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Elezioni comunali. Napoli e Bologna, Conte ‘si intesta’ le vittorie; per Roma ‘mai con la destra’

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Il Movimento vince con Manfredi, ma perde la Capitale e crolla al Nord. L’ex premier: “Siamo poco radicati nei territori”.

A Napoli è un trionfo con il contiano Manfredi, altrove è tutto il contrario, con Virginia Raggi che saluta dignitosamente e il M5S che nel voto di lista nelle città va male o malissimo. Mescolare il tutto, ed ecco il presidente Giuseppe Conte, che un po’ è realista e un po’ si giustifica: “C’è tanta domanda di politica, abbiamo cercato di intercettarla, però siamo partiti molto tardi”. Chissà se è un riferimento a quel Beppe Grillo con cui in estate era stata guerra totale, tale da bloccare l’avvocato per settimane e da spingerlo sull’orlo della scissione, di un suo partito.

Diversi mesi dopo, a urne delle Amministrative ancora aperte, proprio Grillo twitta una sua foto quasi iconica con Gianroberto Casaleggio. A corredo, parole pragmatiche per celebrare il 12° compleanno del Movimento: “Dodici anni fa abbiamo fatto l’impossibile, ora dobbiamo fare il necessario”. Ovvero, dal sogno si è passati alla realtà, dal no a qualsiasi alleanza si è passati al Conte che di lunedì pomeriggio ribadisce la rotta: “Le proiezioni confermano l’enorme potenzialità del nuovo corso e la prospettiva politica seria di lavorare assieme alle forze progressiste. I dati di Napoli e Bologna sono politicamente molto importanti”.

Tradotto, il M5S deve insistere sulla strada del centrosinistra. Per questo l’ex premier in serata corre a Napoli, per celebrare la vittoria dell’unico candidato sicuramente suo, lasciandosi dietro una risposta che conferma il gelo irrimediabile con Grillo: “E che sono, l’interprete dei suoi post?”. Però i numeri nelle urne in giro per l’Italia sono poca, pochissima roba; il 9 per cento nella Torino dove governava Chiara Appendino, un tragico 2,88 a Milano, un altrettanto mortifero 3 e qualcosa a Bologna, addirittura il 2 a Varese. “Nel Nord non esistiamo, se andiamo con il Pd la gente vota il Pd”, ringhia un parlamentare di peso. “Siamo all’inizio di un nuovo corso, questo è un progetto a medio e lungo termine, e poi noi siam poco radicati nei territori” prova a spiegare Conte. Di più non si poteva fare, è la tesi. E ora bisogna essere pragmatici, quindi ecco la linea per il secondo turno: “I cittadini non possono essere considerati pacchi postali, ma la nostra proposta politica non può avere affinità con le forze politiche di destra”.

Ergo, Conte parlerà a favore di alcuni candidati di centrosinistra. Ai piani alti del Movimento danno per scontato “un segnale” dell’ex premier a Roma per Gualtieri, “che è pur sempre un suo ex ministro”. Mentre per il dem Lo Russo non dirà nulla, non per l’uomo che presentò un esposto contro la sindaca uscente Chiara Appendino, probabilissima vicepresidente nella segreteria del M5S. Oggi sarà in Sardegna, Conte, per sostenere i candidati del centrosinistra a Carbonia e a Olbia. Mentre venerdì parteciperà in collegamento a un evento a Roma, il Forum Compraverde, e chissà se potrà essere l’occasione per quel segnale a Gualtieri. Ma dovrà essere attento alle sfumature, l’avvocato, perché non bisogna irritare Raggi. La 5Stelle che “non sparirà, perché è nel comitato dei Garanti con Di Maio e Fico” come aveva ricordato sempre lui, Grillo, nella telefonata al comizio conclusivo della sindaca uscente. Reattiva, ancora. Le prime parole pronunciate ieri sera al suo comitato da Raggi – “sono l’unica che sta tenendo testa alle corazzate del centrosinistra e del centrodestra” – suonavano già come un possibile muro a Gualtieri e al Pd (tanto che Roberta Lombardi le ha subito risposto: “La politica non è un risiko, bisogna confrontarsi”).

Ma sono state anche un modo per rivendicare i numeri del M5S a Roma, decisamente i migliori a livello nazionale assieme a quelli di Napoli. Perché nella Capitale i 5Stelle ieri sera veleggiavano sopra l’11 per cento, dato molto simile a quello del capoluogo campano. Il resto è un bel problema. E in serata il segreterio dem Enrico Letta fa capire che certe cifre in politica fanno la differenza: “Conte fortissimo punto di riferimento? Quella era un’altra fase”. Quando i voti ce li avevano soprattutto i grillini.

(di Luca De Carolis – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

 

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