Napoli – Empoli 0 a 1: Addio sogni di gloria
Napoli – Empoli 0 a 1: Addio sogni di gloria
Gli azzurri sempre più simili ai bersaglieri di Al Alamein – “Mancò la fortuna, non il valore!”.
Napoli – Empoli 0 a 1 marcatore 70′ Cutrone
Il Napoli è una squadra sfortunata e con la sfiga non si vince mai niente.
Il periodo prenatalizio al calcio Napoli davvero porta male, cominciò così la parabola discendente degli azzurri di Gattuso, l’anno passato, è cominciata alla stesso modo quella di Spalletti, stessi lunghi infortuni, stesse partite perse in casa, contro squadre di valore inferiore, l’anno scorso fu lo Spezia questa volta è toccato all’Empoli, 30 tiri in porta a 1 e passano gli avversari, l’anno scorso fu Italiano questa volta è toccato a Andreazzoli, questo quadro è evidente, questa storia è leggibilissima, sotto gli occhi di tutti a meno che non si è orbi, il Napoli somiglia tanto a quei sfortunati soldati sul fronte egiziano nella II guerra mondiale, quelli che nella battaglia di Al Alamein, si batterono con veemenza ma senza sorte, ancora oggi esiste una targa marmorea su un cippo nel deserto, a porla furono i Bersaglieri del 7° Reggimento il 1° luglio 1942, quando ancora la strada per Alessandria (e poi quella per Il Cairo) sembrava a portata di mano, fino a che i militari si resero conto che la linea del fronte si allungava, centinaia di chilometri di piste nel deserto, solo sabbia e qualche sasso, come sta succedendo con i calciatori partenopei, tanta foga, tanto ardore, tutto cuore e anima, per poi ritrovarsi con un “pugno di mosche” in mano, subendo alla fine tante sconfitte talvolta immeritate da meritarsi anche loro i versi immortali che il poeta volle dedicare agli sventurati combattenti italiani di cui sopra: “Mancò la fortuna, non il valore!”.
La sfortuna azzurra è incominciata non sulla strada di Alessandria d’Egitto come accadde ai bersaglieri, bensì allo stadio “Mapei” di Reggio Emilia, precisamente al 21’ del secondo tempo, quando si “rompe” lo spagnolo Fabian Ruiz, vero faro fino a quel momento della pattuglia partenopea, da quel istante si è scatenato un crescendo rossiniano di infortuni, Koulibaly, Insigne, Anguissa, ancora prima Osimhen, Demme, Politano, Lozano, ieri ultimo e speriamo davvero ultimo Zielinsky, da allora una miriade di errori individuali da parte di qualche calciatore partenopeo, di sviste più o meno leali da parte dei giudici di gara, di gol subiti alla “cacchio di cane”, tipo quello di ieri realizzato dall’Empoli, a tale proposito, per fortuna nella porta napoletana non c’era il tanto vituperato Meret, sennò i suoi detrattori si sarebbe scatenati oltremodo in rete, accusandolo di chissà che altra nefandezza, pur di scaricare colpe sul malcapitato portiere azzurro.
La magia sembra si sia dissolta, rimane il ricordo di essersela gioca alla pari con club molto più ben visti dalla stampa italiota, dal “palazzo” del pallone, battersi contro società indebitate fino al collo, pur di vincere un campionato, quindi dal punto di vista del “parco” giocatori, molto più attrezzate, il Napoli ha provato a misurarsi con queste situazioni, facendo uscire come si dice in questi casi “il sangue dalle rape”, quindi il nostro invito a chi ama questi colori, resta quello di continuare a incitare la squadra, stare accanto ai calciatori, e non , come si comincia a intravedere, a fare accuse a eventuali errori dell’allenatore, o peggio ancora a prendersela con la proprietà, che non spende per quel che serve.
La realtà vera andrebbe sottolineata con lealtà e visione tangibile, cosa che a molti tifosi manca, questa formazione non era e non è attrezzata per vincere un campionato, a Spaletti è stato chiesto di rientrare nel novero delle quattro squadre che si qualificano per la Champions League, questo era e rimane l’obiettivo finale, questa è la meta da raggiungere, ora se le circostanze, le conseguenze, il calendario iniziale, ha fatto in modo che il Napoli, per lunghi tratti si sia trovato in testa al campionato, facendo sognare tifosi e torcida, bisogna guardare la storia per quella che è, cioè un sogno durato qualche mese, che ha entusiasmato, fatto sperare, galvanizzato gli innamorati del club azzurro, sognare è tra l’altro una delle cose belle che regala il mondo del pallone, sono proprio questi momenti esaltanti che fanno stregare la gente del calcio, che continua comunque a rimanere il gioco più bello del mondo, anche a Napoli come nel resto del mondo.
(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)