Italia-Macedonia del Nord, non solo calcio
Scritto da Antonio Castaldo – Il 24 marzo 2022 “La più grande delusione” di Mancini è stata la stessa degli sportivi italiani e dei calciatori che sul rettangolo di gioco hanno sprecato, pur nel 75% di possesso palla, l’occasione di poter vincere la semifinale playoff contro la Macedonia del Nord. Per la seconda volta consecutiva, viene a mancare l’accesso ai Mondiali, questa volta per il bel gol di Aleksandar Trajkovski fatto al 92’. Gli Azzurri, Campioni d’Europa in carica, fuori dai Mondiali 2022 vedranno giocare altre squadre in Qatar sotto altre bandiere e casacche che hanno saputo conquistare la loro qualificazione. La Repubblica della Macedonia del Nord, con capitale Skopje, è nata il 25 settembre 1991 dal disfacimento della Ex Juogoslavia, ed è entrata nell’ONU l’8 aprile 1993, e dal versante calcistico ha registrato il suo ingresso come membro FIFA e UEFA nell’anno 1993, ed ha censito 1.832.696 abitanti nell’anno 2021.
Nell’esperienza migratoria in Italia i macedoni sono arrivati a partire dagli anni ’90 del Novecento, collocandosi nelle piccole cittadine del Centro e del Nord d’Italia e portando i loro mestieri ed il loro lavoro a sopperire abilmente la mancanza di manodopera italiana prevalentemente nei settori dell’edilizia e della pastorizia. Molti di loro hanno anche la cittadinanza bulgara, in particolar modo i macedoni ortodossi della parte orientale della Macedonia, ed in quanto cittadini dell’Unione Europea sono liberi di muoversi e stabilirsi in Italia.
La Chiesa Ortodossa nella sua storia è stata in comunione con la Chiesa Cattolica Romana fino al 1054 l’anno del “Grande Scisma” che per la storiografia occidentale è denominato “Scisma d’Oriente” e per gli Ortodossi è lo “Scisma dei Latini”. La frattura fra le Chiese d’Oriente e quella di Roma, ad oggi ancora sussistente, in alcuni casi in passato ha visto alcune comunità ecclesiastiche ortodosse hanno riconosciuto l’autorità del Papa divenendo Chiese cattoliche di rito orientale, mentre dallo sdegnoso punto di vista ortodosso quest’ultimi aderenti sono indicati come Uniati. Nel caso della Chiesa Ortodossa Macedone è da mezzo secolo che essa dolorosamente vive in isolamento e scissione per l’autonoma decisione presa nel 1967 dai metropoliti macedoni di staccarsi dalla Chiesa di Belgrado. Ecclesiologia e politica, storia e cultura si mischiano in un intricato caso che potrebbe risolversi con il non ancora ottenuto riconoscimento richiesto alla Chiesa Ortodossa Bulgara della loro comunità come Chiesa autocefala.
Secondo regole e canoni non chiari la concessione dell’autocefalia teoricamente tocca al Patriarcato ecumenico, ma in alcuni casi è avvenuta anche ad opera del Patriarcato russo. La Chiesa Ortodossa d’America l’ha ricevuta da Mosca, ma non è stata riconosciuta da Costantinopoli mentre la Chiesa Ortodossa Estone è accettata da Costantinopoli ma non è riconosciuta da Mosca. Ed infine in questi ultimi anni c’è stata la costituzione della Chiesa Nazionale Ortodossa Ucraina con l’opposizione del Patriarcato di Mosca rispetto alla concessione dell’autocefalia ottenuta dal Patriarcato di Costantinopoli. Per questo non è azzardato individuare anche una radice religiosa nella invasione in atto in Ucraina da parte della Russia. Ad inizio marzo 2022 fra le Chiese locali in Olanda si è aperta una falla con la decisione da parte della Parrocchia Ortodossa Russa di San Nicola ad Amsterdam che dopo le intimidazioni subite ha deciso, con «un passo molto difficile fatto con il cuore pesante, ma dal quale la nostra coscienza non permette di tornare indietro», di staccarsi dal Patriarca di mosca Kirill e di ricongiungersi con il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli come richiesto al suo rappresentante il Metropolita Athenagoras del Belgio, dei Paesi Bassi e del Lussemburgo.
Ma ritorniamo in Macedonia. Quella che fino al 12 febbraio 2019 era la Repubblica di Macedonia, diventata poi della Macedonia del Nord che in Italia ha come nuovo Ambasciatore, S. E. Vesel Memedi, ex vicepresidente del Parlamento macedone, ricevuto, con altri Ambasciatori in separate udienze per la presentazione delle Lettere Credenziali, nel pomeriggio del 18 febbraio 2022 a Roma, dal nostro Presidente della repubblica, Sergio Mattarella. Al Quirinale in questi incontri era presente anche la Vice Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Marina Sereni. In Italia, secondo i dati ISTAT al 1° gennaio 2021, sui risultati del Censimento permanente della popolazione, i residenti con cittadinanza macedone sono per un totale di 55.771, (29.281 femmine e 26.490 maschi) pari all’1,1% degli stranieri che complessivamente ammontano a 5.171.894. La presenza macedone più numerosa fra le regioni è in Veneto con 10.961, a seguire dall’Emilia Romagna con 5.931 ed il Piemonte con 5.866 immigrati, mentre la Campania è 13esima in questa graduatoria, con una presenza di 285 macedoni.E’ a Piacenza, sempre al 1° gennaio 2021 tenendo conto dei risultati del Censimento permanente della popolazione, che esiste la comunità cittadina più numerosa con 1.437 macedoni in gran parte provenienti da Strumica. Qui, in visita lo scorso 9 marzo 2022 alla Chiesa di San Fermo aperta al culto cristiano ortodosso, con“San Prohor Pcinski” della Chiesa Ortodossa Macedone, https://www.youtube.com/watch?v=S8kL3imxKMc, il giornalista e sociologo Antonio Castaldo, per IESUS Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali, ha avuto «Uno scambio di cordialità, nel segno della convivenza pacifica di popoli, culture e religioni, con l’Arciprete Boro Milchev, 59 anni, qui arrivato dalla Diocesi di Strumica, nella Pasqua del 2021, sposato con Godima, tre figli che vivono fra Macedonia e resto d’Europa. E per questo ringrazio per la cortese intermediazione Koka Jovanoski, muratore macedone di 56 anni, stabilitosi con famiglia e casa a Piacenza con una vita di lavoro e sacrificio».
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