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Che genio quel maiale: “Creativo, giocoso e pulito”

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Che genio quel maiale: “Creativo, giocoso e pulito”

UN SAGGIO – Riabilita il suino, demolendo i falsi luoghi comuni su di lui: “È un animale strategico: quando si mette in testa qualcosa, la ottiene”

DI GUIDO BIONDI
7 GIUGNO 2022
Macellazione del maiale è la traduzione di Pig slaughtering, una frode nata sulle app di dating americane: la persona si adopera per mesi a costruire una finta relazione amorosa “ingrassandola” metaforicamente con l’obiettivo di far investire in cryptovalute su un sito falso. È l’ennesimo gancio per irrobustire il luogo comune attribuito ai simpatici animali rosa, definiti spesso ingenui, rozzi, sporchi, stupidi. L’insospettabile genialità del maiale di Matt Whyman (HerperCollins) fa tabula rasa di ogni stereotipo: il suino è un animale intelligente, creativo, socievole e molto pulito. Elabora strategie sofisticate per raggiungere il cibo e tende a mantenere pulita l’area in cui mangia e dorme.L’autore si è letteralmente innamorato di Butch e Roxi, due maialini regalati dalla moglie per tenere lontane le volpi dal pollaio: “La prima cosa che impari è che in loro c’è un miscuglio perfetto di intelligenza e istinto, il che significa che quando un maiale si mette in testa qualcosa ottiene sempre quel che vuole” scrive Whyman, suggerendo persino di aver imparato dal comportamento dell’animale un nuovo stile di vita, combattendo la disforia e migliorando le relazioni interpersonali. Altra caratteristica è il loro discernimento: “È possibile che il maiale annusi e sbuffi aria calda sulla mano e a quel punto avrà acquisito molti più dati di quanti non ne abbiate acquisiti voi”.A rendere umane le bestiole che grugniscono sono le affinità con i bipedi: “Apprezzano tanto un pasto regolare quanto un giaciglio per la notte, lontano dalle correnti d’aria”. E mentre ce li immaginiamo sotto le stelle uniti romanticamente dalla coda, a riportarci al pregiudizio iniziale ci pensano Pete Lindsay e Mark Bawden, autori del manuale Il teorema del maiale (DeAgostini). I due psicologi e formatori aziendali, utilizzano – a sproposito – la lotta nel fango quale spregiativo per stigmatizzare un comportamento malsano da modificare. George Orwell ne La fattoria degli animali affermava che “essendo i maiali i più intelligenti” toccava a loro guidare altri animali. Ma i due coach vivono ancora nell’epoca dello yuppie rampante: “Quando ci sentiamo bloccati nella gestione di una situazione difficile, probabilmente è perché stiamo facendo la lotta con il maiale. Dietro l’angolo c’è spesso un ‘maiale’ ricoperto di fango pronto a trascinarci dentro il porcile assieme a lui per farci impantanare nella melma, finendo con l’essere sopraffatti”. Insomma il mammifero rosa rischia di essere il prossimo oggetto del politically correct: non si può scambiarlo con un cinghiale, parbleu!

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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