Cronache dal Fronte, giorno 8. Il corridoio umanitario e la tragedia nucleare sfiorata
Ottavo appuntamento con la rubrica Cronache dal Fronte, il punto giornaliero sulla situazione in Ucraina: numeri, analisi, approfondimenti.
La giornata di ieri è stata teatro di due eventi importanti: gli accordi per un corridoio umanitario e l’attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Il corridoio umanitario – “Non ritornerò mai indietro rispetto alla mia dichiarazione che Russia e Ucraina sono un unico popolo”. Putin lo ha ribadito ieri e, pur non fermando le azioni militari, ha ascoltato le richieste ucraine di un corridoio umanitario per favorire l’evacuazione della popolazione civile.
Il cessate il fuoco, dunque, varrà solo per le aree interessate dai flussi. Secondo Kiev – come riportato da Ansa – gli accordi per una via d’uscita “sicura” dei civili saranno accompagnati dalla distribuzione di cibo e medicine nelle città più colpite.
L’Italia, dal canto suo, ha chiesto alle Regioni di predisporre tamponi e vaccini anti-Covid per i profughi, per i quali – ha detto il ministro Silleri – non ci sarà bisogno di super Green Pass.
La conquista di Zaporizhzhia – Le autorità regionali di Kharkiv hanno confermato la morte di oltre 2.000 persone, tra cui 100 bambini, durante gli scontri di ieri.
La notizia del giorno però è la conquista di Zaporizhzhia, la più grande centrale nucleare d’Europa. I russi ne hanno preso il controllo dopo una notte di bombardamenti. Grande la paura per i possibili danni ai reattori, e l’incubo di una nuova Chernobyl. Un incendio divampato durante gli scontri è stato prontamente domato, e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Nucleare afferma che “nessun reattore è stato colpito e non c’è stato nessun rilascio di radiazioni nell’ambiente“.
Il presidente americano Joe Biden e il primo ministro britannico Boris Johnson hanno chiesto a Mosca di sospendere le operazioni intorno alla centrale, convocando d’urgenza il Consiglio di Sicurezza Onu.
Zelensky: “Tragedia sfiorata, vogliamo sanzioni più severe” – Durissima la reazione del presidente ucraino Zelensky. “Questa notte sarebbe potuta essere la fine della storia dell’Ucraina e dell’Europa” – ha dichiarato, aggiungendo che i russi “sapevano cosa stavano colpendo, hanno mirato direttamente il sito“.
Un disastro nucleare a Zaporizhzhia, infatti, causerebbe danni ben sei volte maggiori a quelli di Chernobyl. Zelensky ha chiesto quindi sanzioni più severe per la Russia, a seguito di un atto definitivo “terrorista” senza mezzi termini.
Il Times e il New York Post, inoltre, riportano come il presidente dell’Ucraina sia scampato addirittura a tre attentati questa settimana. Dietro a questi tentativi ci sarebbe il Wagner Group, sostenuto dal Cremlino, che si sarebbe infiltrato a Kiev con oltre 400 componenti e una black list con 24 obiettivi da eliminare.
Guerra e centrali nucleari, i rischi da non sottovalutare – Nicola Armaroli, dirigente di ricerca del Cnr, ha parlato al Corriere della Sera dei grandissimi rischi di un’azione come quella di Zaporizhzhia. “E’ la prima volta che un territorio con centrali nucleari si trova in uno scenario di guerra” – ha spiegato – “Queste centrali non sono state pensate per resistere ad un attacco militare“.
Oltre ai missili, è necessario per una centrale nucleare un rifornimento continuo di elettricità per il funzionamento, ed acqua per il raffreddamento. Entrambe le risorse rischiano di non essere garantite in una situazione come quella dell’Ucraina.
Senza sottovalutare, poi, il rischio di errore umano. “Come può un personale già sotto stress in condizioni normali lavorare in questa situazione” – ha detto Armaroli, concludendo con un monito – “Ricordiamo che anche a Chernobyl fu proprio l’errore umano ad essere determinante”.
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