà per delle opere di consulenze che vennero ritenute operazioni inesistenti.
Nella prossima udienza cominceranno a sfilare i tantissimi testi dell’accusa e della difesa.
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