A cura di Lara Crinò – 7 maggio 2022
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Ewan McGregor, il più Jedi delle Star (Wars)
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Qual è la più grande virtù di un guerriero? La compassione. È questa verità, forse meno apparente degli aspetti più spettacolari della saga, uno dei motivi del successo planetario di Star Wars. Mentre arriva in Italia l’ultimo capitolo dell’epopea – la serie tv Obi-Wan Kenobi – è Ewan McGregor, intervistato da Arianna Finos, a proporre questa chiave di lettura evocando il suo rapporto con il mondo nato dalla fantasia di George Lucas: dal provino per Episodio I fino al ruolo da protagonista in Obi-Wan Kenobi. Il colloquio con l’attore scozzese apre Robinson in edicola oggi con Repubblica. Nelle pagine seguenti, Claudia Morgoglione ci porta alla scoperta del culto di Guerre Stellari: dalle origini, con l’intuizione di Lucas inizialmente ignorata dagli studios, alla popolarità mondiale, alla nuova vita della saga grazie alle serie tv. Gabriele Romagnoli, infine, riflette sul perché Star Wars è entrato così potentemente in un immaginario che unisce più generazioni, facendoci sentire che la “galassia lontana lontana” parla, in realtà, di noi. Nelle pagine seguenti troverete le recensioni alle novità in libreria: tra gli altri, Chiara Valerio recensisce l’esordio di Bonnie Garmus Lezioni di chimica, storia femminista anni ’50, e Melania Mazzucco rilegge un classico del ‘900, L’assistente di Robert Walser. La pagina dedicata a un autore da riscoprire ospita invece il ritratto dello scrittore friulano Sergio Maldini, firmato da Bruno Quaranta. Potete indirizzare le vostre lettere a robinson@repubblica.it e seguirci sui nostri social: Instagram (@robinson_repubblica) e Twitter (@Robinson_Rep).
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Poster pubblicitario di Giovanni Pintori per la Olivetti Lettera 22
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Colum McCann, lo scrittore irlandese naturalizzato statunitense, ha vinto il premio intitolato a Tiziano Terzani con il suo ultimo romanzo, Apeirogon. Il riconoscimento sarà consegnato all’autore il 14 maggio, a Udine nel corso della rassegna Vicino/Lontano. Nelle pagine dei Festival pubblichiamo in esclusiva un suo testo inedito in cui ricorda come e quando ha deciso di diventare un narratore di storie. Sara Scarafia, invece, presenta un nuovo festival a Reggio Emilia: si chiama Welcome stories ed è stato ideato da Piergiorgio Paterlini. Come sempre, segnaliamo le rassegne culturali della settimana in tutta Italia.
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Ed Ruscha, Standard Station (1966)
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Benvenuti nel mondo iperuranio dell’automobile, dove le più belle vetture del mondo, eternate in pose statuarie, competono con dipinti e sculture, progetti architettonici e scenari urbani che hanno condiviso il loro tempo sulla terra. Curata e realizzata da Norman Foster, architetto di fama mondiale, Premio Pritzker 1999, Lord della Corona britannica, assieme alla Fondazione che porta il suo nome e al museo Guggenheim di Bilbao, la mostra Motion. Auto, arte, architettura restituisce forme e sistema a una fascinazione di lunga durata o, per usare le parole di Foster, a «follie, contraddizioni, creatività, stravaganze e, sì, anche a gioie viscerali, sospese in un significativo frammento di storia». Il racconto su Robinson è firmato da Brunella Torresin.
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Libri per ragazze e ragazzi
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Un’illustrazione di Chiara Fedele per Così parlò Lupo Blu di Elisabetta Dami
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È una delle più amate scrittrici italiane per l’infanzia, celebre soprattutto per aver creato il fenomeno Geronimo Stilton. Ma Elisabetta Dami sa andare oltre il suo personaggio più popolare. Come dimostra col suo nuovo romanzo, un’avventura appassionante che ha come protagonista un lupo. Un’occasione, l’uscita del libro, per ospitarla sulle nostre pagine per ragazze e ragazzi. Dove, in esclusiva per noi, racconta le sue fonti di ispirazione “animale”, spesso legate a grandi classici della letteratura. E a completare il nostro pacchetto settimanale c’è la recensione di Ilaria Zaffino all’albo illustrato, appena uscito, del grande autore svedese Sven Nordqvist. Ultimo capitolo di una serie ad alto tasso umoristico che piacerà a genitori e figli.
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Lily Gladstone e Leonardo DiCaprio in Killers of the Flower Moon
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“Periodicamente, il western muore. Poi, puntualmente, rinasce”. Così scrive Alberto Crespi nelle pagine degli Spettacoli, passando in rassegna le ultime metamorfosi delle storie del West: quelle declinate al femminile, e spiegando perché le radici di questo cambio di prospettiva affondano in grandi film degli anni Novanta come Gli spietati e L’ultimo dei Mohicani. Aspettando uno dei film più attesi del 2022: Killers of the Flower Moon, un western moderno (anni 20 del XX secolo) diretto da Martin Scorsese e interpretato da Robert De Niro e Leonardo DiCaprio.
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Una tavola da La taverna di mezzanotte di Yaro Abe (Bao Publishing)
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C’è una cosa che più di tutte accomuna Italia e Giappone: l’amore per il cibo. I giapponesi adorano il cibo italiano e gli italiani ricambiano. Ma siamo sicuri di conoscere davvero la cucina di questo paese? Perché al di là degli ormai noti sushi e sashimi esiste un mondo: a casa i giapponesi mangiano tutt’altro, il tipo di cibo si può trovare nelle izakaya, sorta di trattorie a conduzione casalinga. Cosa c’entra tutto questo con il fumetto? C’entra eccome, perché esiste un manga intitolato La taverna di mezzanotte e disegnato da Yaro Abe che parla di cibo. Ogni capitolo ha il titolo di un piatto, da “Funghi orecchio di Giuda e uova” a “Yaki Udon”, da “Frittura di kibinago” a “Kinukatsugi” e mentre si parla del piatto si racconta anche la storia degli avventori. In Giappone è diventato un fenomeno e ha dato origine a una serie tv che si può vedere su Netflix. Per spiegarlo meglio ci siamo fatti aiutare da colei che ha portato la cucina da izakaya in Italia: Aya Yamamoto, della Gastronomia Yamamoto di Milano. Non solo: oggi, sabato 7, nel suo locale è prevista una merenda alla giapponese per presentare il nuovo volume de La taverna di mezzanotte (Bao Publishing). Buona lettura e buon appetito!
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Laura Boella in un disegno di Riccardo Mannelli
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Questa settimana, per Straparlando, Antonio Gnoli ha incontrato Laura Boella. La filosofa piemontese da lungo tempo lavora sul pensiero femminile e scrive non solo saggi, ma storie che illuminano l’unicità di alcuni incontri (il suo Con una voce umana narra dello sfiorarsi delle vite di Maria Callas e Ingeborg Bachmann). Qui Boella spiega perché ha colto le sfumature dell’esperienza delle donne senza farne una militanza: “Da tempo mi sono ribellata alla narrazione della loro infelicità”.
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Continua la sfida letteraria ideata da Giorgio Dell’Arti, dedicata ai graphic novel italiani: si è giunti alla fase finale, con 31 volumi rimasti in gara che ora si sfideranno in otto gironi. Stupisce l’estrema varietà di stili, temi, atmosfere, linguaggi dei titoli selezionati dai giudici-lettori. Sfogliate Robinson fino in fondo per sapere chi va avanti e chi viene eliminato e, perché no, per trovare qualche buon suggerimento di lettura.
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A un deputato britannico di un secolo fa il principio si vis pacem para bellum sembrò ridicolo come “se vuoi rimanere sobrio vivi in un pub”. Lo ricorda Anna Bravo in La conta dei salvati, un libro che coraggiosamente sfida una convinzione che oggi sembra perfino superfluo dimostrare: che le guerre siano inevitabili. “Se la voluttà del sangue può contagiare, se il gigantismo della macchina bellica può generare una stupefatta complicità, secondo moltissime testimonianze si combatte per altri motivi: amore per il proprio paese, fiducia in un comandante, senso del dovere, spirito di vendetta, fatalismo. Ma innanzitutto per costrizione e per mancanza di alternative”. Eppure nella storia del Novecento sono esistiti esempi del contrario. Ma “abbiamo talmente bisogno di storie positive che quando le incontriamo ci sembrano troppo belle per essere vere, e c’è sempre qualche persona ‘meglio informata’ pronta a spiegarci che si tratta di leggende buoniste. Chi ha risparmiato il sangue rischia di sentirsi dire che in realtà non è mai esistito”. Può esistere ancora, invece? “Fare qualcosa o non farlo dipende dai rapporti di forza, ma quasi altrettanto dalla forza interiore; il sangue risparmiato fa storia come il sangue versato”.
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