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Cronache dal Fronte, giorno 5. Le sanzioni alla Russia, l’opinione dell’Occidente, gli effetti

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Quinto appuntamento con la rubrica Cronache dal Fronte, il punto giornaliero sulla situazione in Ucraina: numeri, analisi, approfondimenti.

Il focus di oggi è sulle sanzioni alla Russia, cercando di capire quali siano e cosa comportino nel concreto.

Una punizione e un deterrente – La logica che muove il sistema è chiara: punire chi commette soprusi. Lo strumento delle sanzioni, in primis quelle economiche, mira a isolare la Russia dagli altri Paesi da un punto di vista logistico, finanziario e politico. La comunità internazionale utilizza il provvedimento, però, anche come deterrente, basandosi sull’idea che con l’applicazione delle sanzioni la Russia non possa sostenere uno sforzo bellico prolungato. Il rischio? Il collasso dell’economia interna.

L’indignazione del mondo occidentale – E’ innanzitutto da registrare come l’intera opinione pubblica occidentale abbia costituito un blocco granitico di critica ed opposizione all’azione di Putin. L’Ucraina è stata abbracciata da un fronte comune di solidarietà e vicinanza emotiva come poche volte si era visto nella storia occidentale. Campagne di informazione e sensibilizzazione social, raccolte di cibo, indumenti e sangue, donazioni. Il sostegno della RAI alla raccolta fondi per la Croce Rossa Ucraina, con annesso tutorial su come evitare truffe, ha raccolto – come pubblicato da UNICEF – oltre due milioni di euro nella sola Italia negli ultimi due giorni.

Il rigetto del mondo sportivo – La risposta forse più forte ed inaspettata è arrivata però dal mondo sportivo. Anche perché si è trattato di opposizione innanzitutto interna. Il tennista russo Danil Medvedev, infatti, fresco n.1 del ranking mondiale, si è schierato pubblicamente a favore della “pace nel mondo e tra i Paesi“, con un pensiero ai “bambini dell’Ucraina, che non devono smettere di sognare“.

La Russia si è poi vista escludere in maniera unanime dal mondo dello sport. La World Rugby ha sospeso la Russia “fino a nuovo ordine” da tutte le attività internazionali, così come la pallavolo ha ritirato l’assegnazione dei Mondiali della prossima estate alla Russia. La F1 ha cancellato il GP di Russia 2022, in programma a Sochi, e la scuderia Haas ha cancellato la sponsorizzazione di Uralkali (azienda produttrice di potassio) e probabilmente si separerà dal pilota russo Nikita Mazepin, sostenuto proprio da questa azienda.

Ma forse sono le decisioni del calcio quelle che hanno fatto più rumore, anche per i risvolti economici: la Russia è stata esclusa dai Mondiali 2o22, sospesa dalla FIFA e dalla UEFA, tutti i club russi esclusi dalle coppe internazionali, con la Federazione Europea che ha rescisso la partnership di sponsorizzazione con Gazprom (società nelle mani dell’oligarchia di Putin) e ha spostato la finale di Champions League da S.Pietroburgo a Parigi.

Le sanzioni economiche – Le conseguenze più gravi, però, arriveranno senza dubbio dalle sanzioni economiche. Anche qui l’obiettivo è duplice: punire la Russia e sfiancare la sua economia. Si è iniziato con il divieto di esportare aerei, parti e attrezzature dall’industria aeronautica e spaziale in Russia (anche per i beni civili), e le tecnologie di raffinazione per l’industria petrolifera. Alle banche Ue – inoltre – sarà vietato accettare depositi da cittadini russi di oltre 100 mila euro e diverse società statali russe avranno il loro accesso ai finanziamenti europei bloccato. I beni di Putin e Lavrov sono stati congelati, e gli USA hanno deciso di applicare restrizioni a prestiti e sostegni a 13 importanti aziende russe.

L’esclusione dallo Swift – La mossa che potrebbe davvero causare un terremoto è l’esclusione dallo Swift. Di cosa si tratta? Lo Swift è il principale sistema di transazioni utilizzato dalle banche per effettuare pagamenti transfrontalieri rapidi e sicuri, consentendo al commercio internazionale di fluire senza intoppi. È diventato il principale meccanismo per il finanziamento del commercio internazionale.

Senza Swift la Russia incontrerebbe problemi nell’immediato perché le transazioni ordinarie dovrebbero essere condotte direttamente tra banche o con sistemi concorrenti considerati meno sicuri, aumentando i costi e creando ritardi. “Tagliare fuori le banche russe – ha dichiarato Ursula von der Leyenimpedirà di condurre la maggior parte delle loro transazioni finanziarie e bloccherà le esportazioni e le importazioni russe“. Con la prospettiva di impedire a Putin di utilizzare il proprio tesoro di guerra e paralizzare la Banca Centrale Russa.

Effetti e conseguenze – La Russia ha già visto un’esclusione parziale dallo Swift, ma i Paesi Occidentali discutono sul renderla totale perché causerebbe un rimbalzo negativo per tutti: aumento dei prezzi a catena.

Ma cosa sta già accadendo in Russia? Le sanzioni stanno funzionando. Il rublo ha perso – secondo Torchail 30% del suo valore in due settimane.

I cittadini hanno paura del collasso della Banca Centrale Russa, che ha la metà delle sue riserve congelate dalle sanzioni, e vogliono ritirare i propri risparmi. Ma siccome tutti prelevano dai conti, la liquidità sta venendo a mancare, con Google Pay e Apple Pay che hanno smesso di funzionare. Le conseguenze? La risposta più semplice per la Russia sarebbe stampare più denaro possibile, ma il rublo verrebbe ulteriormente svalutato, e i cittadini rischierebbero di trovarsi pieni di soldi che non valgono nulla.

Il sistema russo, insomma, rischia davvero di saltare.

L’articolo Cronache dal Fronte, giorno 5. Le sanzioni alla Russia, l’opinione dell’Occidente, gli effetti proviene da BelvedereNews.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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