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Caiazzo. Toccanti riflessioni del presidente D’Agostino in memoria del Combattenti e Reduci

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Riportiamo di seguito le considerazioni esternate da Enrico D’Agostino, presidente della locale sezione dei Combattenti e Reduci di Guerra in occasione delle celebrazioni del 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale, delle Forze Armate e centenario del Milite Ignoto, a Caiazzo tenute domenica 7 novembre:
Cittadini, Autorità, giovani studenti presenti, Associazioni,
Oggi già dalle prime ore del mattino la banda musicale ha suonato e girato le vie antiche del nostro paese come si faceva un tempo, abbiamo portato davanti al Monumento l’antico e centenario labaro della nostra sezione, delicato, consumato dal tempo a significare in quanti prima di noi lo hanno toccato ed esposto.
Immaginate, chiudendo gli occhi simbolicamente, quanti furono i feriti, i mutilati, quanti riportarono danni psichici dalla guerra?: circa 500.000! I morti circa 700.000.
Da allora l’ANCR ebbe il duro compito di assistere, sostenere e rappresentare i tanti reduci tornati in Patria con le loro indimenticabili ferite. Da allora il IV Novembre rappresenta per loro non solo la vittoria, ma l’essere vero italiano, il ricordo dei tanti fratelli caduti e dispersi; all’epoca, Festa o non Festa Nazionale non si doveva lavorare, i contadini, le mamme, gli orfani si radunavano intorno al Monumento ai Caduti;
moltissimi ragazzi del ’99, come furono chiamati, non conoscevano la lingua italiana , non sapevano nemmeno l’esistenza di alcune regioni d’Italia, parlavano ognuno il loro dialetto, ma non esitarono a sacrificarsi per l’amico piemontese, friulano, veneto, trentino, ecc., appena conosciuto;
«Li ho visti i ragazzi del ’99. Andavano in prima linea cantando. Li ho visti tornare in esigua schiera. Cantavano ancora» ( Generale Armando Diaz)
Cari giovani, su queste pietre ci sono incisi i nomi di quei ragazzi del nostro paese che non sono più tornati e di cui nemmeno il luogo di sepoltura è noto; la storia ci insegna che vi era un altissima percentuale di analfabetismo tra i soldati ma vi furono più di 8 milioni di lettere dal fronte;  tutte parlavano d’amore verso la famiglia, la fidanzata, la mamma, l’Italia, ma soprattutto descrivevano la paura e la consapevolezza di dover morire da lì a poco, struggenti parole da veri Eroi, da veri soldati fedeli al giuramento alla Bandiera e all’Italia.
Chiudiamo gli occhi e ascoltiamo il loro grido: “NON DIMENTICATECI, AMATE E MANTENETE LA PACE“. Immaginiamo noi, giovani e cittadini dell’oggi, cosa avremmo scelto tra combattere e morire o scappare e arrenderci? Quante storie personali, quanto dolore e sacrificio vissero quei giovani soldati, quante storie ignote, quanti Eroi? Quante mamme piansero il loro figlio? Immaginiamolo nella nostra mente e immedesimiamoci in quel tempo.
Tra i tanti corpi dei soldati non identificati, una mamma, MARIA BERGAMAS, ebbe l’incarico di scegliere il MILITE IGNOTO, uno sconosciuto, un eroe tra i tanti perché TANTI furono EROI.
Maria divenne la mamma d’Italia, tutti si inginocchiarono a lei, anche le altre mamme, senza alcuna gelosia, al passaggio del treno che trasportava i resti dell’ IGNOTO, da Aquileia fino a Roma, un’intera Nazione accompagnò un proprio Figlio, il proprio Figlio, tutti , giovani ed anziani si inginocchiarono, anche il RE Vittorio Emanuele, tutti sentivano il dolore di una perdita di un loro caro, tutti sentivano il bisogno di pace, tutti sentivano che il sacrificio aveva reso tutti veri ITALIANI.
Cari giovani,
I militari prestano giuramento con la seguente formula: «Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni».
A questo giuramento hanno tenuto fede quei giovani soldati, poveri, analfabeti, ma veri soldati, a questo giuramento tengono fede ancora oggi gli uomini in divisa delle nostre Forze Armate, a questo giuramento dovremmo aver fede TUTTI.
Il vero EROE è come il Milite, è ignoto, è silenzioso, è colui che DONA senza RICEVERE alcunché in cambio, né soldi, né gloria, né incarichi prestigiosi, NIENTE!, ma sacrifica anche la propria vita per gli altri, per la Democrazia, per la Pace.
In uno dei tanti Sacrari militari, al Cimitero Monumentale degli Invitti, sulla collina di S. Elia del Comune di Fogliano-Redipuglia, in provincia di Gorizia, ove sono raccolte le salme di oltre 30.000 caduti sul Carso, di cui poco più di 8.000 identificati, tra cui riposa anche la salma di Emanuele Filiberto, duca d’Aosta, Comandante della 3″ Armata, c’è scritto:
Che t’importa il mio nome?
Grida al vento:
«Fante d’Italia!” e dormirò contento
Vuoi saper chi sono?
Sosta ove caddi
Cerca nel fango Il mio piastrino
Se nessuno mi vide quando caddi riverso,
io voglio mi si chiami IGNOTO e non disperso!
Sono uno dei settecentomila.
Grazie al loro sacrificio, oggi viviamo in libertà, nel benessere, tutti possono studiare, tutti possono gioire, amare, giocare, tutti possono vivere in pace ma spesso lo dimentichiamo, vogliamo sempre più ricchezze, prestigio, posizioni sociali, se il IV Novembre capita di Domenica si corre nei Centri Commerciali, nei luoghi di divertimento, magari diventasse Festa Nazionale non si andrebbe nemmeno a lavorare, ma poi?
La confusione dei valori, la non conoscenza, porta ad un nuovo analfabetismo dell’oggi, porta a vedere la divisa come un nemico, porta in ogni ambito della vita sociale, nei luoghi di lavoro, nelle scuole a fenomeni di odio, soprusi, malaffare, violenze; la criminalità dilaga, i giovani hanno perso ogni punto di riferimento, trovano rifugio nel divertimento sfrenato, nell’abuso di alcool e droga anche perché il mondo degli adulti ha perso anch’esso il riferimento e non è in grado di dare un giusto esempio.
Anche nel nostro presente commemoriamo gli atti eroici dei nostri uomini in divisa, come quello del Brigadiere dei Carabinieri Emanuele Reali, nostro concittadino, medaglia d’oro al valor civile, come quello dei tanti soldati caduti nelle missioni di pace e nell’assolvimento del DOVERE.
Cari giovani, mentre dilaga il disprezzo per la divisa, questi uomini hanno tenuto e tengono fede al giuramento dato alla Patria, ogni giorno lavorano silenziosamente ed in modo invisibile per la sicurezza delle nostre case, dei nostri familiari, per la Pace; non lo fanno per RICEVERE qualcosa in cambio, non lo fanno per avere intitolata una strada, una piazza, lo FANNO per fede, per giuramento;
hanno DONATO la vita, ma volevano continuare a vivere, a servire in modo IGNOTO, volevano un mondo di pace, di amore dove crescere la propria famiglia.
Ecco il grande messaggio del MILITE IGNOTO, Ecco il IV Novembre Festa delle Forze Armate, i soldati di oggi sono sempre pronti ad atti eroici. La scienza della Psicologia, insegna che quando l’uomo entra in una situazione di crisi, dovuta a tanti fattori, egli debba cercare un luogo sicuro dove mentalmente rifugiarsi per calmare le proprie reazioni negative e spesso ognuno di noi le può trovare in un oggetto caro, in un luogo amico, ecc.
Cari giovani, immaginiamo ad occhi chiusi, che sia questo Monumento ai Caduti il VOSTRO E IL NOSTRO LUOGO SICURO, IL RIFUGIO, IL PUNTO DI RIFERIMENTO, quando passiamo da queste parti non causiamo danni giocandoci a pallone, ma portiamo un fiore, portiamo dell’acqua alle piantine, quando crediamo di non avere abbastanza in ricchezza, pensiamo a quei ragazzi del ’99, prima di compiere azioni negative e violente verso noi, gli altri o la società, pensiamo ai nostri predecessori, a coloro che lasciavano tutto per onorare il IV Novembre, a coloro che qui, ai piedi del Monumento portavano con onore e orgoglio questa bandiera,
a chi ancora oggi piange il proprio papà, a volte mai conosciuto.
Chiudiamo gli occhi, in questo momento, riflettiamo tutti e quando andremo via crediamo fortemente che, come allora, tutti uniti possiamo essere EROI IGNOTI, SILENZIOSI, affinché possiamo DONARE senza Voler RICEVERE, perché finalmente consapevoli che la Pace conquistata e difesa dai nostri EROI, oggi sia nelle nostre mani, dipenda dalle nostre azioni quotidiane, da un nostro semplice sorriso ad un uomo in divisa, da una stretta di mano, da una carezza ad un anziano, dal rispetto ad una Bandiera, dal rispetto ad una ricorrenza come questa.
Consentitemi di ringraziare la Pubblica Amministrazione di Caiazzo, con a capo il sempre sensibile Sindaco Stefano Giaquinto che ha accolto il nostro invito ed ha restaurato il luogo Monumentale in alcune parti danneggiato da atti vandalici e in altre dal tempo, arricchito con luci tricolori che di sera offrono un immagine di immensa riconoscenza, e con fiori rossi circondati da sassolini bianchi di fiume, come quelli del Piave.
Il rosso è il colore del papavero il cui seme può conservarsi nei terreni anche per due o tre anni, durante la Grande Guerra in molti notarono una enorme fioritura di papaveri nei terreni più solcati dalle bombe e con maggior presenza di morti; i nitrati contenuti negli esplosivi avevano fertilizzato i campi e facilitato la germogliazione.
Da questo fenomeno in alcuni Paesi come l’Inghilterra, sia i cittadini, sia le massime autorità dello Stato, sia i personaggi pubblici, i cantanti rock, ecc. portano al petto un “ POPPIES “, un PAPAVERO ROSSO dieci giorni prima della ricorrenza della fine della Grande Guerra. In Inghilterra la Prima Guerra Mondiale fu decretata l’11 Novembre, e quel giorno alle ore 11.00 tutte le campane suonano e tutto il Paese si ferma per ben cinque minuti.
“Il grado di civiltà di un Paese si misura con le sue capacità di ricordare il proprio passato, chi non conosce la propria storia non ha futuro”.
Nonostante le cerimonie concomitanti, in tanti hanno partecipato, soprattutto i giovani studenti degli istituti scolastici di Caiazzo, i labari delle sezioni ANCR di Caiazzo, Squille, Ruviano, Castel Campagnano, Sessa Aurunca, dell’Associazione Carabinieri di Caiazzo, della Presidenza Provinciale dell’Associazione Bersaglieri d’Italia, dell’Associazione Granatieri di Napoli, Caserta e Pompei, dell’Associazione Sottufficiali d’Italia di Caserta, l’Associazione Fotografica “Elvira Puorto”, l’Associazione Storica del Caiatino, la Proloco “Nino Marcuccio”, il parroco Don Antonio Di Lorenzo, la schierante armata della Brigata “GARIBALDI” di Caserta, la banda musicale della città di Bellona.
Un grazie particolare agli studenti del Liceo “Giannone” sede distaccata di Caiazzo, la vostra presenza numerosa, e di Domenica, è stato un bel esempio per tutti e non è passata inosservata. Grazie alla signorina Francesca Ranucci della 4 A e Marianna Audi della 5 A per le letture di alcuni pensieri.
Non da ultimo, il mio grazie infinito, va agli anziani soci, all’alfiere Benito De Luca, che in questi giorni si sono adoperati anche nell’impresa di pulire il pavimento dell’antica Cappella Votiva, a tutti gli orfani di guerra presenti già dalle otto della mattina per ascoltare e accompagnare la banda musicale per le vie del paese, come si faceva un tempo, la loro commozione, il loro vestire da grande giorno, il loro foulard tricolore al collo, nemmeno è passato inosservato. L’Associazione ha ancora un futuro affinché noi tutti possiamo avere ancora un futuro nella Pace.
A conclusione, come bella immagine di sentimento puro, invito tutti, bambini, giovani, anziani, autorità a deporre un fiore nelle Catene del Monumento e a restare insieme sulle scale dello stesso a cantare l’Inno Nazionale.
Ma prima, vi chiedo ancora una volta di chiudere gli occhi, ad immaginare, a riflettere, ascoltando questa poesia scritta da Arturo Zardini, friulano Reduce della Prima Guerra Mondiale; in Friuli rappresenta un vero e proprio INNO SACRO ai Caduti molto profonda e commovente: ve la traduco:
Stelle Alpine
Se vieni quassù tra le rocce
Dove loro mi hanno sepolto
C’è uno spiazzo di stelle alpine
Del mio sangue son bagnate
Per segnale c’è una croce
È scolpita sulla roccia
Tra quelle stelle cresce l’erbetta
Sotto di loro io dormo sereno
Se poi vieni tra queste rocce
Prendi su una stella a ricordo del nostro amor
Gli darai un bacio e nascondila nel petto
Quando a casa sarai sola
E di cuore pregherai per me
Il mio spirito attorno a te vola
Io e la stella saremo con te!
APRIAMO GLI OCCHI E IMMAGINIAMO… guardando il Monumento, il volto dei nostri EROI, e riusciamo a sentire il loro grido “ NON DIMENTICATECI…”,
ma adesso, con emozione e gioia, da un angolo sconosciuto del nostro cuore, riusciremo finalmente a sentire anche il nostro grido di risposta : “ NON VI ABBIAMO DIMENTICATO E NON VI DIMENTICHEREMO MAI….”
ETERNA SIA LA MEMORIA, ETERNA SIA LA PACE.
(Associazione Nazionale Combattenti e Reduci sezione di Caiazzo – Il Presidente Enrico D’Agostino –
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