CIRO PERNA DAL CARCERE DI CARINOLA TELEFONAVA IN TUTTO IL MONDO
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La beffa dal carcere 25mila telefonate con il microcellulare
Sono ventitré i detenuti coinvolti nell’inchiesta sull’istituto di Carinola che ha portato alla scoperta delle chiamate abusive a familiari e amici
LE REGOLE VIOLATEBiagio SalvatiSono state oltre 25mila le conversazioni telefoniche che una ventina di detenuti hanno intrattenuto con amici e per lo più familiari (mogli, fidanzate, nipoti) in nove mesi, mentre erano detenuti nel carcere di Carinola. Colloqui telefonici «abusivi» realizzati grazie all’uso di un telefono cellulare definito il più piccolo del mondo, ovvero il modello L8Star venduto anche su molti siti web e fatto entrare in qualche modo nel penitenziario. La circostanza si apprende dalla chiusura delle indagini disposta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che aveva aperto due fascicoli differenti a carico, complessivamente, di 23 persone alcune delle quali ancora detenute a Carinola, altre nel frattempo trasferito e altri ai domiciliari. Il sostituto procuratore Valentina Bifulco, in due diversi periodi temporali, contesta ai reclusi il reato di «accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione» e migliaia di conversazioni telefoniche estrapolate grazie ai tabulati verificati dai periti forensi, attribuite agli indagati. LE CIFRE RECORDIl numero di conversazioni varia sensibilmente da detenuto a detenuto: c’è chi è accusato di aver conversato appena due volte e chi ha eseguito diverse telefonate fino a raggiungere il «record» di 19.321 conversazioni, attribuite ad un detenuto napoletano, Ciro Perna il quale avrebbe poi prestato il dispositivo ad altri reclusi. Ma c’è anche qualche ospite del carcere che ha eseguito dalle mille alle oltre duemila conversazioni, come hanno rilevato gli investigatori. Si tratta peraltro di telefonate eseguite anche nel periodo più forte della pandemia mentre a Santa Maria Capua Vetere scoppiava il caso dei pestaggi da parte degli agenti penitenziari. I TEMPILe conversazioni totali emerse dall’indagine sono, per la precisione, 25.686 e vanno dalla fine del 2020 a metà giugno del 2021. Mentre i sequestri dei cellulari sono stati eseguiti ad aprile del 2021 (a Perna) e a giugno dello stesso anno ad un altro detenuto.I NOMICon Ciro Perna, 36 anni di Napoli sono indagati Ciro Onofri, 56 anni di Sant’Antimo; Alessandro Flagiello, 38 anni, di Mugnano di Napoli; Carmine Russo, 43 anni, di Boscotrecase; Ciro Prudente, 31 anni, di Napoli; Salvatore Riccardi, 35 anni, di Casalnuovo; Francesco Romania, 42 anni, di Boscoreale; Angelo Cesaro, 46 anni, di Frattamaggiore; Vincenzo Cozzolino, 47 anni, di Somma Vesuviana; Giuseppe Marchese, 24 anni, di Trentola Ducenta. In un procedimento simile, aperto successivamente, sono invece indagati Gianluca Terrana, palermitano residente in Germania di 36 anni (ora detenuto a Biella); Attilio De Liso, 40 anni, di Qualiano; Giovanni Porzio, 35 anni, di Napoli; Gaetano Rizzo, 43 anni, di Battipaglia; Antonio Zazzaro, 47 anni, napoletano residente a Carinola; Aniello Sequino, 32 anni, di Giugliano in Campania; Antonio Senneca, 32 anni, di Maddaloni; Giuseppe Prisco, 38 anni, di Napoli; Francesco Zazzaro, 50 anni, di Caivano; Alberto Altieri, 52 anni, di Frosinone; Salvatore Avolio, 28 anni, di Qualiano; Giuseppe Marzolla, 50 anni, di Brindisi e Carmine De Vita, 51 anni, di Napoli. L’ISTITUTOIl carcere di Carinola, nel tempo, è stato teatro di tentati suicidi, suicidi, aggressioni agli agenti penitenziari, evasioni di alcuni reclusi mentre si trovavano in permessi premio, detenuti beneficiari di lavoro esterno accusati di «assenteismo» per non essersi recati al lavoro, introduzioni di droga e telefonini ed anche un atterraggio di un «drone» esterno entrato liberamente nel piazzale del penitenziario oltre al caso di un prete che tentò di introdurre alcuni telefoni.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)