2° PUNTATA DELLA LOGGIA MASSONICA DEI MAGISTRATI
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Loggia Ungheria, Amara: “Ero il padrone di Lotti”
Continuiamo la pubblicazione di alcuni stralci – selezionati in ordine cronologico e per rilevanza dei ruoli pubblici – degli interrogatori resi dinanzi ai pm della Procura di Milano, Laura Pedio e Paolo Storari, da Piero Amara, ex legale esterno dell’Eni, già condannato per corruzione e ora indagato a Perugia per la violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Amara è l’unico indagato tra i nomi che leggerete e la sua versione (che ha già provocato da ieri l’annuncio di numerose denunce per calunnia) è tuttora al vaglio dei magistrati inquirenti.
14 dicembre 2019
Amara: “Fanno ulteriormente parte di Ungheria e sono magistrati amministrativi De Nictolis (attuale presidente del C.G.A.), Di Francisco (credo che al momento sia alla segreteria del presidente Conte); un certo Simonetti (giudice al C.G.A.), Stanisci (la compagna attuale di Nitto Palma – anche quest’ultimo facente parte di Ungheria). (…) Verdini mi indicò Nitto Palma e la sua attuale compagna e anche De Ficchy (procuratore di Perugia). Con riguardo a quest’ultimo ricordo che segnalai nello studio romano di DLA Piper il figlio, che in effetti fu inserito nello studio legale. Questa richiesta mi fu personalmente indicata da De Ficchy, che ho incontrato in un bar di fronte al Csm di Roma. Credo che ciò sia avvenuto nel 2016. L’assunzione del figlio di De Ficchy presso DLA Piper è stata mediata da Centofanti, a cui ho formulato io la relativa richiesta”.
15 dicembre 2019
“Successivamente si creò un problema con Fanfani il quale voleva quantomeno applicare la censura a Musco, ritenendo che fosse più coerente con la misura cautelare che il Csm aveva imposto nei suoi confronti. La notizia ci fu data da Palamara il quale la comunicò a Ferri che la veicolò a me attraverso Verdini. Mandai Bacci da Luca Lotti; all’epoca ero il ‘padrone’ di Luca Lotti perché gli avevo dato, tramite Bacci attraverso Racing Horse, circa 200 mila euro. Si andò quindi a votare e Musco fu assolto all’unanimità per insussistenza dei fatti nel marzo 2015. Naturalmente fu necessario garantirsi il benestare della Severino per raggiungere il risultato per le ragioni che ho già esposto. Fu Michele Vietti ad avere con lei una interlocuzione su mia richiesta. Avevo avuto notizia da Vella e Granata che la Severino aveva ottimi rapporti con il presidente Napolitano in quanto veicolava importanti incarichi professionali a suo figlio, tanto è vero che Scaroni quando cercava di essere riconfermato in Eni, aveva messo sul piatto della bilancia un importante incarico per il figlio di Napolitano attraverso la Severino. (…) La vicenda Musco è la dimostrazione plastica del potere di Ungheria sul Csm. Le decisioni furono assunte fuori dai luoghi istituzionali e nell’ambito di riunioni tra fratelli. In quel periodo nel Csm non contava il merito ma solo i numeri”. (…)
“Ricordo ancora che il gruppo Ungheria s’è mosso per promuovere una azione disciplinare nei confronti di Henry Woodcock, ‘colpevole’ di aver indagato sulla vicenda Consip e in particolare sul padre di Matteo Renzi. Mi dissero sempre Ferri, Verdini e Lotti che di questo fatto fu informato anche Renzi e che era necessario che il provvedimento disciplinare andasse velocemente per essere gestito dalla sezione del Csm che in quel momento era in carica. Dal lato Procura generale il procedimento fu seguito da Ciccolo e da un sostituto a lui vicino. Ciccolo è partecipe di Ungheria, lo so perché me lo hanno detto, l’ho visto nell’elenco”.
11 gennaio 2019
“Ritornando sul Consiglio di Stato vorrei precisare quanto prima detto con riguardo al giudice Santoro: da parte di Luca Lotti, soprattutto, vi era un forte interesse alla gestione di ricorsi Consip e tali ricorsi tabellarmente dal 2016 furono affidati alla VI sezione del Consiglio di Stato. Questa è la ragione per cui si voleva che Santoro divenisse presidente della sezione che si occupava dei ricorsi Consip e così avvenne”.
Domanda del pm: “Può meglio precisare con chi intervennero i discorsi per la nomina di Santoro, quando avvennero e dove avvennero?”.
Amara: “L’esigenza di avere il controllo del giudice che si occupava dei ricorsi Consip mi fu manifestata direttamente da Luca Lotti nel corso di una cena in trattoria che colloco all’inizio del 2016. Lotti mi disse espressamente che voleva che i ricorsi Consip fossero affidati a Santoro. Nello stesso periodo di tempo – nel corso di colloqui con Verdini – ho avuto anche da quest’ultimo il medesimo input, ossia che Santoro dovesse occuparsi di tali ricorsi. (…) La conoscenza di queste dinamiche mi è venuta comunque utile in quanto feci cambiare a Ezio Bigotti il suo avvocato amministrativista facendo nominare il professor Tedeschini, che sapevo avere ottimi rapporti professionali con il giudice Santoro”.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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