Caserta. Capodanno, aperitivi e mercati vietati: insorgono le associazioni di categoria
In vista del Capodanno nuove misure per contrastare, in maniera ancora più rigida, la diffusione dei contagi da Covid-19.
Sono quelle che ha introdotto il sindaco di Caserta, Carlo Marino, con un’apposita ordinanza che prevede – per il 31 dicembre 2021 – il divieto di vendita di cibi e bevande all’esterno ed al banco dei locali dalle ore 11 alle ore 5 del giorno successivo e che consente, dunque, la sola possibilità di consumare all’interno degli esercizi pubblici.
Tuttavia il provvedimento adottato dal primo cittadino del Capoluogo di Terra di Lavoro non ha certamente messo tutti d’accordo.
A criticare l’ordinanza è il presidente di Fipe Confcommercio di Caserta, Giuseppe Russo: “A Caserta la situazione dei contagi è sicuramente complicata.
Il problema è che non possiamo essere succubi di questa situazione solo e sempre noi dei pubblici esercizi.
Chiudere all’esterno e dare la possibilità ai bar di lavorare solo all’interno è qualcosa di ingiusto, anche perché così facendo si dà la possibilità a molti bar, che non hanno una grande capienza all’interno, di creare involontariamente degli assembramenti.
Se il sindaco avesse dato la possibilità di lavorare all’esterno, il tutto sarebbe stato sicuramente più gestibile”.
Si sarebbero potuti aumentare i controlli, mettendo presidi fissi come è stato fatto in piazza Margherita il 24 dicembre e cercando di vigilare soprattutto sulle vie della Movida.
Vietare ai bar di esercitare la propria attività sia al banco che all’esterno significa limitare circa il 70% dei fatturati per il 31 dicembre”.
Secondo quanto disposto nell’ordinanza dal sindaco Marino, inoltre, la fiera bisettimanale di via Ruta, in programma per il 31 dicembre, sarà consentita esclusivamente agli esercizi del settore alimentare.
E’ una furia il presidente di Anva Confesercenti di Caserta, Sebastiano Bernardo: “Ci erano state concesse le giornate del 24 e del 31 dicembre per recuperare dopo il periodo delle piogge che abbiamo avuto nel mese di novembre.
Il 24 dicembre purtroppo c’è stata pioggia e quindi non si è lavorato, mentre il 31 ci sarebbe dovuto essere l’altro recupero per il mercato.
Purtroppo il sindaco e il prefetto hanno deciso che il 31 dicembre i mercati devono rimanere chiusi, a differenza di altre attività commerciali come negozi, supermercati e centri commerciali.
Abbiamo cercato di far sentire la nostra voce, ma siamo stati inascoltati. Dopo lo scoppio della pandemia il mercato di Caserta non è più affollato come una volta ed ora ci troviamo a far fronte a queste chiusure improvvise”.
“Per me, in quanto rappresentante sindacale, questa ordinanza è ingiusta, perché colpisce solo noi mercatali. Tutti coloro che lavorano al mercato indossano sempre la mascherina, hanno tutti l’igienizzante per le mani ed hanno sempre rispettato le regole.
Allora a questo punto non sarebbe più utile far entrare solo persone che sono in possesso del Super Green Pass, invece di farci chiudere?
Anche perchè al mercato lavorano persone che hanno una famiglia, delle spese mensili e un mutuo.
Tutti gli ambulanti sono pieni di merce invenduta e non si possono chiudere le attività dalla sera alla mattina” -ha aggiunto Sebastiano Bernardo, che ora chiede un confronto col sindaco Marino:
“L’unico settore che può esercitare la propria attività è quello alimentare; che differenze ci sono tra noi e gli ambulanti alimentari? Esigo delle spiegazioni”.
Intanto il presidente provinciale di Confcommercio Caserta, Lucio Sindaco ha lanciato un appello: “Subito un indennizzo per i pubblici esercizi ancora una volta penalizzati da ordinanze e restrizioni.
Siamo consapevoli della gravità del momento e dell’impennata dei contagi ed è nostro interesse collaborare per scongiurare conseguenze ancora più gravi – come quelle legate ad un possibile ritorno in zona arancione e rossa o peggio ad un nuovo lockdown – che provocherebbero danni incontrovertibili per la categoria.
Tuttavia abbiamo ritenuto fondamentale sottolineare la necessità di un intervento immediato per risanare le perdite subite dai pubblici esercizi, già fortemente provati da mesi e mesi di chiusura e ulteriormente danneggiati dalle ultime ordinanze regionali e comunali.
Non si può continuare a considerare i bar e i locali come gli unici responsabili della diffusione del contagio e quindi mettere in campo provvedimenti che colpiscono solo ed esclusivamente questa categoria senza ottenere poi un beneficio concreto sul contenimento della pandemia.
Sono necessarie azioni di portata più ampia per garantire il rispetto delle regole altrimenti ancora una volta si otterrà, come unico risultato, quello di aver spostato altrove aggregazioni e assembramenti che di certo non scompariranno per effetto delle limitazioni imposte ai locali”.
Da qui il sollecito affinché vengano predisposti ristori per compensare le perdite subite dai pubblici esercizi:
“La Camera di Commercio, nel corso del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza ha garantito di aver intenzione di fissare degli indennizzi per le attività che hanno fatto registrare un danno economico, ne prendiamo atto e speriamo che ciò avvenga in tempi brevi”.
(Di Jacopo Ramondini – Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)