Oggi, 79° anniversario della nascita al Cielo dell’Eroe Salvo D’Acquisto
Chi è Salvo D’Acquisto?
Salvo D’Acquisto questi nasce il 15 ottobre del 1920 a Napoli, a Villa Alba, un edificio di quattro piani in via San Gennaro nel rione Antignano. È primogenito di cinque figli in una famiglia profondamente cristiana. Frequenta la scuola dell’infanzia dalle Suore Salesiane “Figlie di Maria Ausiliatrice” di via Alvino, nel quartiere Vomero, e successivamente anche il Liceo Tito Livio. Il 15 agosto del 1939 si arruola, volontario, nel Corpo dei Carabinieri e frequenta la scuola allievi fino al 15 gennaio dell’anno successivo, 1940. Con l’arruolamento nell’Arma dei Carabinieri Salvo realizza il suo ideale del “dovere come missione” a difesa dei più deboli e dei più umili. I suoi commilitoni lo descrivono riservato, prudente, di poche parole, ma sempre altruista e sincero. Ancora volontario, a poche mesi dall’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, il 23 novembre del 1940, parte per la Libia (Tripoli) con la 608° 110 Sezione Carabinieri e nelle operazioni belliche viene ferito ad una gamba ma resta con il suo reparto in zona di operazioni, fino a quando non contrae una febbre di natura malarica. Rientra in Italia ed il 13 settembre del 1942 inizia a frequentare, a Firenze, il corso per allievi sottufficiali. Il 15 dicembre viene nominato Vice Brigadiere e destinato alla Stazione Carabinieri di Torrimpietra (RM), una zona rurale extraurbana a poche chilometri da Roma, lungo la via Aurelia, soltanto da qualche anno è frazione del comune di Fiumicino. Dopo il “proclama Badoglio” truppe tedesche si posizionano nei pressi della località Torre di Palidoro che rientra nella giurisdizione territoriale del Comando Stazione dei Carabinieri di Torrimpietra. Nella predetta località il 22 settembre del 1943 alcuni soldati tedeschi vengono investiti dall’esplosione di una bomba a mano, probabilmente per imperizia nel maneggio degli ordigni. Due soldati perdono la vita ed altri due riportano gravi ferite. Il comandante delle milizie tedesche accusa dell’accaduto anonimi attentatori locali e per l’indicazione degli stessi chiede aiuto ai carabinieri della locale stazione che è temporaneamente comandata dal Vice Brigadiere D’Acquisto e questi cerca di dimostrare la fatalità dell’increscioso e luttuoso episodio, ma non viene creduto. Le milizie tedesche, per reazione, applicando una circolare emanata dal Maresciallo Kesserling alcuni giorni prima, effettuano il 23 settembre dei rastrellamenti e catturano ventidue persone della zona, scelte a caso. Il D’Acquisto viene prelevato con forza dalla caserma dei Carabinieri e portato nella piazza principale di Palidoro, ove sono stati già condotti gli ostaggi. I tedeschi procedono ad un sommario interrogatorio nel corso del quale tutti gli ostaggi si professano totalmente innocenti. Interrogano nuovamente il Vice Brigadiere D’Acquisto e questi, senza indugio, ribadisce, ancora una volta, che l’esplosione dell’ordigno è stata del tutto accidentale e che, dunque, tutti gli ostaggi sono innocenti. In merito a tale circostanza la testimone oculare Wanda Baglioni riferisce “Quantunque malmenato e a volte anche bastonato dai suoi guardiani, il D’Acquisto serbò un contegno calmo e dignitoso”. Salvo D’Acquisto e gli ostaggi vengono condotti, poi, fuori dal centro abitato e vengono fornite agli ostaggi delle vanghe e questi sono costretti a scavare una grande fossa nelle vicinanze di Torre di Palidoro, per la ormai imminente loro fucilazione. Le operazioni di scavo durano alcune ore e quando si concludono, è del tutto evidente, che le milizie tedesche stanno per mettere in atto la loro terribile minaccia. A questo punto Salvo D’Acquisto si autoaccusa del presunto attentato, si addossa la responsabilità del tragico e luttuoso episodio e chiede, nel contempo, l’immediata liberazione degli ostaggi rastrellati. In merito Angelo Amadio, testimone oculare, riferisce “All’ultimo momento, però, contro ogni nostra aspettativa, fummo tutti rilasciati eccetto il Vice Brigadiere D’Acquisto. Ci eravamo già rassegnati al nostro destino, quando il sottufficiale parlamentò con un ufficiale tedesco a mezzo dell’interprete. Cosa disse il D’Acquisto all’ufficiale in parola non c’è dato di conoscere. (Nella foto Alessandro D’Acquisto – fratello di Salvo all’intitolazione dell’Istituto Comprensivo di Calvi Risorta “Cales Salvo D’Acquisto” che avvenne il 20 settembre 2016). Sta di fatto che dopo poco fummo tutti rilasciati: io fui l’ultimo ad allontanarmi da detta località”. I ventidue prigionieri vengono liberati e questi subito si danno alla fuga, lasciando il sottufficiale napoletano già dentro alla fossa, dinanzi al plotone di esecuzione. Il D’Acquisto al grido di “Viva l’Italia” viene colpito dalla scarica di un’arma automatica che porta a termine l’esecuzione. I militari germanici ricoprono il corpo con il terriccio, spostandolo con i piedi. Il comportamento del giovane Vice Brigadiere colpisce gli stessi autori della tragica esecuzione, tanto è vero che il giorno dopo, alla già citata testimone oculare Baglioni, questi le riferiscono “Il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte”. Per tale eroico gesto a Salvo D’Acquisto viene conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria e la Chiesa, il 25 novembre del 1991, lo proclama servo di Dio e, da più parti, si auspica che, in tempi brevi, lo elevi anche agli onori degli altari.
Le spoglie mortali di Salvo D’Acquisto sono custodite nel Monastero di Santa Chiara di Napoli.
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