LA DIA TRACCIA LA MAPPA DEI CLAN OPERTIVI IN PROVINCIA DI CASERTA
I capi sono tutti in carcere, molti esponenti di spicco sono diventati collaboratori di giustizia, eppure la camorra casertana, grazie anche all’arruolamento di nuove leve, è pienamente operativa, e ciò perché è sempre attiva “l’area grigia” formata da imprenditori e funzionari pubblici che hanno permesso ai clan per decenni di radicarsi in modo profondo sul territorio. Sono le conclusioni a cui giunge la Dia (Direzione investigativa antimafia), nella relazione sulle mafie relativo al primo semestre 2021.
I Casalesi sono operativi soprattutto nel comprensorio agro aversano e sul litorale tramite i La Torre-Fragnoli, clan attivo nella zona di Mondragone. Nelle altre zone della provincia continuano ad operare clan storici come i Ligato-Lubrano (area di Pignataro Maggiore, Calvi Risorta, Teano, SParanise), gli Esposito (zona Sessa Aurunca, Cellole, Falciano del Massico e Roccamonfina), i Del Gaudio (Santa Maria Capua Vetere e dintorni), i Massaro (San felice a Cancello e Arienzo) e soprattutto i clan Belforte e Piccolo, entrambi attivi a Marcianise e nei comuni limitrofi, come Maddaloni e il capoluogo Caserta: proprio qualche giorno fa sono state arrestate le “nuove leve” dei Piccolo.
La camorra si fonda su “stabili equilibri criminali”, consolidati nel tempo, in cui sono ammessi gruppi criminali minori, ma in una condizione di coordinata coabitazione con i principali grandi cartelli: la relazione della Dia conferma la “strutturazione organizzata” in un vero e proprio “‘sistema’, basato su stratificati e complessi livelli decisionali, su una struttura criminale consolidata sul territorio e dotata di un direttorio per la gestione e il coordinamento dei gruppi subordinati”.
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