Aversa. Uccise la sorella per non cederle una masseria: lunedì la ricostruzione su ‘Cronache di Caserta’
Per la rubrica “I processi di Cronache” lunedì 14 gennaio su ‘Cronache di Caserta’ Ferdinando Terlizzi ricostruisce i retroscena del delitto e dei processi contro Giuseppe Boccino, di anni 41, da Aversa, che venne condannato a 21 anni di reclusione per aver ucciso, il 26 ottobre 1956, la propria sorella, Assunta, con tre colpi di pistola Lebel calibro 8.
Il movente -un delitto perpetrato esclusivamente per interessi economici e di opportunità- era comunque da ricercarsi nel fatto che entrambi aspiravano ad acquistare lo stesso appartamento occupato dalla cognata dell’assassino.
Prima del dibattimento la parte civile costituita si ritirò, essendo stata completamente soddisfatta con il risarcimento del danno.
La difesa propendeva per un omicidio preterintenzionale e minacce senza intenzione di uccidere sorella e cognata, ma la Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere, composta da: presidente Eduardo Cilento; Guido Tavassi, giudice a latere; Gennaro Calabrese, pubblico ministero; e dai giudici popolari: Maria Giuseppa Golino, Mario Patria, Vincenzo Varone, Ettorina Botto, Gustavo Pugliese e Giuseppa Lionetti, il 20 maggio 1959, dichiarò Boccino colpevole del delitto di omicidio della sorella Assunta, con lesioni per aberratio ictus, in danno di Carolina Molitierno, con le attenuanti generiche, con la recidiva contestata in udienza, condannandolo ad anni 21 e mesi 8 di reclusione.
Nel processo furono impegnati gli avvocati Giuseppe Irace e Giuseppe Marrocco, nonché i professori Alberto Martucci e Enrico Altavilla.
Tutti i particolari Lunedì 14 Febbraio su “Cronache di Caserta”
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)