Casal di Principe. Concorso in omicidio aggravato: ‘soggetto imprecisato’ arrestato dalla Benemerita
Censura o bavaglio alla stampa; presunzione di innocenza o presa per i fondelli?
Ormai siamo al colmo. Un comunicato stampa di una notizia senza la notizia? Infatti dal comunicato emerge solo che c’è stato un delitto. Che i carabinieri hanno scoperto un complice ‘perché i pentiti hanno parlato’. E allora scatta il quiz: “Chi sarà il nuovo assassino?”. Chi sono i camorristi già al 41 bis che sono coinvolti in questo delitto? Ma chi fu il personaggio ucciso? A chi chiederlo? Alla presunzione di innocenza?
Per delega del Procuratore della Repubblica distrettuale di Napoli (nel rispetto dei diritti dell’indagato, da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento- indagini preliminari – fino a definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) si comunica quanto segue:
All’esito di una articolata attività di indagine coordinata dalla DDA della Procura della Repubblica di Napoli, nelle prime ore della mattinata di lunedì 24 gennaio, i Carabinieri della Compagnia di Casal di Principe hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di un soggetto di Casal di Principe, nei confronti del quale sono stati ritenuti sussistenti gravi indizi del reato di concorso in omicidio pluriaggravato, maturato nel contesto della criminalità organizzata.
Il procedimento è, altresì, iscritto anche a carico di altri tre indagati, attualmente detenuti in regime di art. 41 bis OP, appartenenti al clan dei casalesi.
L’attività di indagine, svolta con il coordinamento della DDA di Napoli, ha consentito di raccogliere infatti gravi indizi di colpevolezza (anche) a carico del destinatario della misura quale autore materiale dell’omicidio di un appartenente alla fazione Bardellino, commesso nel 1988 in una spiaggia del Villaggio Coppola di Pinetamare a Castel Volturno, utilizzando, all’uopo, un fucile a canne mozze e una pistola a tamburo.
La causale, ricostruita anche grazie alla analisi delle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, è stata ricostruita quale vendetta trasversale maturata nell’ambito di uno scontro interno alla criminalità organizzata per affermare la supremazia criminale dell’opposta fazione Bidognetti-Schiavone del Clan dei Casalesi.
(Legione Carabinieri Campania – Comando Provinciale di Caserta – Comunicato Stampa– di Ferdinando Terlizzi – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)