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‘Giovani ed emulazione’: problema sociale snocciolato per noi da alcuni esperti

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La dottoressa Speranza Cardillo e l’avvocato nonché dottoressa in psicologia, Lucia di Bello e del dottor Gianluca Serlenga, biologo e criminologo.

Introduzione della dottoressa Speranza Cardillo.

Da sempre i personaggi delle fiction, dei telefilm (e dei cartoni addirittura) hanno influito, almeno in linea di massima, sulle tendenze di intere generazioni.

Tanti giovani, ad esempio, anche per scelte riguardanti la moda, hanno come riferimento i personaggi da loro più seguiti o ammirati.

Finché si tratta di emulazioni di questo tipo la cosa é anche accettabile, ma la vera preoccupazione, da parte degli adulti e della società, nasce quando vengono imitati alcuni comportamenti violenti di personaggi che sono protagonisti di film o telefilm in cui sono frequenti scene di violenza.

Mentre le ragazze guardano di più le serie tv, i ragazzi praticano maggiormente attività videoludiche. Tali attività sono completamente differenti da quelle preferite dalle passate generazioni.

Oggi  le nuove generazioni assorbono moltissimo i messaggi che vengono lanciati attraverso le serie tv e anche mediante i social network.

Tuttavia non è possibile demonizzare serie tv o piattaforme digitali. Da sempre adolescenti e giovani assumono comportamenti emulativi. Il vero problema dunque non sono  i social network o la televisione ma la mancata mediazione di chi deve aiutare i giovani ad interpretare certi messaggi.

Commento di Lucia di Bello, avvocato, dottoressa in psicologia, autrice di pubblicazioni giuridiche, di opere monografiche e collettanee per riviste, case editrici di rilievo nazionale e relatrice in convegni su temi giuridici e sociali:

Diversi studi hanno riguardato la tendenza dei bambini e dei ragazzi ad imitare i modelli comportamentali proposti in televisione. Tale processo può indurre effetti positivi e stimolare la loro socialità, ma anche negativi e devastanti sul piano della psiche e dell’emotività.

Osservare un film particolarmente violento, stimola la propensione all’aggressività. Tramite la TV si propongono dei prototipi che vengono emulati per via della fruizione di dettagli sul comportamento messo in atto, sugli esiti dello stesso e sui relativi vantaggi che ne derivano.

Anche internet (web tv, social network) e lo smartphone agiscono allo stesso modo degli altri mezzi di comunicazione di massa. Attualmente i ragazzi sono in grado di utilizzare tali strumenti molto meglio degli adulti e sono lesti e strategici nell’oltrepassare qualsiasi tipo di proibizione.

Gli adolescenti sono capaci di ragionamento astratto di alto livello, ma raramente usano questa abilità mentre guardano la TV.

Lo sviluppo nei ragazzi di abilità cognitive ed empatiche nuove può avere un duplice effetto: possono usare queste abilità per mettere in atto un’osservazione critica o utilizzarle per estrapolare dalla TV modelli violenti da replicare nella vita reale.

Tipico dell’adolescenza, ad esempio, è l’interesse verso la pornografia. In alcuni casi, tali spettacoli possono suscitare la convinzione che certe donne vogliano realmente farsi vittima di violenza sessuale.

La loro personalità viene quindi plasmata in funzione di dipendenze, emulazioni e aggressività.

In molti casi gli adolescenti risultano essere ingestibili da questo punto di vista ma una posizione ferma e una decisione autorevole sul rispetto di regole e limiti nell’uso degli strumenti tecnologici potrebbe essere un buon inizio.

Spesso sono proprio i genitori a “mollare” i propri figli dinanzi alla televisione o ad un PC per mancanza di tempo o per altre ragioni non giustificabili. 

Riuscire a seguire un bambino o un adolescente rispondendo ai suoi bisogni e osservando con i suoi occhi sta divenendo sempre più complesso per via del salto generazionale che riguarda alcune famiglie moderne, spesso ricomposte e non prive di conflitti.

I ragazzi hanno bisogno di essere seguiti e indirizzati verso modelli costruttivi e pro sociali cioè ad azioni che producono, accrescono e stimolano il benessere degli altri così da ottenere dei benefici anche e soprattutto personali.

Se riconosco e accolgo il disagio altrui, sono capace di riconoscere anche il mio e intervenire. Lo stimolo educativo che ne deriva è di gran lunga più efficace di qualsiasi altro modello interiorizzato in maniera passiva e disorientante per una personalità ancora in formazione

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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