Il nuovo numero in edicola e onlineda domenica 22 maggio a cura di Angiola Codacci-Pisanelli La famiglia è riunita davanti alla tv: come soffre, guardando la tragedia ucraina. C’è chi si commuove, chi prega, chi si mangia le dita. Telecamere, cellulari e ogni forma di empatia si concentrano lì: e non importa se alle loro spalle, oltre la luce del riflettore, un carro armato schiaccia i curdi e una pioggia di bombe turche incombe su militanti, civili, bambini.La copertina di Zerocalcare per il nuovo numero de L’Espresso è dedicata alle “Guerre dimenticate”: che di fronte al massacro seguito all’invasione russa sono sparite dai media. Eppure, spiega l’artista a Simone Pieranni, in quei posti si continua a morire. E quei conflitti continuano a essere importanti anche per il sempre più distratto Occidente.Helena Janeczek rimanda alla saggezza yiddish contro chi, concentrandosi sul grande brigante Putin, lascia liberi i briganti più piccoli, da Kabul a Gerusalemme. Federica Bianchi racconta Odessa, punto nevralgico per il futuro della guerra, Nora Krug continua il suo diario illustrato, e Lirio Abbate nel suo editoriale nota che proprio l’inasprirsi degli scontri in Ucraina fa aumentare l’oblio in cui cadono gli altri conflitti. In Italia intanto i venti di guerra gelano l’economia. È il prezzo della globalizzazione, spiega Eugenio Occorsio, ma le conseguenze, mostra un’inchiesta di Vittorio Malagutti, colpiscono anche i piccoli investitori: soprattutto chi sta pagando un mutuo, conclude Gloria Riva.La politica è incagliata tra lo scontro interno ai 5 Stelle (“La disfida di Portici”, la chiama Susanna Turco) e le amicizie russe di Salvini sempre più ingombranti e imbarazzanti: dai social del leader populista, nota Mauro Munafò, è sparito il nome di Putin, mentre Paolo Biondani e Leo Sisti rivelano i nuovi guai giudiziari di un oligarca amico della Lega.A complicare il tutto, aggiunge Carlo Tecce, l’incombere di nuove elezioni: che spingono i futuri trombati a far carte false per garantirsi una poltrona nelle Authority o una consulenza per il Pnrr. Si voterà anche il referendum sulla giustizia: ma quello, racconta Simone Alliva, è solo un’arma spuntata.La cronaca racconta i giovani medici sfruttati sul lavoro (di Gloria Riva), la fine del boom del kiwi italiano (Maurizio Franco), le amicizie imbarazzanti del sindaco di Venezia (Andrea Tornago) e nuovi retroscena dell’omicidio del Diabolik romano (Francesca Fagnani ). Mentre Giancarlo Caselli ricorda, tra le amarezze che costellarono la vita di Giovanni Falcone, una sua importante vittoria: grazie a lui finì la carriera del giudice Carnevale, l’”ammazzasentenze” che trovava sempre il cavillo giusto per aiutare la mafia.E L’Espresso chiude con Amélie Nothomb che racconta la sua idea d’Europa e Marcello Fois le sue idee per il Premio Strega. C’è spazio per un ritratto di Hannah Arendt (di Donatella Di Cesare), uno dell’”Homo sovieticus” (di Stefano Vastano), e per un autoritratto di Alessio Boni nelle nuove vesti di papà (di Antonia Matarrese). Mentre Marisa Ranieri Panetta torna al boom edilizio romano di fine Ottocento: che distrusse ville e palazzi meravigliosi ma riportò alla luce gioielli archeologici sepolti dal tempo. |
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