Caiazzo. Donazione di Organi: toccanti rivelazioni di una figlia nata grazie al sacrificio della propria madre
Per la ricorrenza della giornata nazionale della donazione e trapianto d’organi, che ricorre domenica 24 aprile, riportiamo di seguito, con grande orgoglio, la toccante testimonianza di un’esemplare, giovane madre caiatina alla quale un destino crudele strappò troppo presto la mamma, nonostante ben tre trapianti:
Mi chiamo Veronica Palmieri, ho 36 anni e sono mamma di un bellissimo ragazzo di 12 anni. Prima di essere mamma sono stata figlia di una donna meravigliosa: mia madre si chiamava Insero Pasqualina.
Il 30 Marzo 2018, nella ricorrenza del Venerdì Santo, il Signore decise di chiamarla a se.
Mia madre durante la sua breve vita si è sottoposta a ben tre trapianti epatici a seguito di una rara malattia. Il suo calvario iniziò nel 1984, pochi mesi dopo il matrimonio, quando apprese, insieme a mio padre, la notizia di essere in dolce attesa, ma la felicità da li a poco si trasformò in una condanna a morte.
Il responso medico: epatite autoimmune. Malattia del fegato causata da un difetto del sistema immunitario che, per errore, aggredisce le cellule del fegato, provocando un’infiammazione progressiva dell’organo.
La riacutizzazione in gravidanza può associarsi a un severo deterioramento della funzionalità epatica, mettendo a repentaglio la vita del feto e della mamma, che sovente necessita di trapianto epatico.
Sulla base di questa diagnosi i medici consigliarono a mia madre di interrompere la gravidanza e iniziare le cure.
Mia madre decise di portare a termine la gravidanza e di rifiutare di conseguenza le cure.
Mia madre decise di donarmi la vita annullando la sua di vita e così l’11 luglio 1985 venni al mondo.
La malattia di mia madre prese il suo corso, si riacutizzò ed iniziò il suo calvario, fatto di viaggi, di ospedali, di stanze bianche, di medicine, di esami, di speranze e sogni…
Nel 1999 si sottopose al primo trapianto, pochi anni dopo il secondo trapianto e nel dicembre 2017 il terzo ed ultimo trapianto.
Durante gli anni vissuti insieme, mia madre mi ha insegnato che la vera ricchezza non risiede nelle cose materiali che l’essere umano possiede o che aspira ad ottenere ma nell’amore che la nostra anima e’ capace di custodire e di donare.
Sono cresciuta con la consapevolezza del gesto d’amore che mi aveva donato e con la promessa che avrei ricambiato quel gesto perché donare amore genera altro amore; così nel nostro ultimo saluto le promisi che avrei realizzato il suo sogno: diffondere l’amore per la donazione degli organi.
Per lei era essenziale poter piantare un semino d’amore nel cuore delle persone, poter far capir loro l’importanza della donazione perché solo in questo modo è possibile far nascere nuova vita da un albero reciso.
lei stessa era donatrice d’organi: fece promettere a mio padre che se fosse successo qualcosa di irreparabile doveva donare il suo cuore, unico organo che funzionava correttamente.
In questa occasione voglio ringraziare pubblicamente i tre Angeli di mia madre, grazie a voi mia madre è riuscita a vivere i suoi affetti, ad essermi accanto durante la gravidanza e a vivere il suo adorato nipotino per otto anni:
Ringrazio mio padre, uomo dedito ed amorevole: ti sei preso cura di mamma fin da quando eri solo un ragazzino e l’hai accompagnata nel suo cammino di sofferenza e speranza per ben 32 anni tenendole la mano fino all’ultimo;
Ringrazio l’équipe medica dello Zonda ctf, policlinico di Milano;
Ringrazio il presidente dell’AITF provinciale Caserta (Associazione Italiana Trapianti di Fegato), dottor Franco Martino, e il presidente dell’AIDO Caserta (Associazione Italiana Donazione di Organi), Gennaro Castaldi, per avermi accolto nella loro grande famiglia;
Ringrazio il dott. Vincenzo Selva, il Satte di Caserta in particolar modo il dottor Guido Piai e le infermiere Maria Sgambato e Lina Tagliaferro per la loro professionalità e dolcezza;
Ringrazio il dottor Tommaso Sgueglia e il sindaco di Caiazzo, Stefano Giaquinto, per aver dato voce alla sensibilizzazione della donazione d’organi nel nostro amato comune di Caiazzo;
Ringrazio la mia famiglia e Ringrazio Te, mamma, per essere stata mia madre: grazie dal profondo del cuore.
Mi chiamo Veronica Palmieri e in me vivono due persone unite da un profondo amore che nemmeno la morte potrà dividere.
Testimonianze:
Lina era un gigante che viveva prigioniera dentro il corpo di una donna. Sembrava fragile, ma era una roccia, sembrava austera ma era dolcissima, lei desiderava che la donazione d’organi fosse un tema da sensibilizzare in qualsiasi contesto: donare, oltre che ridare la vita a chi non ha più giorni da vivere, è un atto d’amore verso il prossimo (Alessandro Palmieri);
L’umanità di Lina verso il prossimo era splendida: sia d’esempio (Raffaella Mattino);
Io l’ho conosciuta in ospedale: un pomeriggio abbiamo iniziato a chiacchierare ero un po’ giù di morale per mio marito, lei mi ha raccontato la sua storia e ha fatto di tutto per distrarmi da quel giorno; quando arrivavo in reparto mi veniva naturale passare a salutarla. Una Grande Donna (Daniela Brambilla);
Grande donna, forte e coraggiosa (Donatella Dessi);
Lina… Una grande persona, molto riservata e provata, ma sempre gentile con tutti. Il modo in cui ha combattuto contro una sofferenza così grande, dovrebbe essere un esempio per tutti. Sono felice di averla conosciuta! (Paola Isella)
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