Napoli. Spia russa infiltrata da 10 anni al Comando della Nato: nessuno sa perché è scomparsa
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#Ucraina, Swascan: ignoti veri motivi fuga spia russa a Napoli#.
La notizia della presenza di una spia russa indisturbata per 10 anni nel Comando Nato di Napoli non dovrebbe stupirci.
Negli ultimi anni sul suolo italiano abbiamo letto e assistito a diversi casi di spionaggio e intelligence straniera.
Non dimentichiamo che l’intelligence ha l’obiettivo di garantire gli elementi informativi necessari per prendere le decisioni opportune a livello di operazioni, sia difensive che offensive.
Una intelligence che sempre più abbraccia anche il campo della cyber intelligence; attività di spionaggio digitale sfruttando vulnerabilità di sistemi non noti (zeroday).
Un ambito che la digitalizzazione delle informazioni, la interconnesione, iperconnessione e condivisione dei dati ha di fatto obbligato tutte le nazioni a dotarsi di centri di offensive cyber operation.
Centri specializzati costituiti da esperti cyber ma anche di zeroday, tool e malware, da infrastrutture tecnologiche di supporto e centri di comando.
Elementi indispensabili per poter inoculare i sistemi con gli APT (Advanced Persistent Threat): software spia che hanno lo scopo di raccogliere le informazioni che transitano nei sistemi.
Il primo ostacolo delle operazioni di cyber espionage è identificare la modalità per introdursi nei sistemi. Se poi questi sistemi sono “air grap” (reti isolate e non collegate con il mondo Internet), a volte l’unico modo è avere un accesso diretto fisico a questi sistemi.
A questo punto la domanda è perché la spia russa lascia all’improvviso “l’incarico” nel 2018 dopo 10 anni di copertura indisturbata?
(Annarlisa Tirrito – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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