A cura di Lara Crinò – 9 aprile 2022
|
|
|
Art Spiegelman: “Non sono il signor Maus”
|
La guerra e gli spettri di nuovi fascismi, la Shoah, la sua nuova opera: la copertina di Robinson, in edicola oggi con Repubblica, è dedicata alle confessioni di Art Spiegelman, l’artista che con Maus, il suo graphic novel sull’Olocausto, ha cambiato il modo di leggere e percepire il fumetto. A Luca Valtorta, che l’ha intervistato, ha detto: “In Maus non c’è nessuna morale consolatoria: mio padre Vladek non è diventato migliore a causa della sua sofferenza, mentre alcuni vogliono una Shoah più ‘amichevole’ da insegnare”. E sul conflitto in Ucraina: “La democrazia è in pericolo in tutto il mondo. Sono pessimista, perché penso che la gente si sia annoiata di vivere senza guerra, e per questo mi rifugio nell’accogliente mondo del fumetto delle origini, come feci dopo l’11 settembre”. Non perdete poi le cronache del Bataclan di Emmanuel Carrère e, come sempre, le pagine dedicate alle critiche delle novità in libreria. L’autore da riscoprire questa settimana è il poeta siciliano Basilio Reale; ce lo racconta Nadia Terranova. Potete indirizzare le vostre lettere a robinson@repubblica.it e seguirci sui nostri social: Instagram (@robinson_repubblica) e Twitter (@Robinson_Rep).
|
L’opera But still, like dust, I’ll rise di Pax Paloscia
|
Fino a giugno il Fidenza Village si trasforma in grande museo all’aperto con lo StreetArt Festival. Si tratta del primo festival phygital di street art in Italia, come racconta uno degli artisti, Lucamaleonte, nell’intervista di Annarita Briganti. Il collettivo realizzerà opere fisiche e opere digitali NFT. I proventi della vendita delle opere digitali saranno devoluti alla Onlus Make-A-Wish® Italia, un’associazione benefica che ha l’obiettivo di realizzare i desideri dei bambini affetti da gravi patologie. Tra le rassegne della settimana, ci soffermiamo anche sul Baba Jaga Fest di Roma, dedicato dal disegno orientale con un articolo firmato da Gabriele Di Donfrancesco. E, come sempre, segnaliamo le altre rassegne in giro per l’Italia.
|
Vasilij Kandinskij, Destino (Il muro rosso), 1909
|
Kandinskij non era dogmatico, la sua pittura senza oggetto aveva una corrente reversibile tra astrazione lirica e geometrica, con clamorosi ritorni alla figurazione e alla tradizione. La cultura popolare, il magico mondo del folclore e delle fiabe russe (che sua zia gli leggeva da bambino) rimasero per lui inesauribili fonti di ispirazione. La mostra Kandinskij. L’opera/1900-1940, allestita a Palazzo Roverella di Rovigo, con la curatela di Paolo Bolpagni ed Evgenia Petrova, parte dalla folgorazione che l’artista ebbe entrando in una dacia durante una missione nel governatorato di Vologda, anno 1889, alla scoperta della minoranza etnica dei Sireni.
|
Libri per ragazze e ragazzi
|
Un’illustrazione di Dan Yaccarino per Dopo la tempesta (il castoro)
|
Nelle pagine dedicate ai ragazzi Dan Yaccarino, uno dei più creativi autori americani, scrive in esclusiva per Robinson un racconto in cui, a partire dal suo ultimo albo intitolato Dopo la tempesta (il castoro), spiega ai più piccoli come la vera sfida sia quella della ripartenza. E ai bambini si rivolgono anche i racconti di paura di Anita Stories, pseudonimo di Anita Silvia Dessì, tra le webstar più amate e seguite dai giovanissimi: solo il suo canale YouTube ha un milione e 320 mila iscritti. Nelle sue storie mescola abilmente tematiche tradizionali del genere e tecniche mutuate dai social, come ci racconta Ilaria Zaffino.
|
Gene Simmons durante un concerto dei Kiss
|
I tacchi altissimi, la lingua, il numero dello sputafuoco, il tour di addio alle scene che arriva anche in Italia. Carlo Moretti ha intervistato Gene Simmons, il leader dei Kiss. Il suo segreto? Niente sballo, solo rock: “Al mio posto Bono crollerebbe”. E di sé dice: “Sono il ragazzo più fortunato del mondo”.
|
Yves Mèny in un disegno di Riccardo Mannelli
|
È uno dei maggiori politologi in circolazione. ma anche un acuto frequentatore della cultura classica, e di quella greca in particolare. Nello Straparlando di questa settimana Antonio Gnoli ha incontrato Yves Mény, che con lui ha discusso dell’eternità del nostro lato oscuro: “Basta leggere Omero per capire che la tecnologia
delle guerre è molto cambiata, ma l’uomo è rimasto lo stesso di cinquemila anni fa”.
|
Dopo la sfida dedicata ai classici russi, il torneo letterario di Robinson riprende con una sfida decisamente contemporanea, ideata come sempre da Giorgio Dell’Arti: i nostri lettori dovranno scegliere il migliore graphic novel italiano del 2021. Le sorprese non mancheranno.
|
“Cosa ha permesso senza tentennamenti l’uccisione di tanti civili inermi, particolarmente di donne e di bambini, trucidati per di più con modalità spesso particolarmente violente? Cosa ha reso possibile vedere dei nemici in quelle donne in quei bambini, cosa ha giustificato il massacro indiscriminato generalizzato?”.
No, non si parla qui di Bucha o di Mariupol, ma di Marzabotto. La domanda muove le centinaia di pagine dello studio finora più accurato su quella tragedia, Il massacro, di Luca Baldissara e Paolo Pezzino. Un libro che evita, con la strenua forza dello storico, le spiegazioni retoriche, e cerca, con la strenua forza dello storico, una risposta nella catena delle cause, degli eventi, e delle ideologie in gioco. Non “male assoluto”, ma prodotto mostruosamente razionale della guerra, “quel massacro fu un capitolo della guerra anti partigiana in Italia, strategicamente condotta dagli alti comandi tedeschi attraverso la formulazione di un coerente sistema di ordini teso alla devastazione del territorio e dell’habitat della guerriglia, reso possibile nella sua forma terroristica e assassina dal di più di violenza legittimato dall’ideologia nazista”.
|
|
|
|