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Maddaloni. ‘Covid Hospital’: ricoveri in crescendo, ma personale sempre più carente

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Benché ci sia stato un cambio ai vertici della direzione sanitaria, siamo costretti a tornare a parlare del Covid Hospital di Maddaloni,seè vero che la precedente gestione Leoncini ha lasciato dei provvedimenti contraddittori che stanno mandando in affanno più cha mai la struttura.

Il 23 giugno si ravvisava la necessità di riaprire un reparto temporaneamente chiuso in precedenza per una nuova impennata di ricoveri e circa una settimana dopo venivano firmati nulla osta ad OSS presso altri ospedali per riduzione del personale.

La matematica non è un’opinione e chi legge si chiederà: aumentano i ricoveri e si sposta il personale? Quale è la logica che muove questi provvedimenti?

Probabilmente non lo sapremo mai visto che, poco dopo, il direttore sanitario è stato sostituito. E forse già questa è una risposta.

Pper chiarire quale sia, ad oggi, la situazione nell’ospedale covid, proviamo a dare dei numeri

Attualmente nei reparti sono ricoverati circa 50 pazienti (escluse le terapie intensive).

Quasi tutti questi pazienti sono ultraottantenni, allettati e soffrono delle patologie più varie, per lo più di carattere geriatrico o con necessità chirurgiche, ma, essendo risultati positivi al covid, vengono accolti all’ospedale di Maddaloni.

Il fabbisogno dei reparti per l’assistenza ai degenti sarebbe, sulla carta, di cinque infermieri distribuiti sui tre turni. quattro OSS nel turno di mattina e due nei turni pomeridiano e notturno.

Questo in un regime normale per garantire a tutti l’adeguata igiene ed assistenza per le terapie.

Oggi per ogni turno lavorano, mediamente, la metà degli operatori sanitari che abbiamo indicato.

Se gli infermieri in servizio nei reparti in genere sono tre anziché cinque, per gli OSS la situazione è anche peggiore.

Soprattutto nel turno di notte c’è sempre un solo OSS per reparto, e considerate che solo per cambiare un pannolone ad un paziente allettato, giusto per fare un esempio pratico, ne servono almeno due.

Come risolvere i problemi non è dato sapere intanto ciascuno fa il possibile con notevoli difficoltà.

Val la pena ricordare che si lavora con i famosi scafandri, con il caldo torrido di questi giorni e a volte anche i dispositivi di protezione scarseggiano, per cui si facilita il contagio degli operatori.

Assenze per malattia, ferie dovute ed altri permessi legittimi costringono chi è in servizio anche a coprire due turni consecutivi per non lasciare sguarniti i reparti, aggiungendo ulteriore stress a quello fisico e psicologico  di questi ultimi anni.

Quando manca un OSS della cooperativa viene mandata la sostituzione dalla cooperativa stessa, ma quando manca un OSS titolare la sostituzione non c’è.

Per fare certi turni più che un caposala servirebbe un prestigiatore.

Con il personale medico la situazione non è certo migliore.

C’è carenza anche di medici nei reparti e gli infermieri stessi denunciano una condizione di mancanza di punti di riferimento e, addirittura, di autogestione.

Questa sarebbr l’eredità lasciata dalla precedente gestione.

Con l’avvento del nuovo direttore sanitario si potrà certamente integrare il personale, che sul territorio è presente, e, probabilmente è distribuito su strutture dove la necessità e minore.

In questo modo i pazienti potranno essere seguiti come meritano, come è nel loro diritto, sancito dalla Costituzione e tutti gli operatori potranno lavorare dignitosamente, ognuno nel proprio ruolo, e con un minimo di serenità in più per quanto è possibile.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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