Cronache dal Fronte, giorno 11. Informazione e verità di Stato, la Russia bandisce la libertà di stampa
Undicesimo appuntamento con la rubrica Cronache dal Fronte, il punto giornaliero sulla situazione in Ucraina: numeri, analisi, approfondimenti.
L’articolo di oggi è dedicato all’informazione difficile in tempi di guerra. I nuovi provvedimenti legislativi della Russia, infatti, stanno costringendo le grandi testate giornalistiche ad abbandonare il Paese.
La legge sulla verità di Stato – Venerdì 4 marzo Putin ha firmato una legge approvata dalla Duma, il parlamento russo, che prevede il carcere fino a 15 anni per chi diffonde “false informazioni” sulla “operazione militare” in Ucraina e discredita le forze armate. Sancendo, di fatto, l’impossibilità di raccontare la guerra ed i suoi orrori. “È venuta l’ora di stringersi attorno a Putin” – ha detto Dmitrij Peskov, il portavoce del Presidente.
In Russia è ammessa da venerdì un’unica verità: la guerra è una “operazione militare speciale” che Mosca sta conducendo contro i “neonazisti ucraini“, in difesa della popolazione russofona del Donbass vittima di “genocidio” da otto anni a questa parte. Chi non condivide questa versione, così come chi invoca sanzioni contro la madrepatria o incita a manifestare, si macchia di un reato penale.
Censura e informazione azzerata – Il primo effetto di questa legge è che i russi non vedranno cosa accade in Ucraina. Nessuno saprà dei bombardamenti di Kharkiv, dei carri armati, dei profughi. “La censura militare in Russia è entrata rapidamente in una nuova fase” – ha detto Dmitrij Muratov, Premio Nobel per la Pace e direttore di Novaja Gazeta – “non c’è dubbio che la minaccia verrà messa in pratica“. Anche perché il governo è già passato dalle parole dure alle chiusure forzate di giornali ed emittenti non in linea con la propria linea, e alla persecuzione penale dei giornalisti.
La radio Eco di Mosca, ultima voce libera della capitale, è stata costretta a sospendere le trasmissioni. Il canale tv Dozhd, da sempre avverso a Putin, è stato bloccato con un messaggio della direttrice Natalja Sindeeva. Nel Paese sono fuori uso Facebook e Twitter, con un ultimatum per l’11 marzo, quando la Russia si scollegherà dall’internet globale.
La sospensione delle agenzie estere – Boom di “fughe” dalla Russia delle più importanti emittenti mondiali. Le sanzioni previste da questa nuova legge, infatti, metterebbero a rischio i giornalisti inviati o residenti in Russia che lavorano per le testate estere, e vogliono raccontare la realtà dei fatti. Con una nota la RAI ha annunciato sabato di “sospendere i servizi giornalistici dai propri inviati e corrispondenti dalla Federazione Russa” – spiegando proprio che la misura “si rende necessaria al fine di tutelare la sicurezza dei giornalisti sul posto e la massima libertà nell’informazione relativa al Paese“.
Tante altre testate occidentali hanno deciso di lasciare Mosca: tra queste Bloomberg, Abc, Cbs, e anche il gigante Bbc. Persino l’Ansa ieri ha deciso di sospendere i flussi di notizie da Mosca, spiegando che verranno fornite da altri uffici di corrispondenza all’estero dell’agenzia.
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