Draghi ritiene necessarie spese militari, mentre le priorità del Paese sono altre!
I patti presi dall’Europa nel 2006 vanno rispettati, ora più che mai: via alla tassazione del 2% da cedere alla Nato.
Questo è quanto deciso dal Premier Draghi, ieri.
Trovo insensata e precipitosa tale scelta, e per più di un singolo motivo.
Anzitutto ritengo, come ho già scritto io stesso proprio ieri in una lettera di riflessione al Presidente del Consiglio dei Ministri, che l’Italia debba affrontare altri tipi di spese, altri sacrifici: siamo davanti a una crisi energetica, che comporta altresì una crisi economica-sociale molto importante.
La pandemia? Siamo riusciti a tenerle testa, ma non possiamo certamente affermare che il pericolo virus sia stato scongiurato del tutto…e la sanità ha bisogno di nuova linfa, nuove risorse.
Il divario Nord-Sud? Persiste e va decisamente smussato; le fonti rinnovabili e le energie alternative devono essere alla base di una nuova economia sostenibile.
Ecco…ci sarebbe ancora tanto da dire e da fare, ma di certo la corsa agli armamenti non è una priorità! Non è una necessità!
Sono membro della Commissione Difesa e so bene di cosa parlo. Anzi: negli anni, anche attraverso proposte di legge e interrogazioni parlamentari, ho sempre sostenuto che urge sì una riorganizzazione amministrativa e logistica dell’esercito; che sarebbe più utile e meno dispendioso creare una realtà più grande di Interforze sull’intero territorio nazionale e, soprattutto, agevolare i nostri militari nello svolgimento delle loro mansioni. Mi riferisco in gran parte ai mezzi obsoleti e poco affidabili su cui si muovono, ad esempio, in “strade sicure”, all’equipaggiamento poco consono, allo stress psicofisico che subiscono di conseguenza.
Ecco, quando ho parlato di un rinnovamento e di un investimento in campo militare, mi riferivo a questo.
Di cosa stiamo parlando ora?
C’è una guerra, la gente inerme muore: anziani, donne e bambini costretti a fuggire, uomini e giovanissimi che restano per difendere la Nazione… è una crisi umanitaria enorme, un dramma quotidiano!
Conta cercare in ogni modo un dialogo, aprire ponti diplomatici, tentare di non allargare a macchia d’olio questo scempio! In una sola parola, fermarsi.
Perché permettere alla Nato, ora che le risorse economiche andrebbero stanziate per altro, di guadagnare da questa guerra?
Serve lungimiranza, diplomazia, buon senso. Serve un aiuto concreto per sostenere la povera gente affamata, senza più una casa o un lavoro. Serve umanità, una forza comune europea per affrontare questa tragedia.
Le armi non sono mai la soluzione vincente, soprattutto in questo momento storico. Non cadiamo nell’errore di chi ha scatenato tutto questo: la guerra è mafia, e a guadagnarci sono solo i potenti. A morire sono sempre gli stessi innocenti.
Questo il comunicato dell’ On. Antonio DEL MONACO
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