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Cronache dal Fronte, giorno 20. Russia, l’avanzata è in stallo. Le difficoltà e i primi segni di cedimento

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Ventesimo appuntamento con la rubrica Cronache dal Fronte, il punto giornaliero sulla situazione in Ucraina: numeri, analisi, approfondimenti.

 

Analizziamo oggi la situazione di stallo dell’avanzata russa in Ucraina. Uno scenario che potrebbe cambiare le carte in tavola, tra difficoltà logistiche ed errori di valutazione.

 

L’illusione della guerra lampo – Quando lo scorso 24 febbraio Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, sembrava a tutti concreta la possibilità di una guerra lampo. E sembrava che a questo puntasse l’esercito russo, puntando dritto a Kiev e avanzando rapidamente verso gli obiettivi strategici da controllare.

Sin dai primi giorni, però, una serie di ostacoli ne hanno rallentato l’avanzata, con il risultato di una fase di stallo. La Russia ha preso molte città, ma è ancora distante da Kiev per porre un assedio, e non controlla del tutto Mariupol e Odessa. E così, dopo tre settimane di scontri, il fronte non avanza più e il conflitto rischia di trasformarsi in una guerra di logoramento.

 

Le debolezze russe – L’eventualità di piegare l’Ucraina per sfinimento, però, è un problema innanzitutto per la Russia.

L’esercito ha subito perdite notevoli, e pare essere a corto di uomini e munizioni. L’imponente armata annunciata dalla propaganda (circa 900mila uomini) non sembra essere così imponente, e Mosca ha già dovuto chiedere rinforzi militari cinesi, ceceni e siriani.

Le reclute russe, partiti con l’idea di una guerra di liberazione, non si aspettavano un’accoglienza così ostile nelle regioni invase, e in generale la resistenza ucraina si è rivelata ben organizzata e motivata. Come ha detto il presidente Zelensky, non si potrà resistere all’infinito, ma si è impedita la conquista dei principali obiettivi russi.

Tanto più che gli invasori non sono riusciti a tagliare i rifornimenti di armi dall’Occidente, e che le pesanti sanzioni inflitte alla Russia iniziano a far vacillare il fronte interno. L’opposizione a Putin cresce e il rischio di collasso economico è sempre più reale.

 

Il territorio ucraino – Un alleato dell’Ucraina è il suo stesso territorio. L’inverno sta finendo e il disgelo crea grossi problemi logistici. Le colonne russe, scrive il Corriere della Sera, “per evitare di restare impantanate nel disgelo dei campi tipico dell’Ucraina si sono spostate sulle strette strade asfaltate”. Questo le rende un facile bersaglio per la guerriglia di resistenza e rende i movimenti più lenti a causa della carenza infrastrutturale degli assi viari fuori dalle grandi città. La conseguenza è che, impossibilitate ad avanzare, le truppe russe debbano spendere risorse e uomini per la difesa delle posizioni conquistate e un riorganizzamento logistico che finora non ha dato i frutti sperati.

 

L’analisi occidentale, la corsa contro il tempo – Di queste difficoltà si è da tempo consapevoli in Occidente. Già a fine febbraio il politologo americano Edward Luttwak ha dichiarato che i russi “sono destinati a inciampare” in Ucraina.

Il Cremlino avrebbe scelto l’invasione su larga scala senza avere i mezzi per sostenerla. Forse convinto dall’idea di una guerra lampo, adesso “sta giocando alla roulette“. Mosca ha invaso un Paese più grande della Francia – spiega Luttwak – con un numero “bassissimo di truppe” e “non può permettersi una guerra di logoramento, lunga, città per città. Non la reggerebbe economicamente e politicamente”.

Anche le ultime analisi del Center for European Policy Analysis sono in linea con questa idea, e parlano di una “corsa contro il tempo” della Russia. Proprio per questo non sarebbero casuali le recenti aperture nelle trattative di pace, con Mosca che sembra alla ricerca di una soluzione alternativa per dichiararsi vincitrice (per esempio un accordo di pace vantaggioso) e scaricare tutta la responsabilità sull‘Occidente.

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