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Al sud ancora si crepa (di fame) e i leader attaccano il reddito: sono gli straccioni della politica col Rolex in bella mostra

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Al sud ancora si crepa (di fame) e i leader attaccano il reddito

DI VERONICA TOMASSINI

10 SETTEMBRE 2022

Quindi come fare, per seppellire Conte ad esempio? Per un povero, Conte e il reddito e chi lo ha immaginato, sono una lanterna. Invece dai talk tocca pararsi il viso dai latrati di un gruppo di favolosi caprioli, una visione delicata in fondo, favolosi caprioli con un Rolex al polso, non so. E la sanno lunga eh. Su ’sti morti de fame, truffatori delle risorse dello stato, faccendieri della malasorte che a forza di sgraffignare, lasceranno in mutande l’ex uomo nuovo, l’epigono della donna di ferro, i vari occhi di tigre. Tutta sta bella gente. Non erano meglio le mortadelle lanciate dagli scranni?

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Li senti parlare dalle poltroncine dei talk. C’è l’ex uomo nuovo. Dicono che non abbia mai lavorato un giorno. Gagliardo, punta il ditino arrotato ai no democratici contro il reddito di cittadinanza. Bacerei la mano di Conte, in questo stesso istante. Però attenzione c’è l’ex uomo nuovo. L’ex uomo nuovo scuote la testa per la terrificante carità, gli occhi vispi da mr Bean, una bella “O” stampata sul volto a indicare sgomento o qualsiasi variazione sul tema. Poi c’è l’aspirante leader, la donna che vorrebbe asfaltare persino la parola, il pensiero, la deduzione di un qualsiasi reddito che finisca nelle oscene tasche di un pusillanime, un ratto nullatenente. Esoticamente fanno campagna elettorale: hanno conversato irosamente e schifiltosamente di welfare, o sud, o terroni, come piaceva tanto una volta berciando sulla discarica del mondo? Non credo. Conoscono il sud come un giapponese l’abbacchio. Al sud crepano sui campi di patate, coltivatori, 15 euro a giornata, non per forza immigrati. Sotto i 50 gradi di agosto, o giù di lì, schiattano, a lavorar qualcosa sui campi, non per forza sono immigrati. Al sud hai un reddito, una passabile distribuzione di equità (ho un mazzo di fiori per Conte), e certo sistema malato, di subordinazione, ricatto, sfruttamento, vorrebbe fartela pagare. Però vedete senza reddito di cittadinanza, non arrivi a fine mese. Non ti restituiscono mai nulla, quaggiù al sud, lo devi scontare, con mille impicci, buste paga adulterate, una marea di rogne e inesattezze. Questo è il sud. Con il reddito di cittadinanza non arrivi a fine a mese, ma puoi entrare in un supermercato e commuoverti della laconica autonomia. Eppure, non ti fanno lavorare, perché lo Stato ti destina il reddito. Sono mance, o poco meno. Non arrivi lo stesso a fine mese. Al sud un povero è povero due volte. È una sciarada. L’ex uomo nuovo con la grande “O” stampata sul volto come una maschera di intontita sorpresa potrebbe non capire. Cosa sia il sud, lui che dicono non abbia mai lavorato un giorno.Però di questi tempi un povero, al sud, è un povero più felice, malgrado guerre, carestie, e portatori di iella che latrano dai talk. Mi si strizza il cuore a vederli, pagare in cassa, impacciati, dignitosi come gli altri. E questo deve fare un po’ senso all’ex uomo nuovo, alla risoluta aspirante premier, con la furia di disossare ogni residuo di giustizia sociale, brani brevissimi di una giustizia sociale, sufficienti tuttavia. Severi con i pusillanimi, evangelicamente sono i piccoli. Forti coi deboli. Che cuor di leone ci aspettano al Governo. Parleranno con i brianzoli quando acceriti non sanno come sputare addosso alla sola dimostrazione di civiltà e compartecipazione che un parlamento sia riuscito a dimostrare negli ultimi cinquant’anni, di più? Quanto schifo gli deve fare che una seppur minima prebenda rovini nelle mani luride di un sottoproletariato. Il sud è il disegno nascosto, da leggere in controluce, al fuoco di una candela. Traduce il patto amorale che dobbiamo stringere ogni volta con individui rimpannucciati di gagliardetti apologetici a cui non crede nemmeno il tipografo che ne stampa i caratteri. Programmi di partito confezionati per una élite dove se vogliamo il più pulito ha la rogna.

Quindi come fare, per seppellire Conte ad esempio? Per un povero, Conte e il reddito e chi lo ha immaginato, sono una lanterna. Invece dai talk tocca pararsi il viso dai latrati di un gruppo di favolosi caprioli, una visione delicata in fondo, favolosi caprioli con un Rolex al polso, non so. E la sanno lunga eh. Su ’sti morti de fame, truffatori delle risorse dello stato, faccendieri della malasorte che a forza di sgraffignare, lasceranno in mutande l’ex uomo nuovo, l’epigono della donna di ferro, i vari occhi di tigre. Tutta sta bella gente. Non erano meglio le mortadelle lanciate dagli scranni?

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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