LE TRUFFE DELLE CRIPTOVALUTE
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CRIPTOVALUTE
Bitcoin, il crollo travolge i risparmiatori. Rischi di contagio sulla finanza globale
BOLLE HI-TECH – Almeno 100 milioni di piccoli investitori in Europa e negli Usa sono finiti in trappola
15 MAGGIO 2022
La capitalizzazione che manca si è volatilizzata anche nelle tasche di 53 milioni di cittadini Usa e 45 milioni di europei, tra i quali anche quasi sei milioni di italiani, che detengono token digitali, mentre nel mondo gli investitori sono oltre 300 milioni, cresciuti della metà nel solo 2021 quando la popolarità delle criptovalute cresceva di pari passo ai rialzi. Sulla corsa all’“oro crittografico” hanno influito molti gatti e volpi che hanno pompato (non disinteressatamente) le attese del pubblico. Ma un recente sondaggio ha dimostrato che un terzo degli investitori sa poco o nulla di questi asset. Gli allarmi lanciati per anni da autorità di vigilanza e banche centrali sono caduti nel vuoto. Lo stesso vuoto normativo (i token digitali non sono monete a corso legale e nemmeno investimenti finanziari, in assenza di precise condizioni) grazie al quale il far west digitale ha prosperato.
A leccarsi le ferite sono in molti e non solo risparmiatori. Il possesso e la speculazione sulle criptovalute è concentrata nelle mani della finanza tradizionale, quella che i criptoguru giuravano di voler distruggere grazie alla disintermediazione – salvo poi dichiararsi felici quando anche le cripto sono entrate tra i prodotti intermediati da fondi comuni di investimento, Etf, hedge fund. Legami testimoniati dalla correlazione sempre più stretta tra i prezzi del bitcoin e delle azioni tecnologiche.
A scatenare il crollo (momentaneo?) dell’ecosistema cripto è stata una tempesta perfetta. Innanzitutto la fine della lunga era del denaro facile, iniziata come risposta alla crisi finanziaria globale: il manifesto del bitcoin fu pubblicato il 31 ottobre 2008 dall’anonimo Satoshi Nakamoto, solo sei settimane dopo il crollo di Lehman Brothers, mentre ora le banche centrali alzano i tassi cercando di frenare la corsa dell’inflazione. Poi i timori di recessione globale. Infine la pressione montante dei controlli. Dopo anni di scommesse la speculazione in attività finanziarie rischiose si è inceppata e i mercati cercano porti sicuri. Questo ha causato lo smontaggio delle posizioni costruite a prestito e del “carry trade”, il meccanismo che sfrutta il differenziale di prezzi e rendimenti di attività diverse per ottenere profitti. È così esplosa la bolla delle stablecoin, le criptovalute il cui valore dovrebbe essere agganciato tramite riserve sicure a monete a corso legale, come il dollaro o l’euro, e dalle quali pare passare gran parte del denaro investito e delle transazioni. In settimana la quotazione della stablecoin Terra, teoricamente pari al dollaro, è crollata a picco a pochi centesimi. Qualche problema l’ha avuto anche la stablecoin Tether, le cui riserve invece che in dollari liquidi sono costituite da titoli, il cui prezzo ha sbandato per poi recuperare. Tensioni che rischiano di contagiare la stabilità finanziaria globale.Dopo essersi profondamente scottati, chissà se i piccoli risparmiatori torneranno presto su questi strumenti. L’utopia di un criptomondo senza confini di certo oggi si deve misurare con la realtà dei controlli sulle transazioni finanziarie legati ai nuovi muri tra blocchi geopolitici. Difficile capire se e quando il richiamo dei sogni tornerà a prevalere sulla realtà.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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