S.Maria C.Vetere. Botte da orbi per una bacinella caduta dal balcone: al processo testimone una ragazzina
Per futili e banali motivi condominiali, in particolare per la caduta accidentale dall’alto del balcone di un piano superiore all’altro, situato al piano inferiore, di una semplice bacinella in plastica, in un clima già particolarmente teso tra vicini, si ebbe a scatenare, tre anni fa, un vero e proprio putiferio di inaudita violenza in un popolato condominio sammaritano.
A seguire ne scaturì una lite e quindi un’aggressione con conseguenti lesioni patite da ciascuno dei due condomini protagonisti del diverbio e della vicenda.
Sono finiti, per queste ragioni, sotto processo, per lesioni aggravate reciproche, due sammaritani che sono comparsi dinanzi al Tribunale della Città del Foro, Giudice dottoressa Anna Sofia Sellitto, della Terza Sezione Penale all’udienza dibattimentale.
Si tratta di due persone molto conosciute nella comunità locale: da un lato A. A., 46 anni, titolare di un accorsato esercizio di tabaccheria, difeso dall’avvocato Luca Viggiano, da un altro lato F. F., 52 anni, chef in un rinomato locale stellato, hotel e ristorante gourmet del nord Italia, difeso dagli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo (nella foto).
Sarà il dibattimento a chiarire la dinamica dei fatti ed a ricostruire la successione degli eventi e quindi stabilire chi dei due protagonisti della vicenda ed imputati nel processo ha ragione e chi ha torto: sarà il Giudice penale a stabilire, nel suo libero convincimento e in base alle prove che saranno raccolte, alla fine del dibattimento, chi ha aggredito e chi è stato aggredito, alla presenza comunque di una persona minorenne, in quella specifica circostanza del 30 ottobre 2018.
Sta di fatto che ambo gli imputati si sono costituiti nel processo anche parte civile, l’uno contro l’altro, con i rispettivi difensori, per le lesioni aggravate reciprocamente subite e per il risarcimento dei danni, materiali e morali, sempre reciprocamente lamentati.
A. A. infatti ebbe a sporgere denunzia al locale Commissariato della Polizia di Stato per aver subito delle lesioni con 7 giorni di prognosi che avrebbe avuto (escoriazioni al torace e una contusione alla mano) ad opera di F. F. il quale, a sua volta, querelò A. A., presso il locale Comando Stazione Carabinieri, per aver subito anche lui, addirittura in casa sua, delle lesioni in varie parti del corpo (dal volto alle gambe) per essere stato preso a pugni ed a calci ad opera dell’A. con una prognosi per oltre 50 giorni di guarigione, accusando anche un documentato trauma per persistente evento post traumatico da stress attestato dalla psicologa-psicoterapeuta dottoressa A. P. di Caserta che lo tenne in terapia, dopo il fatto, per un lungo periodo di tempo e che dovrà venire a testimoniare nel processo.
Il tutto in modo circostanziato ma anche documentato con referti ospedalieri, a firma dei sanitari del Pronto Soccorso dell’ospedale San Giuseppe Melorio di Santa Maria Capua Vetere, rilasciati ad ambo gli imputati; poi con certificati rilasciati al solo F. F. da specialisti privati tra cui il dottor G. M., ortopedico sammaritano, ed infine consulenze mediche.
Il fatto sarebbe avvenuto alla fine del mese di ottobre 2018 quando l’A. si sarebbe recato a casa del F., perché chiamato dall’inquilina che conduce in fitto un appartamento di sua proprietà in uno stabile situato alla locale Via Antonio Simoncelli, confinante in linea verticale con l’appartamento della famiglia F., che abita nello stesso condominio e dove avvenne prima il litigio verbale, tra i due, e poi l’aggressione alla presenza della moglie di F. F. e della di lui figlioletta che, all’epoca dei fatti, aveva soltanto otto anni.
Ambo gli imputati rispondono di lesioni aggravate perché gli atti aggressivi furono compiuti alla presenza di una persona minorenne e l’A. risponde anche di lesioni aggravate stante la durata della malattia diagnosticata a F. F. (ben 50 giorni complessivamente).
Nella prossima udienza è previsto l’interrogatorio sia di F. F. che di A. A., che dovranno chiarire la loro posizione processuale e ricostruire la dinamica dei fatti, sia come imputati che come persone offese.
Poi verranno sentiti svariati testi, innanzitutto la vicina di casa del F., già sentita nella fase delle indagini, su delega della Procura, dal Comandante della stazione Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, maresciallo Mario Iodice, e verranno ascoltati altri testi indicati dalle parti, nel dibattimento: persone a conoscenza dei fatti sfociati nell’episodio aggressivo che ha dato origine al processo penale appena iniziato ed in cui l’avvocato Crisileo, nella prima udienza, ha anticipato al Giudice del dibattimento che, in corso di causa, avrebbe chiamato a testimoniare anche la figlia minore di F. F., ora dodicenne e che all’epoca dei fatti aveva solo 8 anni, in quanto testimone oculare dell’intera vicenda, dalla quale è rimasta traumatizzata.
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