Robinson: Notte prima degli esami
Robinson – La Repubblica
A cura di Lara Crinò – 18 giugno 2022
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“Ogni tanto, nel corso della vita, qualcuno tirerà fuori l’esame di maturità, e voi avrete la vostra epica, direte che l’avete fatto nel 2022, e non puoi capire cosa mi è successo – e comincerete a raccontare”. Al rito di passaggio per eccellenza, che attende in questi giorni migliaia di ragazzi, è dedicata la copertina di Robinson in edicola oggi con Repubblica. È Francesco Piccolo, qui citato, a ripercorrerne i riti, dalla corsa a indovinare le tracce al meraviglioso “dopo” dell’estate post-maturità. Silvia Ronchey ricorda invece una prova di greco speciale: quella di Sigmund Freud. Nel 1873 il padre della psicoanalisi, allora diciassettenne, si imbatté in Sofocle e nel suo Edipo, e tutti sappiamo quanto abbia contato nella sua teoria rivoluzionaria dell’inconscio. Infine, Chiara Valerio ci spiega perché la vita è matematica e perché calcoli e probabilità ci insegnano a vivere con gli altri. Proseguendo nella lettura, troverete le cronache dal processo per la strage del Bataclan di Emmanuel Carrère, le recensioni ai libri in uscita e lo spazio dedicato allo scrittore da riscoprire: questa settimana Paolo Di Paolo fa il ritratto di Ermanno Rea. Potete scriverci a robinson@repubblica.it e seguirci sui nostri social: Instagram (@robinson_repubblica) e Twitter (@Robinson_Rep).
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Il manifesto di Dall’altra parte del mare realizzato da Toni Demuro
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Ritorna in Sardegna Dall’altra parte del mare, la rassegna dedicata alla letteratura ispanoamericana e spagnola; tra le ospiti anche Rosa Montero, autrice di La buona fortuna per Ponte alle Grazie. Proprio Montero ha scritto un racconto sulla ricerca della felicità, il tema dominante del suo romanzo, che ospitiamo nelle pagine dei Festival. Oltre alle numerose segnalazioni degli eventi culturali in giro per l’Italia, ci soffermiamo anche su Welcome To Socotra, il festival organizzato a Milano dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e su La punta della lingua, rassegna marchigiana di poesia: sul palco si troveranno insieme Boris Chersonskij, ucraino, e Sergej Gandlevskij, russo. I due poeti ci hanno affidato le loro emozioni alla vigilia di questo appuntamento.
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Caravaggio, Decollazione di San Giovanni Battista (1608)
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C’è un dialogo tra l’arte contemporanea e i grandi maestri, e quando funziona le opere che produce danno nuovi significati all’antico. Per il Padiglione di Malta alla Biennale di Venezia, i curatori hanno chiesto all’italiano Arcangelo Sassolino di reimmaginare un capolavoro centrale per l’identità dell’isola: la Decollazione di San Giovanni Battista, il quadro più imponente di Caravaggio, dipinto nel 1608 per l’oratorio della cattedrale di San Giovanni a La Valletta, dove tuttora si trova. Il risultato è un’installazione immersiva, intitolata Diplomazija Astuta, dove l’acciaio, il fuoco e l’acqua, nella loro metamorfosi, rievocano i significati della vicenda narrata dalla Decollazione e il suo meraviglioso apparato scenico, in un inno alla capacità dell’arte di illuminarci e strappare la storia degli uomini al buio della morte. Per Robinson abbiamo viaggiato tra l’isola dei cavalieri e la Laguna e vi raccontiamo questa conversazione nello spazio e nel tempo.
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Libri per ragazze e ragazzi
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Un’illustrazione di Anna Desnitskaya per Transiberiana. Tutti a bordo! (Donzelli) scritto da Alexandra Litvina
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Un nome – Transiberiana – che evoca subito il fascino dell’Oriente. Ed è al mitico treno in transito per due continenti, già fonte di ispirazione per scrittori e artisti, che dedichiamo le nostre pagine per ragazze e ragazzi. Lo spunto è uno splendido volume sull’argomento, scritto da una coppia di autrici russe e appena uscito per Donzelli. Ricco di dati e di testimonianze, è frutto – come spiega l’illustratrice Anna Desnitskaya, intervistata da Ilaria Zaffino – di un lungo lavoro di ricerca. Un’operazione che ha coinvolto decine e decine di bambini che vivono nella città toccate dal convoglio. E restando in tema viaggi, ma spostandoci dall’uomo agli animali, facciamo conoscenza con il volatile protagonista di un’altra storia in arrivo dalla Russia, Diario di una rondine, di cui ci parla Claudia Morgoglione: un inno alla speranza che supera ogni confine.
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La sagra della primavera di Germanie Acogny: rivisita una coreografia di Pina Bausch del 1975
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Danzatrice, coreografa e pedagoga, la franco senegalese Germaine Acogny sarà a Spoleto
con la sua rivisitazione de La sagra della primavera, spettacolo del 1975 di Pina Bausch reinterpretato in un rito frenetico da 32 ballerini di diversi paesi africani. Ad Anna Bandettini, che l’ha intervistata per noi, Acogny ha raccontato la sua vocazione alla danza, iniziata quando aveva sedici anni, una vita vissuta girando il mondo per insegnare “la natura sacra” del balletto e la scuola che ha fondato in un piccolo villaggio del Senegal. Con un messaggio: anche sul palcoscenico “la grande maestra è la Natura”.
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La copertina del primo numero di Linus uscito nell’aprile del 1965
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I festeggiamenti per i 100 anni dalla nascita di Charles Schulz, creatore dei Peanuts, si svolgeranno alla Reggia di Venaria nell’ambito della Milanesiana, la rassegna ideata da Elisabetta Sgarbi. Per l’occasione saranno esposte 685 prime pagine di Linus, che ci fece conoscere Charlie Brown e cambiò l’idea dei comics in Italia. I personaggi più importanti sono apparsi sulle sue pagine e oggi la tradizione continua con la direzione di Igort. Intervistato da Luca Valtorta, proprio Igort ne racconta il ruolo fondamentale: fu la prima rivista di fumetto in Europa, ripresa in Francia da Charlie che sarebbe poi diventato Charlie Hebdo. E non dimentichiamo che sul primo numero di Linus Umberto Eco dialogava con Elio Vittorini e Oreste Del Buono.
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Sandro Luporini in un disegno di Riccardo Mannelli
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Questa settimana nello Straparlando Antonio Gnoli è andato a trovare a Viareggio, dove vive, Sandro Luporini. Artista e memorabile autore dei testi di Giorgio Gaber, 92 anni, Luporini ricorda la Milano dei primi anni Sessanta in cui si incontrarono e quella stagione memorabile della canzone italiana: “Per noi la politica era parlare di vita, provare a raccontare quello che ci portavamo dentro. In polemica con una certa cultura dominante”. E dell’amicizia con Gaber oggi dice: “Nessuna gelosia o invidia ha oscurato il nostro territorio comune. Quando succede anche un non credente come me può gridare al miracolo”.
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Esiste dunque la cattiveria pura e semplice? Il “raptus” non sarà la risposta più semplice e tremendamente consolatoria al nostro rifiuto di ammettere che può esistere il male come volontà di male? Il ricorrente dibattito sulle Medee figlicide ci riporta allo scrittore che più si tormentò per questo. “Contro il facile ottimismo idealistico e positivistico dell’Ottocento, per cui il male non è che un elemento dialettico destinato al superamento o un episodio passeggero del trionfale progresso dell’umanità, egli ricorda che la realtà del male e del dolore, del peccato e della sofferenza, della colpa e della pena, del delitto e del castigo, è purtroppo una realtà effettiva e ineludibile, che conferisce alla condizione dell’uomo un carattere eminentemente tragico”. Lo scrittore è Dostoevskij, ma chi ne parla qui è il filosofo Luigi Pareyson, in Dostoevskij. Filosofia, romanzo ed esperienza religiosa. L’ottimismo ottocentesco per “l’uomo naturalmente buono, pieno di inclinazioni generose e benevole”, che può fare il male solo disumanizzandosi, è evidentemente ancora il nostro. Ma Dostoevskij è lì, e ci ricorda che esiste “l’uomo del sottosuolo, cattivo, crudele, perverso, irragionevole”.
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