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Conflitto Russo-Ucraino/ Origini, ragioni e conseguenze economiche

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Nella notte tra il 23 e il 24 febbraio, intorno alle ore 6:30, le forze armate russe hanno varcato i confini dell’Ucraina, stato libero e sovrano, e numerose esplosioni sono state avvertite nelle città portuali di Odessa sul Mar Nero (una delle maggiori zone commerciali del paese), Mariupol(città portuale del sud-est che affaccia sul Mar d’Azov), Kharkiv (città a poco più di 30 chilometri dal confine russo), Kramatorsk e nella capitale Kievsede dei palazzi governativi e delle sedi istituzionali. Nel mirino degli attacchi gli aeroporti, le strutture e infrastrutture militari e civili. Le truppe russe hanno invaso il territorio ucraino con una manovra a tenaglia passando sia dalla Bielorussia, sia Crimea, sia dalla zona del Donbass, in cui sono in corso conflitti dal 2014. Nel pomeriggio del 24 febbraio l’esercito russo ha conquistato Chernobyl e in serata è entrato a Kiev con l’obiettivo di deporre il presidente Volodymyr Zelensky, che ha deciso di restare nella capitale per sostenere la resistenza e dare un segnale al suo popolo e alla comunità internazionaleIl bilancio attuale è di circa 200 morti e 300 feriti, ma le cifre sono incerte. Putin, di fronte alla resistenza ucraina, ha lanciato la seconda fase dell’offensiva, che si prospetta più massiccia e devastante della prima fase. Gli scontri si stanno intensificando sulla capitale e si combatte strada per strada. “Ho preso la decisione di attaccare, inaccettabile un’ulteriore espansione della NATO in Ucraina. Se qualche paese oserà contrastarci ci saranno conseguenze mai viste nella storia”, queste le parole pronunciate dal presidente russo Vladimir Putin poco dopo il primo attacco del 24 febbraioCiò che sta accadendo ha scosso il mondo intero e non si può escludere una escalation degli eventi fino allo scoppio di una guerra di più ampie proporzioni che rischia di coinvolgere direttamente Usa e Ue. Per comprendere il presente è necessario conoscere il passato e risalire avvolgendo il filo del tempo ad avvenimenti che risalgono aMedioevo, fino ad arrivare alla caduta dell’URSS nel 1991 e agli accordi di Minskdel 2015.

 

Cartina che mostra le basi nato che circondano la Russia. Fonte il Messaggero

 

Cartina che mostra i punti di attacco delle truppe russe
Cartina che mostra i punti di attacco delle truppe russe

 

Chi è il Presidente dell’Ucraina:da comico a Presidente dell’Ucraina

 

Se la figura di Vladimir Putin è ormai da anni ben nota a tutti, quella di Volodymyr Zelensky sta emergendo al mondo intero soltanto negli ultimi giorni. Classe 1978, è un ex comico diventato famoso grazie ad un programma tv in cui, guarda caso, impersonava un comune cittadino che diventava presidente lottando contro ogni oligarchia. Nel 2019 fonda un movimento denominato Servitori del popolo che è lo stesso della serie TV e viene eletto presidente. Nonostante per qualcuno il suo passatpossa sembrare inadeguato per ricoprire la carica di Presidente di una nazione, le sue doti da attore si stanno rivelando molto utili in questi giorni difficili, soprattutto dal punto di vista della comunicazione.  Attraverso  dei video in cui si rivolge alla popolazione, mostra infatti l’utilizzo di una buona dialettica, un corretto utilizzo delle pause, il tutto in un’ambientazione ben studiata.

Al contrario Putin, è chiuso in una stanza e tende a terrorizzare e manipolare i suoi collaboratori affinché obbediscano ai suoi ordini. Scrive lo storico Paolo Mattera (Università Roma Tre):

Un ex-attore? Non sembravano le credenziali migliori in una crisi mondiale.
Invece, in questi giorni Zelensky sta rivelando una capacità di mobilitazione inattesa.

Nel primo video chiama la popolazione a raccolta, con grande senso del ritmo:
«Chi è pronto a combattere con noi? (pausa, guarda negli occhi gli spettatori)…Nessuno…».

«Chi è pronto a dare garanzie? (pausa, guarda negli occhi gli spettatori)…Nessuno…». Nel secondo video smentisce le notizie della sua fuga e vuole far sentire agli Ucraini che tutti stanno facendo il loro dovere, con un leader che li guida nel momento più tragico.
Riprese col cellulare, all’aperto, per mostrare i luoghi, collaboratore che mostra giorno e ora, per mostrare che il video non è registrato:
«Il Capo del Partito (pausa) / è qui. / Il Capo dell’Ufficio del Presidente (pausa) / è qui. / Il Primo ministro (pausa) / è qui./ Podolyack [consigliere presidenziale] / è qui./ Il Presidente (pausa) / è qui./
(Poi accelera) Siamo tutti qui, i militari sono qui, i cittadini sono qui»Spicca il contrasto con Putin, ripreso sempre all’interno del Cremlino, isolato da tutti, che terrorizza i suoi stessi collaboratori.Le guerre si vincono per tante ragioni”

 

I MOTIVI STORICI DEL CONFLITTO (DAL MEDIOEVO AGLI ACCORDI DI MINSK)

 

Kiev è stata la capitale del primo nucleo dell’impero russo, edificato nell’XI secolo dalle tribù scandinave dei Vareghi, detti Rus, i quali individuarono la città sulle sponde del fiume Dnapr come la capitale delprimo Stato monarchico nelle terre degli Slavi orientali, chiamato nelle fonti medioevali la Rus’ di Kiev. Nel marzo del 1654 fu stipulato il Trattato di Perejaslav (citta ucraina), che segnò la separazione dell’Ucraina dalla Polonia e l’ingresso dell’Ucraina nell’impero zarista. Nel 1954, in occasione del terzo centenario del trattato, Nikita Chruscev, all’epoca alla guida dell’Urss, trasferì la Crimea dalla Russia all’Ucraina.Fino a questo periodo, a partire dal IX secolo, Kiev era stata la culla della cultura slava e ortodossa, ma da allora in poi il dominio russo esercitato dallo Zar Alessio I prese il totale controllo dell’Ucraina cambiandone lentamente lingua, usi e costumi. Dal 1922 (in seguito alla Rivoluzione bolscevica) fino al 1991, l’Ucraina ha fatto parte dell’Unione Sovietica, che dopo il crollo perse la maggior parte repubbliche (Georgia, Armenia, Azerbaijan, Ucraina, Bielorussia, Repubbliche Baltiche e Asiatiche). Da questo momento in poi l’Ucraina presenterà due “anime” distinte, separate dallo scorrere del fiume Dneprad est un’anima russatendenzialmente filorussa e ad ovest un’anima ucrainafiloccidentale, che parla ucraino e avverte la Russia come un paese oppressore.

Con la caduta dell’URSS l’Ucraina ha attraversato un periodo di grave crisi politica, economica. Questo periodopassato alla storia sotto il nome di Rivoluzione arancione (2004 – 2005), ha portato al governo Victor Yushenko, sul quale furono riposte tutte le speranze per la rinascita del paese. L’ottimismo, però, è durato relativamente poco, in quanto lo Stato ha continuato ad indebolirsi e ad impoverirsi. Dopo qualche anno la popolazione, tornata alle urne, ha eletto presidente Victor Janukovich, russofilo, nato nella regione del Donbass. Da questo momento in poi si è fermata l’occidentalizzazione del paese che ha invece rafforzato i legami con la Russia, situazione che ha scatenato una serie di rivolte, le quali furono combattute con l’invio di carri armati da parte del governo ucraino, sostenuto dalla Russia. Vladimir Putin senza troppi sforzi nel febbraio del 2014 è riuscito ad annettere la Crimea, che voleva separarsi da Kiev, alla Russia, attraverso un trattato ancora oggi non riconosciuto dalla comunità internazionale.

Nell’aprile del 2014, inoltre, è iniziato il conflitto nella zona sud-orientale dell’Ucraina, iDonbasstra i ribelli separatisti filorussi e le forze ucraine nelle province di Donetsk e Luhans’k. Gli scontri sono durati mesi e hanno perso la vita circa 13.000 persone. Il 15 settembre 2015 si è giuntialla pace attraverso il Protocollo di Minsk II, accordo raggiunto da Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Donetsk e Repubblica Popolare di Luhans’k per la pacificazione dell’area. Il 21 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha ufficialmente riconosciuto per la prima volta nella storia le repubbliche separatiste del Donbass, aprendo così a scenari di guerra sempre più probabili.

 

LA SITUAZIONE LEGATA ALLE BASI NATO

 

Il 4 aprile del 1949 gli Stati Uniti hanno fondato la NATO, un’alleanza di natura difensivo-militare formata da un insieme di paesi che nel caso venissero attaccati da un nemico esterno avrebbero la garanzia di un ausilio da parte di tutti gli altri. Dopo la caduta dell’URSS, gli USA hanno incluso nell’alleanza diversi stati dell’Europa Centro-Orientale. Salito al potere, Putin, il “nuovo zar”, ha perseguito l’idea di ridisegnare i confini della Russia rispolverando il suo passato imperiale e l’allargamento ad est dell’Alleanza Atlantica è stato visto come una minaccia ed un ostacolo sulla strada della ricostituzione di una “grande Russia”. È da questo progetto politico che nasce il no di Vladimir Putin all’ingresso dell’Ucraina nella Nato e nell’Ue. Le richieste di Mosca inviate agli USA già a dicembre miravano ad ottenere un’assicurazione formale che l’Ucraina non sarebbe entrata mai a far parte della NATO e che nessuno Stato dell’Europa Centro-Orientale, del Caucaso e dell’Asia Centrale avrebbe fatto ingresso nell’Alleanza atlantica. La richiesta è stata considerata inammissibile da parte degli Stati Uniti.

 

LA POSIZIONE DELL’OCCIDENTE E LE SANZIONI DELL’UNIONE EUROPEA

 

Attualmente l’Europa sta rispondendo in maniera unita all’aggressione ai suoi confini orientali varando una serie di misure e sanzioni economiche contro Mosca, ma la situazione è complessa specialmente in considerazione dei rapporti economico-commerciali che i paesi dell’Ue hanno con la Russia: i paesi del nord e dell’est sono più spaventati da un possibile conflitto, mentre gli stati del centro e dell’ovestche dipendonomaggiormente dal gas russo (in primis l’Italia) temono che eventuali sanzioni da parte di Unione Europea e Stati Uniti possano danneggiare seriamente la loro economia. Riguardo al conflitto si sono espressi i presidenti delle maggiori potenze europee, i quali hanno categoricamente condannato l’invasione del 24 febbraio ad opera di Vladimir Putin. “Condanniamo questo attacco barbarico, tutti uniti indeboliremo l’economia russa”questo è quanto dichiarato da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, in occasione del G7 tenutosi il 24 febbraio. L’obiettivo dell’Occidente è colpire la Russia sul piano economico, attraverso sanzioni, in quanto una possibile presa alle armi potrebbe comportare conseguenze catastrofiche. Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio l’UE, dopo due giorni di trattativa, ha messo a punto unpacchetto di sanzioni nei confronti della Russia per colpire non solo gli oligarchi russi che sorreggono economicamente il potere di Putin, ma per la prima volta anche gli interessi economici di Vladimir Putin e del suoMinistro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. Pertanto, l’Unione Europea ha deciso le seguenti misure:

 

• Limitare l’ingresso di banche russe all’interno dei mercati europei.
• Vietare l’esportazione dall’UE alla Russia di beni tecnologici per la lavorazione del petrolio.
• Limitare l’esportazione dall’UE alla Russia di tecnologie relative all’aeronautica.
• Limitare i depositi bancari dei cittadini russi in UE.
• Vietare ai funzionari e uomini d’affari russi di viaggiare in UE senza visto.

 

Si sta ancora ragionando se approvare la misura economica più forte, cioè la decisione di escludere la Russia dal sistema SWIFTche escluderebbeil paese da qualsiasi tipo di transazione finanziaria e dal commercio internazionale, ma in questo caso le ricadute economiche sarebbero molto pesanti anche per i paesi occidentaliInoltre, nella giornata del 25 febbraio, la Russia è stata espulsa dal Consiglio d’Europa, la principale organizzazione di difesa dei diritti umani. Dal punto di vista degli aiutimilitari, invece, i paesi Nato, in testa Stati Uniti, Germania e Regno Unito stanno fornendo risorse, mezzi e tecnologie all’esercito ucraino; l’Italia non invierà armi di offesa, ma soltanto dispositivi di protezione e messa in sicurezza.

 

COS’È IL SISTEMA SWIFT E PERCHÈ LA RUSSIA NON HA ANCORA RICEVUTO QUESTA SANZIONE

 

L’acronimo SWIFT sta per Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication ed è una cooperativa, con sede in Belgio, che mette in comunicazione tra loro istituti bancari appartenenti a paesi diversi, permettendo loro il trasferimento internazionale di denaro. Il motivo per cui questa sanzione non è stata avanzata è strettamente legato all’economia, non solo di Mosca, ma di tutta Europa. Infatti, c’è da aggiungere che la Russia è la maggior fornitrice di gas naturale e i pagamenti per quest’ultimo vengono effettuati regolarmente proprio attraverso il sistema SWIFT. Per cui, un’eventuale esclusione impatterebbe su tutto il continente europeo. Tuttavia, nelle ultime ore, tanti paesi, tra cui anche l’Italia, hanno acconsentito ad una possibile espulsione della Russia dallo SWIFT, almeno per una parte delle sue banche e dei suoi istituti finanziari.

 

LE SOLUZIONI ALL’IMPORTAZIONE DEL GAS RUSSO

 

La maggior parte dei paesi Europei, tra cui anche l’Italia, dipende da Mosca per l’importazione del gas naturale. La nazione più dipendente è la Germania, la quale importa dalla Russia circa il 49% della propria fornitura. Anche l’Italia, in caso di chiusura dei gasdotti, ne uscirebbe fortemente colpita, in quanto importa dalla Russia circa il 46% del gas. Tuttavia il nostro paese, grazie al lavoro del Ministro della Transizione EcologicaRoberto Cingolani, starebbe già pensando a più di una soluzione per ridurre la dipendenza dalla Russia, come l’aumento della produzione interna e l’utilizzo deTAP (gasdotto Trans-Atlantico), che dall’Azerbaijan giunge direttamente in Puglia.

 

PERCHE L’ITALIA NON ESTRAE PIÙ GAS?

 

Per quanto riguarda la produzione del gas nel nostro paese relativa al 2021, secondo il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) è stata pari a 3,5 miliardi di smc (metri cubi standard) e l’Adriatico risulta essere il luogo con il maggior numero di infrastrutture utilizzate per la produzione del combustibile. In Italia, però, non viene più estratto gas da anni a causa dellart. 8 L. num. 133 del 2008, che prevede il divieto di produzione di idrocarburi nell’Adriatico. Tuttavia, se si decidesse di estrarre lo stesso il gas da questa zona, si andrebbe incontro ad un iter lunghissimo che potrebbe durare anche un anno e mezzo (tempo necessario per abrogare la legge)soltanto in quel momento le società interessate potrebbero cominciare ad installare le piattaforme per l’estrazione.

 

Cartina dei Gasdotti europei più importanti. Fonte W3Ask
Cartina dei Gasdotti europei più importanti. Fonte W3Ask

 

IL GASDOTTO NORD STREAM 2: LA POSIZIONE DI GERMANIA E STATI UNITI

 

La costruzione del Nord Stream 2, lungo 1.200 chilometri e costato 12 miliardi di dollari, è stata terminata nel settembre del 2021 e se dovesse entrare in funzione, il gasdotto sarebbe in grado di portare moltissimo gas dalla Russia alla Germania, che ha collaborato economicamente alla fabbricazione, in quanto nell’azionato sono presenti aziende tedesche come Uniper e Wintershall. Se fino a qualche mese fa, con il cancellierato Merkel, la Germania era particolarmente favorevole al Nord Stream 2, il nuovo governo Scholz, dopo l’attacco a Kiev, riferisce di poter fare anche a meno del gas russo. L’impianto attraversa il Mar Baltico e in questo modo permette alla Russia di non attraversare i paesi dell’Europa dell’est, soprattutto l’Ucraina, in cui passano altri gasdotti. Gli Stati Uniti si sono sempre dimostrati contrari alla costruzione del Nord Stream 2, poiché temevano un avvicinamento tra Russia e Germania. In aggiunta, anche i paesi dell’est Europa hanno storto il naso, in quanto ciò comporterebbe un aumento del potere commerciale della Russia. Chiaramente, lo stop del gasdotto ha fatto saltare i nervi aCremlino, il quale da un lato pensa di tenere in pugno l’Europa con il ricatto di chiudere i rubinetti, dall’altro sa bene che l’economia russa si regge in gran parte sull’esportazione di metano.

 

Cartina Nord Stream 2. Fonte Wired

 

GLI OBIETTIVI DELLA RUSSIA

 

“Gli obiettivi della Russia non sono solo il Donbass e l’Ucraina, il vero scopo di Putin è la stabilità in Europa e l’intero ordine internazionale basato su regole”, con queste parole si è espressa Ursula von der Leyen. Infatti, la Russia ha chiesto di rimuovere truppe e infrastrutture a tutti i paesi che sono entrati a far parte della NATO a partire dal 1997. Per di più, secondo il presidente ucraino, Putin avrebbe in mente di conquistare anche i Paesi Baltici, che fanno parte dell’Alleanza Atlantica e potrebbero rispondere militarmente coinvolgendo tutto l’Occidente e determinando un possibile conflitto mondiale.

 

“Le nostre menzogne sono esattamente ciò che ci definisce. Quando la verità ci offende, noi mentiamo e mentiamo. Per ogni bugia che diciamo contraiamo un debito con la verità, che prima o poi sarà pagato”, tale frammento tratto dal discorso dello scienziato Valerij Alekseevic Legasov, nella serie HBO “Chernobylrappresenta una riflessione sul significato della verità, ancora oggi molto attuale. Qual è l’unica verità che si può trarre da questo conflitto? Semplice. La guerra, come ci ha insegnato la storia, non porta vincitori, ma solo vinti, solo vittime.

 

   SITOGRAFIA

 

L’articolo Conflitto Russo-Ucraino/ Origini, ragioni e conseguenze economiche proviene da BelvedereNews.

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