Elezioni, ‘parlamentarie’ 5 Stelle: a Caserta e Napoli molti vedrebbero bene Cafiero de Raho quale ottimo ministro della Giustizia
M5S: in Vassallo e Cafiero de Raho, Conte va alla Camera.
LE CANDIDATURE – Altro ramo. Patuanelli seguirà il leader: via dal Senato
Problema: il listino contiano – voluto per portare in Parlamento alcuni volti noti, vista la mannaia del vincolo dei due mandati – scontenta molti. A partire da un veterano come Danilo Toninelli, senatore in uscita dopo due legislature: “Ma che è la roba del listino bloccato? Vi do un consiglio – ha detto rinvolgendosi ai suoi follower – Votate quelli che ritenete essere i migliori. I listini bloccati lasciamoli al Pd”. Pure Azzurra Cancelleri, due mandati completati al pari del fratello Giancarlo, protesta: “È una decisione indigesta che rischia di provocare altre spaccature”.
A Conte però queste regole sono costate settimane di trattative con Beppe Grillo. I posti in Parlamento saranno pochi e, oltre alle personalità esterne, pure molti fedelissimi in regola col limite dei mandati rischiano il posto se non potranno correre da capilista o in più circoscrizioni.
Oltre ai nomi, però, c’è il programma. Ieri il Movimento ha diffuso le proposte depositate al Viminale. In buona parte ricalcano i 9 punti presentati a Mario Draghi il mese scorso: “salario minimo di 9 euro l’ora”, “rafforzamento del reddito di cittadinanza”, “stop a nuove trivellazioni e inceneritori”, fino alla “stabilizzazione” del Superbonus e al “taglio del cuneo fiscale”. Spazio pure per la cosiddetta “sfiducia costruttiva”: non si può sfiduciare un esecutivo se contestualmente non si dà il via libera a un altro governo.
E mentre gli iscritti 5S voteranno alle parlamentarie, anche gli ex alleati del Pd proveranno a chiudere le liste in un insolita direzione ferragostana. Il principale nodo irrisolto resta quello di Bologna, dove Enrico Letta vorrebbe imporre Pier Ferdinando Casini per l’uninominale del Senato, scalzando l’ex sindaco Valerio Merola (a quel punto buono per la Camera). Ieri altri circoli bolognesi del Pd hanno scritto al segretario ribadendo il No al decano centrista. Ma la composizione delle liste è pratica spietata e già inizia a mietere vittime. Di ieri l’addio al partito del pugliese Dario Stefano, a cui il gruppo dirigente legato a Michele Emiliano ha tolto la terra da sotto i piedi; mentre la deputata Giuditta Pini ha intuito l’aria che tira: “Per quello che so, il Pd sta decidendo che non sia più utile che io faccia la parlamentare. Aspetto l’ufficialità”.
(DI L. GIAR. – Fonti: Fatto Quotidiano – Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)