‘L’Espresso’ in edicola e online da domenica 17 ottobre con un categorico ‘No Pasaran’
“No Pasaran!”, non passeranno: è un impegno preciso quello evocato da Marco Damilano, nel suo editoriale, sul nuovo numero dell’Espresso.
Una battaglia sottolineata dalla grafica della scritta che campeggia sul fondo rosso della copertina.
Il “no pas” in giallo denuncia il pretesto su cui si sono innestate le violenze dei neofascisti: le manifestazioni contro l’obbligo del green pass.
Il fronte violento però non è nato all’improvviso con l’assalto alla Cgil: lo mostrano Antonio Fraschilla e Carlo Tecce mettendo uno dietro l’altro dodici mesi di attacchi alla democrazia.
Una intolleranza che ha le radici nel passato mai rinnegato del partito di Giorgia Meloni, legato a Msi e repubblichini da un filo messo in evidenza da Massimiliano Coccia.
E tutto mentre dall’Austria alla Polonia, da Praga a Lubiana i sovranisti europei sono entrati in crisi per motivi diversi (di Federica Bianchi).
Dal vaso dei Pandora Papers spuntano altri soldi sottratti al fisco dai potenti della Terra: Paolo Biondani, Vittorio Malagutti e Leo Sisti tracciano il triangolo che lega le banche ai Caraibi, i soldi di Putin e il berlusconiano di ferro ed ex direttore generale della Cinq.
Ma dai file analizzati nell’inchiesta internazionale emergono i nomi di altri vip, da Giampaolo Angelucci a Marina Berlusconi e Gianni De Michelis.
I ballottaggi elettorali incombono, ma il Paese sembra aspettare il risultato con indifferenza: a partire dalla periferia di Roma, come Corviale raccontato da Francesca Mannocchi con le fotografie di Alessio Romenzi. Ma se gli elettori italiani sono stanchi, nota Bernardo Valli, non è che il resto d’Europa se la passi meglio. Solo Bologna si gode il miracoloso e vincente accordo tra le forze di sinistra, ricostruito da Susanna Turco che ne parla con una delle principali protagoniste, Elly Schlein. In Sicilia intanto Cosa Nostra sembra aprire una nuova fase, con il ritorno di manager esiliati e rampolli di famiglie mafiose (di Marco Bova).
Il governo continua a lavorare a grandi riforme: ma Gloria Riva spiega perché quella del fisco rischia di avere le armi spuntate, mentre Gianfrancesco Turano si concentra sugli ostacoli alla libera concorrenza. Eugenio Occorsio avverte che, finita la tregua per la pandemia, l’Italia tornerà nel mirino della Ue per il debito pubblico troppo alto. E mentre la Germania affronta il primo processo a un torturatore siriano nato da una richiesta delle vittime e non di uno Stato (di Marta Bellingreri e Costanza Spocci), la Cina stringe sempre di più il cerchio su Taiwan (di Simone Pieranni).
Altan ride amaro dei muri costruiti intorno alla Fortezza Europa, Makkox ricorda che i 5Stelle hanno flirtato con l’antiscienza dei no vax, Mauro Biani mostra quanto sia difficile parlare con i neofascisti mentre Michele Serra li sbeffeggia ipotizzando nuovi bersagli: dopo la Cgil, sarà la volta di X Factor?
E mentre Stefania Rossini dialoga con un lettore sull’importanza delle “canzonette” per costruire un dialogo tra sconosciuti, Evelina Santangelo invita a meditare sulla parola della settimana: occhi.
E l’Espresso chiude con una lunga chiacchierata di Chiara Valerio con Michele Mari su grande letteratura e racconti brevi, e con una riflessione di Helena Janeczek sull’
Emanuele Coen raccoglie le confidenze degli Extraliscio, Fabio Ferzetti spiega come nasce la devozione per il fotografo Paolo di Paolo del grande Bruce Weber, che al maestro molisano ha dedicato un film. E Mattia Torre, in un inedito, racconta con il suo stile inimitabile un incontro destabilizzante: quello con un piccione sovranista.
(a cura di Angiola Codacci-Pisanelli – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)