Lavoro ‘nero’ e morti ‘bianche’: più Ispettori del Lavoro per combattere il dramma sociale
sono indispensabili almeno quattro soluzioni: sanzioni economiche o quelle che possono comportare la sospensione dell’attività; sanzioni civili, utilizzate in caso di evasione o pagamenti incorretti dei contributi sociali; sanzioni penali; ed, infine, attività di prevenzione e contrasto ad opera degli uffici dell’ispettorato del lavoro.
Se le prime tre soluzioni non lasciano spazio a dubbi circa la loro efficacia deterrente, l’ultima è quella che decisamente arranca nel rivestire un ruolo cardine nella lotta contro l’irregolarità.
L’Ispettorato nazionale del lavoro si ritrova, infatti, a dover fare i conti con risorse insufficienti a garantire il pieno rispetto delle norme vigenti in materia di lavoro.
Per rendersi conto di quanto l’attività ispettiva sia in affanno, basti pensare che il numero medio di ispettori ordinari, a livello territoriale, rappresenta solo lo 0,05%, rispetto al totale delle imprese presenti sul territorio.
Una carenza organica talmente significativa da avere ricadute in materia di sicurezza.
Se è vero, infatti, che le competenze, nel campo della sicurezza, spettano agli ispettori tecnici dell’Itl, è altrettanto vero che tutte le situazioni di lavoro irregolare, sulle quali gli ispettori ordinari sono chiamati a vigilare, diventano terreno fertile per infortuni e morti bianche.
Alla luce di queste enormi carenze, si è recentemente costituito il Comitato idonei ispettori del lavoro, con l’obiettivo di chiedere, legittimamente, l’implementazione degli organici e lo scorrimento dell’intera graduatoria degli idonei all’ultimo concorso INL espletato.
Non c’è più tempo da perdere. Occorre agire al più presto, al fine di porre rimedio alla piaga sociale del lavoro nero e di restituire diritti e dignità a tutti i lavoratori.